Con un appello ha ritrovato chi uccise in auto sua figlia

Con un appello ha ritrovato chi uccise in auto sua figlia La disperazione di un padre ha reso possibile il processo Con un appello ha ritrovato chi uccise in auto sua figlia Condannato a 1 anno l'automobilista «pirata» - Il padre della vittima aveva distribuito volantini in tutta Rivoli per trovare i testimoni della sciagura «Un compenso di un milione di lire a chi darà indicazioni utili a rintracciare il pirata della strada che il 5 giugno, alle ore 15, con una 500 blu scura, sulla provinciale Rivoli-Villarbasse, ha urtato un giovane ciclista die, perso l'equilibrio, veniva investito mortalmente da un'altra vettura.. E' il 12 settembre '77. Un padre disperato distribuisce nella zona di Rivoli centinaia di volantini agli automobilisti, ai passanti: si chiama Antonio Meli, 53 anni, chiede aiuto alla gente per assicurare alla giustizia l'uomo che ha provocato la morte del figlio Giovanni, 21 anni, diplomato, iscrìtto a scienze politiche. Quell'annuncio è la sua ultima speranza: dieci giorni prima il giudice incaricato del caso, dopo tre mesi di indagini senza esito, ha dovuto chiudere l'istruttoria con una sentenza di • non doversi procedere per essere rimasti ignoti gli autori del reato.. L'appello di Antonio Meli non cade nel vuoto: «Dopo quello che mi è successo — disse allora — non pensavo di trovare tanta umanità nella gente. Molti mi hanno assicurato che avrebbero cercato di aiutarmi facendo volentieri a meno del milione di compenso.. il volantino viene pubblicato dai giornali e, finalmente, la speranza di Antonio Meli diventa realtà: la notizia è letta dai coniugi Presta che quel 5 giugno avevano assistito all'incidente. Il marito, Luigi, aveva preso anche il numero di targa della 500 scura, ma poi non ci aveva più pensato. Il (domale gli fa torna| re tutto in mente, l'uomo si ri volge ad un legale per avere un consiglio, si mette in contatto con gli avvocati Gianaria e Santoni, patroni di parte civile per la famiglia Meli. Si riapre l'istruttoria. Al Pra (pubblico registro automobilistico) si risale dalla targa al proprietario dell'auto. Si cluan i Ivo Casello, 57 anni, Rivoli. L'uomo ammette che quel giorno guidava la 500, ma nega ogni responsabilità nell'incidente. «Ho fatto un sorpasso regolare, il giovane è caduto quando lo avevo già superato.. Ieri il processo per omicidio colposo in quarta sezione del tribunale (pres. Capirossi). L'imputato, difeso dall'avv. Balestra, non si è presentato in aula: ha tentato inutilmente di raggiun- gere un accordo con la famiglia Meli sul risarcimento del danno, poi ha preferito tenersi lontano dal tribunale. La sua versione non ha retto, davanti ai giudici, agli attacchi della parte civile avvocati Gianaria e Santoni; la stessa perizia eseguita dal prof. Ghio, ha reso insostenibile la tesi del Casello. La condanna: 1 anno di carcere con la condizionale e una provvisionale di 10 milioni. * Franco Americo, l'operaio di 27 anni che nel dicembre '78 tentò di uccidere a coltellate la moglie Gaetana e cercò, per due volte, dì suicidarsi, prima buttandosi giù da un ponte, poi impiccandosi ad un palo, è incapace di intendere e di volere. Cosi ieri alla ripresa del processo in seconda sezione di corte d'assise (pres. Padovani) il problema da risolvere erano gli anni di manicomio giudiziario da infliggere all'imputato non punibile (difeso dagli avvocati Gian Andrea Giordano e Capelletto). Dopo una breve camera di consiglio i giudici hanno ordinato due anni di ricovero. Che all'origine del sanguinoso litigio tra i coniugi ci fosse la follia dell'uomo, si era visto già alla prima udienza davanti alla corte, a metà ottobre. «Non sono stato io a colpire Gaetana, l'ho solo minacciata. E' un complotto contro di me. aveva detto il giovane. Poi aveva raccontato un'assurda storia con personaggi inesistenti, nata dalla sua mente malata. * Pantaleo Monopoli, 30 anni, via Viterbo 136, è morto ieri mattina al Cto. Il 7 novembre scorso il giovane, che lavorava per la ditta Luigi Merlo, era caduto da un muro di tre metri.

Luoghi citati: Rivoli, Villarbasse