Uccisi tre detenuti e 7 feriti nella rivolta di Poggioreale

Uccisi tre detenuti e 7 feriti nella rivolta di Poggioreale Uccisi tre detenuti e 7 feriti nella rivolta di Poggioreale Quattro sono stati colpiti con rudimentali armi da taglio, uno da un proiettile sparato forse a scopo intimidatorio dagli agenti di custodia - Molti reclusi sono stati trasferiti NAPOLI — La rivolta nel sono: Michele Casillo 27 angressori Cinque o sei detenu11 boss Raffaele Cutolo in NAPOLI — La rivolta nel carcere di Poggioreale scoppiata durante il terremoto è l'ultimo episodio di violenza accaduto nella casa di pena napoletana, la più affollata d'Europa (1900 reclusi). Nei drammatici momenti della scossa tellurica si è approfittato del panico e della confusione per compiere atti violenti, regolare conti in sospeso, forse uccidere qualche sospetto delatore o rivale in traffici illeciti. Tre reclusi sono stati uccisi a coltellate, sette sono rimasti feriti, uno è in fin di vita. Un bilancio pesante. I morti sono: Michele Casillo, 27 anni; Giuseppe Clemente, 24 anni; Antonio Palmieri, 26 anni. Sono tutti noti nell'entroterra napoletano, erano in carcere in attesa di giudizio. Si trattava di esponenti della manovalanza, nessuna figura di spicco, ma uomini legati a clan in lotta tra di loro. La dinamica degli agguati denuncia la volontà di approfittare del panico e della confusione creati dalle violente scosse di terremoto per eseguire le sentenze di morte. Michele Casillo era ricoverato nell'infermeria del carcere e 11 è stato raggiunto dagli ag- gressori. Cinque o sei detenuti armati di coltelli — ricavati affilando i manici di cucchiai e forchette — hanno fatto irruzione cogliendo di sorpresa il personale addetto all'assistenza e alla sorveglianza; hanno stroncato sul nascere i tentativi del medico e di un agente di custodia di opporsi, li hanno presi in ostaggio e hanno ucciso Casillo. Giuseppe Clemente è stato trovato morto in un corridoio del padiglione «Avellino», ieri mattina, quando la sommossa era già stata domata. Analoga sorte è toccata ad Antonio Palmieri. Era già sfuggito, mesi fa, a un attentato, mentre era ricoverato all'ospedale Cardarelli. Anche in quell'occasione aveva agito un commando che però non era riuscito a portare a termine l'impresa. Le tre vittime erano in attesa di giudizio: Casillo era accusato di associazione per delinquere e detenzione di armi; Clemente di sequestro di persona e Palmieri di tentato omicidio. Tra i feriti il più grave è Ciro Di Domenico. E' ricoverato all'ospedale Caldaroni, sotto stretta sorveglianza. La prognosi è riservata. E' stato colpito all'addome e al petto e ha riportato lesioni di organi interni. Era in carcere per rapina ed estorsione. Degli altri reclusi rimasti feriti, soltanto Enrico Buonoconte, di 51 anni, presenta una ferita d'arma da fuoco. Si ignora se sia stato raggiunto da un protettile sparato da agenti di custodia a scopo intimidatorio durante la rivolta, quando i duemila detenuti, rotti i cancelli delle celle, in preda al terrore si sono riversati nei cortili della casa di pena. Non si esclude l'eventualità che possa però essere stato oggetto, anche lui di un regolamento di conti. Si ignorano le motivazioni delle aggressioni, ma si suppone che trovino radici nella spietata rivalità tra bande. Le indagini sono affidate ai sostituti procuratori del tribunale Regillo, Pace e Martusclello. n ministero di Grazia e Giustizia ha inviato ieri a Napoli un ispettore per seguire da vicino le inchieste. Si è appreso, infine, che ieri 1ccprrtnnsrcncaqnznsTsodmdzste 11 boss Raffaele Cutolo, indicato come il capo della nuova camorra, si è adoperato per placare gli animi, per riportare i compagni alla ragione durante i momenti più drammatici della rivolta. Due suoi luogotenenti hanno fatto parte della delegazione incaricata delle trattative con il direttore della casa di pena per ottenere che le celle, nell'eventualità di nuove scosse di terremoto, rimanessero aperte in modo da poter raggiungere rapidamente i cortili. Tuttavia, anche nella giornata di ieri la tensione nel carcere non ha accennato ad attenuarsi. I detenuti sono inquieti, si è deciso di ridurne il numero anche in considerazione dei danni subiti da alcuni padiglioni a causa del sismo e della sollevazione. Trentadue sono già stati trasferiti ieri, altri partiranno oggi. Per tutta la notte, il carcere di Poggioreale è rimasto illuminato dai riflettori e presidiato da ingenti reparti di forze dell'ordine, per stroncare sul nascere eventuali nuovi tentativi di sollevazione o di evasione. a. 1. Castellammare di Stabia. Quel che resta di un edificio di cinque piani nel centro del paese (Ansa)

Luoghi citati: Avellino, Castellammare Di Stabia, Europa, Napoli