«Alala» disse il pellerossa

«Alala» disse il pellerossa «Alala» disse il pellerossa Per concessione della Mondadori pubblichiamo da «Cervo Bianco» il brano dell'incontro con Mussolini DOPO tre quarti d'ora di attesa un ciambellano piccolo e calvo, un teschietto con due occhi perforanti, venne a prelevare l'Altezza indiana. Il Primo Ministro attendeva il visitatore all'impìedi. la mano destra a tamburellare il bordo della scrivania. L'uomo teschioso annunciò Sua Altezza White Elk Tewanna Ray, e scivolò via. Quando senti la pesante porta di mogano rinchiudersi alle sue spalle, l'Altezza riunì i talloni drizzò le penne, levò il braccio destro, e gridò: .Alala.'». Usci dopo un quarto d'ora: troppo presto, secondo Camillerì. che accorse ad interrogarlo mutamente con gli occhi Ma il prìncipe sembrava soddisfatto: ripercorse i saloni con uno sguardo benedicente, e stava per elargire mance al presenti, quando fu fermalo da un gesto discreto di Camlllerl. All'uscita restò un po'deluso, perché la sua presema non sembrava distogliere i romani dalle normali occupazioni del passeggia e deyll affari. Ma In carrozza st rilasciò alla confidenza. «Allora?» premeva Camlllerl. «Quell'uomo ha l'ulcera». «Chi? Quale ulcera?». «L'Eccellenza Mussolini. Io che ho pratica di medicina, riconosco questi mali. Me ne accorgo dal respiro, dagli occhi da come tengono le mani, da come si muovono. E' abbastanza frequente che un Capo di Stato abbia l'ulcera...». «Ma non avrete parlato solo di quello...». «Oh no. Soltanto alla fine ho accennato, ho dato consigli su come curarsi Certe erbe...». «Ma prima?». Il principe scosse la testa, a significare che quel clic si erano detti il Primo Ministro e lui non poteva essere riassunto alla buona. Ci sono intese e affinità che la parola non dice. Ma Camlllerl Insisteva, Baccl supplicava. «E' un uomo cordiale, alla mano. Sembra imbronciato, ma è l'effetto del mento, delle labbra strette nello sforzo di pensare. Ha il tavolo Ingombro di carte, di giornali. Ha detto che legge sempre tutti l giornali, anche quelli che non lo meritano. Grande lavoratore. Informato su tutto. Anche di me sapeva, del mio viaggio. Sapeva che lio lavorato nella cinematografia. Gli ho chiesto se ama il cinema. Ha detto che ci va di rado, data la mole degli impegni. Sono più. di sei mesi che non ci va. In un certo senso non sente nemmeno il bisogno. Ha detto che gli uomini di tutti i giorni sono già un tale cinematografo. Gli italiani, poi.'». «Cosi iia detto?». «All'inclrca». (Più tardi, riflettendoci, a Cervo Bianco pareva di capire che il Primo Ministro amava gli italiani, indubbiamente, ma li considerava una scolaresca turbolenta, discoli con poca voglia di studiare, bisognosi di norme severe, di continue bacchettate sulle dita; e che il compito di maestro severo un po'ha ttraeva, un po' lo opprimeva). «Poi mi ha chiesto quali gravi motivi mi avevano condotto da lui. Nel telegramma si parlava di Fiume. Ero dunque un legionario? Ho detto: legionario proprio, no. Simpatizzante. Ammiratore. Ho molti a7iilci a Fiume. Per esempio Keller, l'eroico aviatore. Ah. Keller, lui ha detto, un bel tipo». «Conoscete Keller? Non me ne avete mai parlato». «Dalle contesse, a Trieste, qualche volta... Lui ha detto: un capitolo chiuso, altri compiti urgono, altre mete. Poi è tornato a chiedermi i motivi. Ho parlato della giusta lotta degli indiani, delle riserve violate, dei patti infranti, dei bambini che hanno fame, del petrolio che ci rubano, della Società delle Nazioni che sta sempre dalla parte dei prepotenti». «Deiprepotenti, ben dello» consenti Camilleri. «Ho chiesto l'alleanza dell'Italia fascista. Ho detto che avevo cercato di beneficare vari fasci locali secondo le mie possibilità, e anche la Milizia. Mi sono permesso di sollecitare Il suo impegno personale, lui che è un uomo così sensibile alla causa dei miseri, ma anche dei coraggiosi. Questa è una lotta che richiede perseveranza. Ho manifestato l'augurio che anche in seno alla nazione Indiana, che annovera tra sé tanti valorosi guerrieri, potesse sbocciare un uomo come lui: un Mussolini rosso...». «Un Mussolini rosso? Ma Mussolini è stato rosso, in gioventù... Non si sarà mica offeso, per questo accenno, se pure involontario?». « Non mi pare che si sta offeso. Era tranquillo». Ma cosa ha risposto?». «Non Ila risposto subito. Ha rovistato nelle sue carte, ha preso appunti, ha messo delle firme, delle sigle... Mi guardava... E' un uomo cauto... Forse diffidente del prossimo, per natura... Forse in gioventù ìia patito inganni le delusioni lo hanno fatto diventare prudente... Ha detto che incaricava della questione il ministero degli Esteri, che avrebbe assunto elementi di giudizio, e intarito era grato alla nazione indiana, lontana ma amica, per la simpatia che dimostrava al fascismo. Con gli amici, con i camerati l'Italia fascista non si tira Indietro, mai. Poi ha preso un tagliacarte che aveva sul tavolo, piuttosto pesante, col manico di cuoio lavorato, un oggetto di pregio, e se l'è battuto più volte nel palmo della mano. A me questo atteg giamento risoluto ha fatto venire un'idea grandiosa. Ho dello: Eccellenza, perche non organizziamo una marcia su Ginevra, sulla Società delle Nazioni, le camicie nere e gli indiani, insieme?». « Un'idea straordinaria.'» si Infiammò Baccu «Questa è un po' forte» disse Camlllerl. «Con le Alpi di mezzo, e la Savoia «Ha detto uriche lui qualcosa del genere. Poi ha chia malo il segretario con II campanello. Hanno confabulato all'orecchio. Non ho sentito bene. Ho solo sentito II nome Camilleri. Poi l'ho messo in guardia contro l'ulcera. Lui ha fatto un cenno al segretario, si è congedato. Il segretario mi ha accompagnato». «Ma perché hanno parlalo di me'.'». «Questo non l'ho capito. Forse come tramite, come ga rari te...». «Come garante» rifletteva Camilleri. «Ma perchè tanta fretta nel congedarsi?». «Ha detto die doveva partire per la Maremma, e poi per la Toscana... Che doveva fare dei discorsi... Al minatori... «Per la Maremma, già... Ma non avete parlato di altri abboccamenti, dieso, di altre Intese?». «Nonc'èstato tempo». «In effetti. Mussolini quando va per le spicce...». «Ma mi ha dato delle garanzie. Ho capito che appoggia la nostra causa». «Se è per questo, è un uomoche ha testapér tutto». «Ha promesso che mi avrebbe fatto cavaliere». «Cosi Sua Altezza sarà uno dei pochi cavalieri che san no stare a cavallo!» disse Bavcl. «Bocci, vi prego, non è il momento di fare dello spirito disse Camilleri «Propongo un brindisi» disse il principe. Com'era sua abitudine. White Elk Tewanna Ray offri generose libagioni a quanti gli capitarono a tiro nel bar dell'albergo in cui erano rientrati. Brìdarono alla nuova alleanza tra il fascismo e i pellerossa. Ernesto Ferrerò

Luoghi citati: Fiume, Ginevra, Indiana, Italia, Toscana, Trieste