Estratti dalle macerie quindici bambini vivi

Estratti dalle macerie quindici bambini vivi A Senerchia, nel Salernitano Estratti dalle macerie quindici bambini vivi SALERNO — Senerchia è un paese di sepolti viri. «Quanti con precisione non Io sappiamo — dice Dionigi Sessa, il sindaco democristiano — ma non siamo lontani dal vero parlando di una sessantina. E ai sepolti vivi, a coloro cioè che sono già morti o prossimi a morire, bisogna aggiungere i 18 cadaveri estratti ieri». Il sindaco dice cosi alle 8 del mattino e un'ora dopo, trafelato, giunge Antonio Mazsone 25 anni, pastore: «Vostra sorella è viva, grida al sindaco e pure la vostra matrigna e forse altre due donne. Correte tatti, presto». E' proprio vero: Massone stava lavorando da solo già da due giorni, per recuperare il cadavere imprigionato di suo padre Pasquale, 60 anni, quando ha sentito debolissima l'invocazione di aiuto provenire dalla casa accanto. Alle 1448 la sorella del sindaco, Liberata (mal un nome di battesimo fu più premonitore) Sessa di 30 anni e sua madre Genoveffa Gasparro di 60 sono state estratte dalle macerie. Sono ferite ma non in modo grave. Guardie forestali, vigili del fuoco, volontari, dandosi continuamente il cambio hanno scavato cor le mani e con le affilate palette a lama orientabile della protezione civile. C'è un'altra notizia lieta, in questa giornata di tragedia: 1 soccorritori hanno udito flebili voci da alcune macerie e sono riusciti a liberare quindici bimbi, rimasti intrappolati nel crollo di un mungitene. Le loro condizioni non sono preoccupanti. Senerchia è un paese di sepolti vivi per la sua topografia; stradine incassate, quasi alla sommità dell'ultimo Appennino tra le file di case a tre piani Come nel giuoco dei bambini con le carte gU edifici sono venuti giù gli uni contro gU altri e la gente o è morta per la stradi, o, come Liberata Sessa ed 1 suoi parenti, è rimaste imprigionate nei locali di piano terra, suggellati da migliate di metri cubi di detriti. Per chi sale da Eboli lungo la lutea di eguale intensità del terremoto Senerchia è il primo paese quasi interamente distrutto.

Persone citate: Antonio Mazsone, Dionigi Sessa, Gasparro, Liberata Sessa, Massone, Sessa

Luoghi citati: Eboli, Salerno, Senerchia