«Grazie è dir poco... Io torno là, a scavare»

«Grazie è dir poco... Io torno là, a scavare» «Grazie è dir poco... Io torno là, a scavare» « Voglio raccontarvi una storia e voglio dire grazie a tutti. Sono un terremoto di Avellino*. L'uomo, circa 35 anni, fermo davanti a uno sportello del nostro salone di via Roma, ha la voce rotta, l'aspetto affranto. Non vuole dire il nome («Non ha importanza, so che per tutto il Sud voi state facendo l'impossibile*). Non vuole dire presso quali parenti è alloggiato nella nostra città («Ho portato su, dove ho familiari, i parenti anziani dalle macerie delle loro case*). E racconta. •L'indomani della tragedia, e non c'è altra parola per descrivere lo sconquasso del terremoto, ho preso con me sull'auto illesa i miei anziani, ho preso le loro poche cose, e sono partito, con quel che avevo in tasca. Non era molto, ma m'è bastato per le spese di benzina e d'autostrada*. Gli occhi s'arrossano. •Siamo arrivati . Adesso io riparto. Ma non aveva più benzina e i soldi erano sempre meno. Sono andato in piazza Rivoli, un distributore di benzina li vicino a un negozio di camicie. Due giovani parlavano del terremoto. Quando hanno visto la targa dell'auto, Avellino, quando hanno saputo che ero arrivato dall'inferno, allora, ebbene, sono stati meravigliosi. L'auto messa a punto, tutto controllato, il pieno di benzina. Volevo pagare. Mi hanno detto: "No, li tenga, ne ha bisogno lei se vuole tornare laggiù". E mi hanno dato 10 mila lire*. Adesso l'uomo piange. Guarda la gente In coda e dice: • Grazie. Grazie è dir poco. Io torno là, a scavare. Sotto le macerie ci sono i miei morti *.

Luoghi citati: Avellino