Processo Vendemini rinvio a primavera di Gianni Menichelli

Processo Vendemini rinvio a primavera Per la malattia di un imputato Processo Vendemini rinvio a primavera DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE FORLÌ' — Il processo Vendemini viene rinviato a nuovo ruolo (probabilmente addirittura a primavera), dopo essere nato sotto i peggiori auspici possibili,nell'auletta grigia del tribunale penale forlivese. I familiari del cestista scomparso (la moglie, la madre, il fratello più giovane) si presentano in lacrime al già mesto appuntamento: per una tragica coincidenza, il secondo dei fratelli Vendeniini, Piero, è morto pochi giorni fa, non ancora venticinquenne, in un incidente stradale. E' assente anche uno degli otto imputati, Ermanno Piperno, fino a tre anni fa medico della squadra di basket di Rieti: un certificato medico presentato dal suo avvocato, Luigi Colarieti, attesta che Piperno è affetto da broncopolmonite. Il presidente del tribunale, Federico Daniele, — un giovane magistrato dal volto pallido, dal profilo affilato, molto teso — esamina il documento, poi accoglie la richiesta della parte civile di procedere a visita fiscale nei riguardi dell'assente. Parte il fonogramma per la polizia giudiziaria di Rieti: e dopo qualche schermaglia fra giudici e avvocati l'udienza viene rinviata alle 16 (era cominciata alle 9,20 del mattino, per durare in tutto una mezz'ora scarsa). Alla ripresa, confermato da Rieti l'impedimento fisico del Piperno, il tribunale respinge una richiesta di stralcio della posizione del medico reatino, avanzata dalle parti civili: l'imputazione di concorso in omicidio colposo per tutti gli otto non consente di ignorare l'interdipendenza delle posizioni. Rinvio inevitabile, dunque, giacché non si può aprire il dibattimento in assenza non volontaria di un imputato. Le posizioni degli imputati appaiono fin d'ora ben delineate dall'ordinanza di rinvio a giudizio. Si possono distinguere quattro gruppi in ordine decrescente di gravità. Al primo appartiene il solo Renato Milardi, presidente della società di basket di Rieti: avrebbe attivamente evitato di dissuadere Vendemmi dal continuare l'attività agonistica, nonostante fosse perfettamente a conoscenza delle precarie condizioni di salute che avrebbero portato l'atleta alla morte improvvisa del 20 febbraio '77, e sarebbe colpevole anche di truffa aggravata per aver ceduto il giocatore, in quelle condizioni, alla China- martini Torino, per 210 milioni. E' la posizione più delicata: Milardi rischia complessivamente fino a 8 anni di carcere. Nel secondo gruppo si possono comprendere i dottori Enzo Borghetti (medico della Federbasket all'epoca), Antonio Venerando (direttore dell'istituto di medicina sportiva di Roma) e Gustavo Tuccimei (responsabile sanitario dell'ufficio di preparazione olimpica), i quali, essendo delegati per ufficio all'esame dell'idoneità sportiva degli atleti azzurri, non bloccarono Vendemmi, sottoposto al loro controllo come probabile olimpico prima dei Giochi di Montreal '76. Terzo gruppo: Gaetano Giuliano e Salvatore Condorelli, cardiologi della clinica romana Villa Bianca: avrebbero rilasciato, su «pressioni altrui», un certificato medico di idoneità all'agonismo a Vendemmi, che pure era stato inviato a loro per un esame preoccupante come il cateterismo cardiaco. Infine c'è la coppia dei medici sociali, Ermanno Piperno per la Brina Rieti e Giovanni Sobrino per la Chinamartini per i quali il pm Ferretti, in fase preistruttoria, aveva proposto il non luogo a procedere. Gianni Menichelli

Luoghi citati: Forlì, Rieti, Roma, Torino