Una vendetta giapponese? di Renato Proni
Una vendetta giapponese? OSSERVATORIO Una vendetta giapponese? Il governo di Tokyo, secondo ambienti della Commissione Cee, condiziona l'acquisto di armamenti europei per il suo programma di difesa alla libertà di vendere i propri prodotti nei Paesi comunitari, automobili comprese. Poiché il Consiglio europeo dell' 1 e 2 dicembre a Lussemburgo discuterà criticamente il passivo della Cee nella bilancia commerciale con il Giappone (circa 9 mila miliardi di lire), le autorità di Tokyo hanno indicato il loro dissenso interrompendo il negoziato per l'acquisto di missili terra-aria «Rapier» di fabbricazione britannica, per un valore di 220 miliardi di lire. Questa commessa per l'industria bellica inglese doveva essere la prima di tutta una serie, dato che il Giappone si propone di aumentare le spese per la difesa, alla quale dedica attualmente meno dell'I per cento del suo reddito nazionale, contro il 14 per cento dell'Urss. Il progetto di dotare tutte le forze antiaeree giapponesi di «Rapier», per esempio, avrebbe comportato la spesa di 2200 miliardi di lire. Secondo quanto ha dichiarato il capo dell'Agenzia di difesa, Jojy Omura, le Forze Armate nipponiche saranno invece dotate di missili «Tansam», della Toshiba Corporation, considerati migliori di quelli europei. Gli esperti dell'aeronautica giapponese, oltre a quelli della Nato, non sono affatto d'accordo: i «Tansam» costano circa il doppio dei «Rapier» e hanno un sistema direzionale superato, a raggi infrarossi. La verità è, si dice alla Cee (la quale ufficialmente non si occupa di problemi di armamenti), che i giapponesi vogliono mantenere chiusi i loro mercati anche nel settore aerospaziale (o favorire, semmai, gli americani). La Francia, ringlulterra e l'Italia, invece, speravano anche nelle vendite degli arma¬ menti per raddrizzare il loro passivo commerciale con il Giappone. E' un problema serio: in prospettiva, il Giappone svilupperà la sua industria aerospaziale facendo concorrenza agli europei e ponendo anche problemi di ordine politico. A far scegliere i «Tansam» sono state le pressioni politiche e industriali interne. E' noto che in Giappone le grandi industrie influenzano direttamente la politica nazionale e internazionale. Il caso dei «Tansam», per i quali il contratto ufficiale non è stato ancora firmato, riguarda tutta la Cee, poiché pone quesiti importanti sui rapporti commerciali tra l'Europa e Tokyo, La Commissione europea vorrebbe evitare ogni blocco all'importazione di auto giapponesi in cambio di concessioni commerciali da parte del Giappone in altri settori. Ma l'opinione pubblica nella Comunità, oltre alle aziende automobilistiche, non è favorevole a questa strategia, data l'estrema difficoltà di penetrare nei mercati giapponesi, anche dopo l'abolizione degli ostacoli «ufficiali». Dopo i colloqui della delegazione capeggiata da Umberto Agnelli a Tokyo, la questione delle auto è al centro dell'attenzione europea. Il Giappone, però non fa alcuna concessione né nel settore delle auto, né in quello delle importazioni di prodotti agricoli europei. Si spera sempre, tuttavia, che il governo di Tokyo costringa le industrie automobilistiche giapponesi ad autolimitare le loro esportazioni in Europa, ma si dovrà attendere di sapere a quale livello saranno limitate. I capi dei governi della Cee, dunque, sono chiamati a elaborare una nuova strategia verso il Giappone per evitare una guerra commerciale, che sarebbe negativa per tutti, ma anche per riequilibrare gli scambi. Renato Proni Il nuovo esercito nipponico non vuole più i missili «Cee»
Persone citate: Umberto Agnelli
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