Mentre la casa crollava è volato fuori Sotto le macerie sono rimasti i 4 figli di Giuseppe Fedi

Mentre la casa crollava è volato fuori Sotto le macerie sono rimasti i 4 figli Viaggio fra i paesi più colpiti della provincia di Salerno Mentre la casa crollava è volato fuori Sotto le macerie sono rimasti i 4 figli DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE SALERNO — Gli ultimi dati della prefettura di Salerno parlano di 1613 vittime accertate finora in 31 paesi. Manca tutto. Nei centri più colpiti, Laviano, Santomenna, Castelnuovo di Conza, Coniano, e Ricigliano, i soccorsi sono scattati in ritardo. La gente si chiede: e se fossero arrivati prima? Il sindaco di Fiscia.no, Gaetano Sessa, con le sue frazioni più colpite, Langusi e Penta, dice: «£' uno situazione tragica. Sono centinaia e centinaia gli edifìci inabitabili. Su 9500 abitanti, migliaia i senza tetto'. Dal canto suo, ha disposto la requisizione della scuola media di Pisciano e della frazione di Galano. 'Ma lapopolazione — aggiunge — è affamata, ha freddo, non c'è luce, non c'è pane, mancano le coperte, i medicinali, l'acqua potabile'. Giù, a Langusi, mentre le ruspe mordono quasi con livore la massa dei detriti, un'altra storia sconvolgente: di una famiglia di sette persone, due superstiti. Vincenzo Capaldo, ragioniere alla «Brollo> di Salerno, era in casa con la moglie e i 5 figli. Di questi s'è salvato un ragazzo. Massimo, venuto fuori chissà come dai calcinacci. 'Quante volte avevamo protestato a Salerno, alla Gescal, per i difetti delle due costruzioni: c'erano anche già delle lesioni, quando pioveva era un disastro: Francesco Trabucco ha perso la moglie e quattro figli, quasi tutta la famiglia, nel crollo delle due palazzine della Gescal, in via Trinità. Lui s'è salvato perché, correndo a rotta di collo per le scale, lo spostamento d'aria l'ha fatto volare come una piuma lontano in strada. «Per me, l'inferno e ritorno' mormora tra i singhiozzi. La situazione è drammatica a Senerchia, un piccolo comune di poco più di mille abitanti tra Laviano e Contursi dove è giunto solo un gruppo di una ventina di soldati. Quasi tutti gli edifici del paese sono crollati. Solo il monumento ai caduti e la stazione dei carabinieri sono rimasti intatti. Fino a ora sono state recuperate 14 vittime ma secondo il sindaco, Dionigi Sessa, i morti dovrebbero essere oltre 100. Mancano all'appello 300 persone. In paese non c'è neanche una tenda e occorrono con urgenza medicinali, viveri e disinfettanti. Gli abitanti ri- masti in vita hanno passato la notte praticamente senza coperte e all'aperto. Calabritto, un paese arroccato su una collina, non esiste quasi più: ovunque, nelle strade strette, case crollate e mucchi di macerie. Si continua a scavare per recuperare le salme. Il lavoro è piuttosto difficile perché occorre spostare con le mani le pietre. Questo paese è stato uno degli ultimi ad essere raggiunto dai soccorsi. Ieri sera c'erano soltanto una ventina di soldati. I rinforzi sono giunti solo neila tarda mattinata di oggi. Secondo il sindaco, Toni Zucca, il numero dei morti sarebbe elevato, più di cento. Anche Conza è completamente rasa al suolo. In mattinata erano state recuperate oltre 50 vittime. A Santamenna quasi tutti gli edifici sono crollati, nelle ultime ore sono stati recuperati i corpi di oltre 20 vittime ma il bilancio potrebbe sensibilmente aumentare. Solo da poco tempo le ruspe sono al lavoro per togliere le macerie. Le autorità pensano che sotto i sassi ci siano almeno altri 80-100 morti. Intanto poco dopo le 14,30 è stata avvertita tra Contursi e Laviano un'altra lieve scossa di terremoto che ha fatto nuovamente traballare gli edifici pericolanti. Il terremoto col suo tragico carico di lutti apre ora un capitolo altrettanto drammatico per i sopravvissuti. E' il problema di chi non ha più una casa. Centinaia e centinaia di abitazioni sono state sbriciolate dalle scosse come presepi di cartapesta. Fare stime dei senzatetto è praticamente impossibile. Si parla di 50 mila nei soli cinque comuni più colpiti. Le prime cifre relative alle percentuali di inabitabilità danno un quadro sconvolgente: l'80 per cento a Siano, il 75 per cento a Nocera Superiore, l'80 a Nocera Inferiore, il 90 ad Angri, il 65 a Pagani, con una popolazione globale che supera i 150 mila abitanti. Attualmente, in tutta la provincia, si dispone soltanto di 283 tende e di 120 posti letto in roulottes. Alla prefettura sono pervenute richieste di almeno 50 mila posti letto, nonché di tic ospedali da campo da installarsi uno ?H Eboli e gli altri due in zone più duramente colpite. Per quanto riguarda l'erogazione dell'acqua, sono al lavoro i tecnici per il ripristino degli acquedotti nelle zone dell'Alto Scie. Si avverte anche l'esigenza di reperire un alto numero di bare perché, fino ad ora, è stato possibile trovarne soltanto poche. Che fare? La requisizione delle case, che teoricamente sarebbe l'unico provvedimento logico, è in pratica inutile, considerando che anche le eventuali abitazioni sfitte hanno subito in molti casi danni irreversibili. Sono circa 20 mila le persone interessate. E finora gli accertamenti dell'ufficio tecni¬ co municipale sono stati compiuti soltanto in un limitato numero di palazzi. «C'è chi chiede — spiega il sindaco — di essere messo in alberghi, ma come posso far fronte alle esigenze dì pochi di fronte al dramma di tutti, delle migliaia di senzatetto?». E' già difficile fronteggiare, con tende, roulottes, vagoni ferroviari, l'emergenza. Nel capoluogo, in quattro palazzi, per circa 300 appartamenti, si stanno ultimando le rifiniture. Tra un mese potranno essere consegnati. Giuseppe Fedi

Persone citate: Dionigi Sessa, Francesco Trabucco, Gaetano Sessa, Galano, Penta, Toni Zucca, Vincenzo Capaldo