La società delle termiti come un ergastolo ad aria condizionata

La società delle termiti come un ergastolo ad aria condizionata Torna Maeterlinck La società delle termiti come un ergastolo ad aria condizionata FATTI e cose del mondo animale cambiano totalmente secondo il punto di vista da cui li si considera. C'è il punto di vista del poeta, che esalta e trasfigura la realtà, abbandonandosi a facili lirismi e c'è quello più freddo e rigoroso dello scienziato che si guarda bene dall'aggiungere svolazzi di fantasia a ciò che osserva in natura, limitandosi a riferire obiettivamente quello che vede. E' la considerazione che viene spontanea alla mente, rileggendo nella bella collana dell'Ornitorinco di Rizzoli, «La Vite delle termiti' di Maurice Maeterlinck, il poeta, drammaturgo, romanziere, autore tra l'altro del celebre Pélleas et Melisande musicato da Debussy, che nel 1911 venne insignito del premio Nobel per la letteratura. Letterato dunque, ma anche entomologo, di vocazione più che di studi, visto che agli insetti sociali il poeta belga dedicò più di vent'anni della sua vita. Il suo capolavoro è decisamente 'La Vita delle Api' uscita alle stampe nel 1901, frutto dell'appas¬ sionata esperienza di apicoltore che Maeterlinck condusse in prima persona. Rizzoli ce l'ha riproposta nella stessa collana editoriale lo scosso anno. Questa 'Vita delle termiti', che vide la luce nel 1926, è forse meno trascinante dell'opera sulle api, probabilmente perché non scaturisce, come quella, da una esperienza diretta dell'autore. Le termiti Maeterlinck le conosce solo 'per delega bibliografica'. Ciò nonostante, il libro si legge ancora oggi con grande diletto e si scopre che, tutto sommato, le nostre conoscenze sulle cosiddette 'formiche bianche' — una denominazione impropria, perché non sono né formiche, né bianche—non hanno fatto grandi passi avanti in questi 54 anni. Indubbiamente la loro biologia è altrettanto affascinante quanto quella delle api. Per quanto cieche, sanno costruire nidi complessi e colossali rispetto alle loro dimensioni, nei quali hanno realizzato assai prima dell'uomo la tecnica dell'aria condizionata che consente a uno o due mi¬ lioni d'individui di vivere entro uno spazio limitato senza morire asfissiati. Si nutrono di cellulosa, la sostanza più diffusa sulla terra, che ha il solo difetto di essere normalmente indigeribile, ma risolvono questa difficoltà ospitando nel loro intestino una folla di protozoi specializzati nella demolizione della cellulosa. Hanno affrontato sin da tempi remotissimi il problema che assilla l'uomo da sempre e che si è fatto più angoscioso da quando gli agglomerati urbani hanno assunto proporzioni gigantesche: lo smaltimento dei rifiuti. Nel mondo delle termiti, gli escrementi vengono utilizzati principalmente come materiale edilizio e tutto viene riciclato nella maniera più razionale. Maeterlinck era a conoscenza di queste portentose capacità delle termiti, della meravigliosa complessità dei loro nidi sotterranei, provvisti in certe specie di sovrastrutture aeree alte persino 5 o 6 metri, vale a dire da 1000 a 1200 volte più delle minuscole artefici. Ma il termitaio è per lui 'la cupa repubblica stercoraria' dove «tutto è tenebre, oppressione sotterranea, asprezza, avarizia sordida e grossolana, atmosfera di ergastolo, di sepolcro», in netta antitesi con il mondo luminoso delle bionde api. dove «tutto è luce, primavera, estate, sole, profumi, spazio, rugiada». Bisogna dedurne che il pessimismo incipiente del Maeterlinck della prima maturità si sia ingigantito col passare degli anni. La sua è ormai una visione totalmente antropomorfica. Nelle società delle termiti, vecchie di duecento milioni di anni e forse giunte all'acme della loro parabola evolutiva, egli vede il modello profetico dell'umanità futura. «E' una specie di "anticipazione" quella che ci offrono le termiti? E noi c'incamminiamo verso un analogo fine?» si domanda l'autore, e la risposta, sottintesa o esplicita, è positiva. I. Lattes Coifmann Maurice Maeterlinck: «La vita dalle termiti», Rizzoli, pagine 170, lire 7000.

Persone citate: Debussy, Lattes Coifmann, Maeterlinck, Maurice Maeterlinck