Drammatica giornata al ministero dell'Interno tra i parenti che chiedono notizie dei dispersi di Marco Tosatti

Drammatica giornata al ministero dell'Interno tra i parenti che chiedono notizie dei dispersi Drammatica giornata al ministero dell'Interno tra i parenti che chiedono notizie dei dispersi ROMA — Viminale, 8,15 di ieri mattina. L'ufficio «passi», a cui ci si rivolge per ottenere il permesso di ingresso al ministero, è affollato: sono agenti di ps, funzionari, impiegati, gente comune. Si accalcano davanti a una scrivania, dov'è seduta una segretaria con in mano un telefono collegato alla sala operativa. Vogliono notizie dei paesi dove hanno parenti, amici. «Teora è stata colpita? E Torretta dei Lombardi?». L'impiegata dietro la scrivania chiede, risponde, protesta con 1 colleghi della sala operativa clie vorrebbero troncare la comunicazione. Nomi di centri noti, come Castellammare e Nocera, si mescolano a quelli di paesi che ormai le scosse di domenica sera hanno ridotto a semplici indicazioni geografiche. Le notizie arrivano lentamente, troppo lentamente per chi ha legami di sangue e di affetto con i centri colpiti. Qualcuno si finge giornalista, passa ore nella sala stampa allestita al Viminale, nella speranza di sapere qualcosa di più, e più in fretta; con la paura di essere scoperto e cacciato. Una speranza vana; per ore i cronisti si devono accontentare di un dispaccio, emanato alle 7,40, di una ventina di righe. Troppo poche e troppo vaghe per dare un quadro della situazione, che incomincerà a delinearsi, in tutta la sua spaventosa drammaticità, solo nel tardo pomeriggio, a quasi 24 ore di distanza dal primissimo allarme. L'allarme è scattato alle 19,40 di domenica sera. Alla sala operativa del Viminale la giornata di festa era trascorsa come tante altre. In tempi normali la sala è attivata al minimo: due operatori telefonici e uno alla radio, oltre al dirigente di turno. Poi, nel giro di qualche minuto, i telefoni hanno cominciato a squillare: erano le prefetture e i comandi dei carabinieri di Napoli, Avellino, Salerno. Da Potenza la notizia del terremoto è venuta via radio. E' scattato 11 plano di emergenza, e il centralino del ministero dell'Interno ha iniziato la ricerca, a casa, di funzionari, dirigenti. Impiegati e operai. Per tutta la notte si è lavorato per attivare linee telefoniche, cercare contatti radio, dirigere le prime colonne di soccorsi, ricevere appelli drammati- ci di richiesta di aiuto. Ieri il centro funzionava al massimo delle sue potenziali-, tà. Nella sala rotonda, attorno al grande tavolo circolare, una dozzina di funzionari raccoglievano e smistavano notizie. Frasi, brani di conversazione captate al volo: •L'elicottero è a Potenza»; "Con Napoli non si parla»; "Le linee, le linee, fatele collegare». Al muro, una grande carta d'Italia, cerchietti rossi attorno ai nomi del disastro: Lioni, SantlAngelo dei Lombardi, Santomenna, Castelnuovo. Su un quadro vicino c'era chi aggiornava le disponibilità e la posizione degli elicotteri e dei mezzi dei vigili del fuoco. Altri tracciavano possibili percorsi su carte geografiche posate su tavoli con il ripiano trasparente illuminato dall'interno, per suggerirli poi ai soccorritori, che tentano di raggiungere le località più colpite e isolate. In alcuni centri le prime squadre organizzate di soccorso sono giunte dodici, tredici ore dopo il primo allarme. E, fatto salvo lo spirito di abnegazione di civili, militari e vigili del fuoco, il terremoto di domenica riaprirà ancora una volta le polemiche sull'opportunità di creare un sistema di «difesa civile, efficiente e decentrato, sull'esempio di quanto è già stato fatto in altri Paesi europei, Francia e Jugoslavia fra i primi. Anche davanti alla sala operativa del Viminale, come già nell'ufficio «passi», c'è un viavai continuo di dipendenti del ministero che chiedono informazioni. L'ingresso è proibito ai non addetti. Alla sala operativa si è trattenuto per una quindicina di minuti anche il ministro dell'Interno Rognoni, subito dopo il suo arrivo da Genova verso le cinque di ieri mattina. Ed è presente un funzionario del ministero degli Esteri: il suo compito è trasmettere alla Farnesina, e successivamente alle ambasciate e ai consolati italiani in tutto il mondo, notizie sui centri colpiti dal terremoto, per lenire l'ansia dei nostri emigrati. Marco Tosatti

Persone citate: Lioni, Nocera, Rognoni