I disinvolti sistemi del controspionaggio francese nei ricordi dello 007 coinvolto nel caso Ben Barka

I disinvolti sistemi del controspionaggio francese nei ricordi dello 007 coinvolto nel caso Ben Barka I disinvolti sistemi del controspionaggio francese nei ricordi dello 007 coinvolto nel caso Ben Barka DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI —Si legge d'un fiato, come un romanzo di spionaggio; non si tratta però di una storia immaginaria o di un copione di film, ma delle memorie di un capo del controspionaggio francese, Marcel Le Roy detto Finville, mandato in pensione perché .bruciato* nell'affare Ben Barka. Molti anni sono ormai passati dall'oscuro sequestro e dall'uccisione del leader dell'opposizione marocchina (catturato a Parigi da un commando di agenti francesi e di Rabat); e Marcel Le Roy, prima condannato come capro espiatorio della scandalosa vicenda, poi prosciolto, ha ormai lasciato Parigi per la Costa Azzurra. Ma il tarlo del¬ le tante imprese compiute e rimaste segrete lo ha spinto a scrivere un libro di ricordi per cancellare quell'unica macchia della sua carriera. Le memorie dello 007 francese hanno alcuni risvolti piccanti, che turbano adesso il mondo politico. Uno degli episodi narrati da Le Roy avrebbe avuto come ispiratore l'alloro giovane ministro delle Finanze Giscard d'Estaing, attuale capo dello Stato. Era il 1964, al tempo delle trattative per il Kennedy round sui commercio tra gli Stati Uniti e i Paesi europei La conferenza si svolgeva a Cannes e il servizio Sdece dì Le Roy fu incaricato di passare al setaccio tutte le camere della delegazione americana all'hotel Majestic per fotocopiare i docu¬ menti segreti la cui conoscenza sarebbe risultata decisiva perifrancesi nelle trattative. Come in ogni buon romanzo di spionaggio, all'azione partecipò anche un'affascinante .contessa*, incaricata di far perdere la testa ai membri della delegazione americana guidata da George Ball La storia naturalmente ebbe un epilogo scontato: grazie all'aiuto della .contessa*, tutti i documenti e gli appunti di Ball vennero fotografati mentre lo statista americano dormiva sonni beati Ma questo non è certo l'unico successo che Le Roy si attribuisce. Nel libro di memorie parla anche del trafugamento dei piani segreti del Tupolev e delle foto delle rampe missilistiche sovietiche, delle perqui¬ sizioni clandestine all'ambasciata americana di Dakar, dell'apertura (era routine; delle valigie diplomatiche non solo dei Paesi dell'Est, ma anche degli Stati Uniti e dell'Inghilterra. E ancora: la distruzione di una base dei resistenti algerini un piano per ritirare in una banca di Ginevra con un assegno falso i fondi dellTln (ma De Gaulle si oppose), il passaggio di informazioni che permisero ai cinesi di costruire la loro prima bomba atomica. Infine, l'ultima impresa: il progetto di furto di un'ogiva nucleare custodita in un deposito americano a Francoforte. «Come potevo spiegare in tribunale che non c'entravo con il rapimento di Ben Barka? Avrei dovuto dire che ero occupato con quella stona ben più importante in Germania. E ho preferito tacere», scrive Le Roy. Ma, a distanza di qualche anno, la spia in pensione si vendica oggi di Pompidou (che lo congedò bruscamente) accusandolo di aver cercato di usare lo Sdece per operazioni di spionaggio contro sindacati e partiti di sinistra. Qualche frecciatina raggiunge anche Giscard, per la spregiudicatezza dei mezzi usati quand'era ministro delle Finanze. L'unico che ne esce bene naturalmente è De Gaulle, che disdegava le spie, ma era maestro nel doppio gioco: passava informazioni segrete ai cinesi mentre era al culmine il suo idillio ufficiale con Mosca. Paolo Par runo

Persone citate: Ben Barka, De Gaulle, George Ball, Giscard D'estaing, Kennedy, Paolo Par, Pompidou