Abbiamo consegnato a nome dei nostri lettori un aiuto a 64 famiglie che hanno perduto tutto

Abbiamo consegnato a nome dei nostri lettori un aiuto a 64 famiglie che hanno perduto tutto Tra i superstiti di Conza della Campania, un paese che non sarà ricostruito Abbiamo consegnato a nome dei nostri lettori un aiuto a 64 famiglie che hanno perduto tutto Vivono in un campo profughi organizzato dai militari nel cantiere della diga in costruzione - Solo il serbatoio dell'acqua ha resistito, in cima alla montagna - Due donne sole: il terremoto ha portato via i mariti e i figli /I nostro inviato ci telefona da Conza della Campania: Soltanto l'ululare del vento tra le macerie e il rintocco metallico del badili spezzano ormai la quiete di questo paese fantasma. Dal cantiere della gigantesca diga sull'Ofanto allo sperone montuoso su cui Conza s'affaccia, le arcate di un viadotto ancora da inaugurare conducono ad un mondo di morti. Oltre 11 cordone sanitario dei blocchi militari c'è soltanto più il lento prodigarsi del vigili del fuoco, affiancati da nuclei di volontari e da soldati in ronda «antlsciacalli», con fucili, guanti e maschere da guerra batteriologica. Figure quasi spettrali in un teatro di disastro e di profondi silenzi. Non fanno rumore gli stivali di gomma, né le voci smorzate dalle mascherine sanitarie, né un corpo adagiato lentamente In una bara di legno; neppure fa rumore il pianto di un uomo, che vede il disinfettante sparso sulle macerie, a sottolineare la fine di ogni speranza. Perfino il Gesù e i santi lignei abbandonati sotto la pioggia, tra le rovine della cattedrale, sembrano non aver più forza per incoraggiare la ricerca di vita: gli ultimi paesani che lasciano Conza se ne vanno, purtroppo, tra quattro assi, senza volgersi Indietro. Al cimitero, di queste bare pronte all'uso (grandi o piccole, scure e bianche, da bambino) ve ne sono accatastate ancora 200; altre 140 sono già state sistemate con il loro triste carico net lo- culi in cemento costruiti l'anno scorso, gli unici rimasti in piedi, perché anche 11 resto del camposanto è crollato. •A Conza, già distrutta da un sismo nel 500 — mormora un vecchio — gueHt fra i 2270 cittadini che avrebbero dovuto andarsene in anni e anni, sene sono andati in pochi minuti, la sera di domenica scorsa. E forse questo paese non si rifarà più, o almeno non nello stesso posto. Non c'è nulla da salvare, è rimasto in piedi soltanto il serbatoio dell'acqua, oltre la piazza, in cima alla montagna, che aveva resistito anche alle scosse del 1962*. Oggi, riparati alla meglio nelle baracche degli operai che lavoravano alla diga In costruzione, i superstiti dei paese (circa 230 nuclei familiari) guardano quella cisterna che si staglia su in alto, contro il cielo, come un beffardo monumento al terremoto: goffo e inutile, fra cataste di rovine che ancora imprigionano decine di corpi. E' in questo campo, ben organizzato da reparti del «10° Celere» e dell'aeronautica militare, che abbiamo consegnato a 64 famiglie, le più povere, altri aiuti di «Specchio dei tempi». Ogni persona una storia di lutti, e per ciascuno l'incertezza del futuro. Ricordiamo, tra vicende esemplari di dolori, quelle di Laura Casciano e di Concetta Cerracchio, accomunate da destini quasi identici. Laura Casciano, 37 anni, ha perso sotto le macerie il marito Giulio Ciccone, 37 anni, idraulico del paese, e il figlio dodicenne Emilio, estratto dai soccorritori ancora vivo e poi spirato all'ospedale di Potenza; ora, china sotto il peso della sventura, deve farsi forza e assistere la madre Antonia Quaglietta. paralizzata ma estratta giovedì ancora in vita dalle macerie, e ieri trasferita in elicottero all'ospedale. Pressoché identica la tragedia vissuta da Concetta Cerracchio. 42 anni, moglie del titolare di una piccola rivendita di tabac¬ chi in paese: anch'essa ferita in modo grave, ha perso in un attimo il marito Giuseppe, 48 anni, muratore, e i figli Alberto, 22 anni, studente universitario, e Michele, 11 anni, scolaro di quinta elementare. Le squadre di soccorso le hanno restituito i ragazzi, ma il corpo del marito non si trova: forse per lui come per altri, quel cumulo di macerie squassate dal vento diverrà da domani, e per sempre, una tomba. Robert© Reale

Persone citate: Antonia Quaglietta, Concetta Cerracchio, Gesù, Giulio Ciccone, Laura Casciano

Luoghi citati: Conza, Conza Della Campania