Ferme le industrie: sono trentamila i lavoratori in cassa integrazione di Eugenio Palmieri

Ferme le industrie: sono trentamila i lavoratori in cassa integrazione Sui danni alle fabbriche incontro di De Michelis con i presidenti Iri e Eni Ferme le industrie: sono trentamila i lavoratori in cassa integrazione ROMA — Il dramma nel dramma: alle migliaia di morti si aggiungono i danni ingentissimì che molte industrie delle zone coinvolte dal catastrofico terremoto hanno riportato. Ancora nessun inventario è possibile, ma quasi l'intero Sud si è fermato. E dove gli impianti non sono stati resi inservibili dal sismo, spesso manca il personale in grado di farli funzionare. I pochi che si sono presentati ai cancelli sono stati rimandati a casa, mentre si allarga a macchia d'olio la cassa integrazione per gli oltre 30.000 occupati nel settore industriale di queste zone. L'Alfa Sud, uno dei maggiori «poli» di tutto il Mezzogiorno, è ancora bloccata; seri i danni anche all'Alfa Romeo-Apomi; nell'officina dove si lavorano i motori Saviem una campata è crollata. Alla Ita!tralo, alla Fag e-alla Merisinter (fonderla di Napoli) il terremoto non ha provocato particolari guasti, ma il personale è assente: 'Speriamo — diceva un dirigente — che nella maggior parte dei casi si tratti di assenze legate all'opera di soccorso. Ma certo è una tragedia immane». Cassa integrazione anche alla Itm di Potenza, dove sono andate fuori uso le caldaie nella sala compressori. Danni dappertutto, cambia soltanto che l'ente petrolifero aveva a disposizione erano già state inviate in Algeria in seguito al recente terremoto. La Saipem è in grado di mettere a disposizione dei soccorsi alcune macchine per rimuovere le macerie. Un comitato insediato al ministero coordinerà gli interventi d'intesa con il «commissario. Zamberletti. Iri —I casi più preoccupanti sono quelli dell'Alfa Sud e dell'Aeritalia. Sette ha detto a De Michelis che in tre mesi, attraverso l'Italstat, una società del gruppo, possono essere messe a disposizione, a partire da adesso, 3000 case prefabbricate (10.000 in cinque mesi). Sempre l'Italstat ha disponibili due ospedali prefabbricati e attrezzature da adibire a scuole per 5000 la loro dimensione. 'Lesioni si registrano nelle strutture di quasi tutte le imprese», ci dice per telefono un funzionario dell'Unione industriali di Napoli. Il ministro delle Partecipazioni statali De Michelis ha visto ieri mattina il presidente dell'Iri, Sette, e quello dell'Eni, Grandi. E' stato fatto il punto, un primo sommario conteggio dei danni e soprattutto si sono studiate le misure da prendere per alleviare i disagi e il dolore della gente cosi duramente colpita. Eni — Non si sono avute rilevanti interruzioni ai centri di distribuzione di energia. Si sta facendo un controllo della rete Agip, ma non si segnalano particolari disservizi. Una coincidenza tragica: le tende metri quadrati. La Finsider ha inoltre 600 alloggi monofamiliari: 400 da 4-7 persone, 200 da 2-4. Si stanno inoltre studiando, e dovrebbero essere adottate quanto prima, agevolazioni tariffarie per le persone che si recano via aerea sui luoghi del disastro. Efim — Leggeri danni all'azienda tabacchi di Pompei. Attraverso la società «Irpinia» verranno immediatamente distribuite 2 milioni e mezzo di scatole contenenti carne. Anche l'Alco e la Colombani invieranno alimentari in scatola. E' prevista pure una grossa spedizione da Recoaro di una carico di acqua minerale (come si sa, quello dell'acqua è uno dei problemi più assillanti). Si tratta di un primo lotto di misure elaborate tra lunedi e martedì, mentre i consigli di amministrazione dei vari enti stanno per decidere un contributo in denaro da mettere immediatamente a disposizione dei terremotati. Si è mossa anche la Confindustria che ha deciso di destinare mezzi finanziari ad anticipazioni previste dalla legge 50 a favore degli stabilimenti e delle attività artigiane, in modo da sopperire alle esigenze più immediate. Eugenio Palmieri

Persone citate: Colombani, De Michelis, Zamberletti

Luoghi citati: Algeria, Napoli, Pompei, Potenza, Roma