Chi garantirà l'autonomia della scienza?

Chi garantirà l'autonomia della scienza? RELIGIONI E SOCIETÀ' Chi garantirà l'autonomia della scienza? E' proprio necessario il fervore di ricerche sul «caso Galilei» che sta impegnando un organismo ufficiale della Chiesa e una commissione di sei Premi Nobel, costituita dalla Federazione mondiale degli scienziati, presieduta dal professor Antonino Zichichi, vicino a papa Wojtyla? La domanda si pone dinanzi a ben altre urgenze del mondo contemporaneo, visto che l'esperienza storico-culturale ha reso giustizia al padre della scienza moderna e la Chiesa ammette ormai autonomia fra scienza e fede. D'altronde non è pensabile una «revisione» del processo o, meglio, dei due processi (1616 e 1633) celebrati dal Sant'Uffizio contro Galilei la cui «riabilitazione» è nei dati scientifici di ogni giorno. Ha fatto bene Monsignor Bernard Jacqueline, sottosegretario del Segretariato per i non credenti, a chiarire che il suo organismo, incaricato da Giovanni Paolo II, si limiterà a pubblicare studi e saggi sul caso Galilei, senza riaprire un processo per il quale non avrebbe alcun titolo, non essendo un tribunale (e che risulterebbe piuttosto ridicolo). Il «caso Galilei» è stato indubbiamente per tre secoli e mezzo il grande scoglio frapposto tra la Chiesa e la scienza. L'ultimo Concilio ne discusse a lungo e nel paragrafo 36 della Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, si esprime cosi: «.A questo punto, ci sia concesso di deplorare certi atteggiamenti mentali, che talvolta non mancano nemmeno tra i cristiani, derivati dal non avere sufficientemente percepito la legittima autonomia della scienza e che, suscitando contese e controversie, trascinarono molti spiriti a tal punto da ritenere che scienza e fede si oppongano tra loro». Una nota, a pie del documento conciliare, precisa: «C/r. mons. Pio Paschini Vita e opere di Galileo Galilei, Libreria editrice Vaticana, 1964». A questo cenno autocritico, chiarito in termini molto sfumati nella «nota», si richiamò papa Wojtyla il 10 novembre '79 alla Pontificia Accademia delle Scienze per confermare che la Chiesa riconosce l'errore compiuto da suoi rappresentanti nel XVII seeolo. E' un'ammissione che ha un proprio valore storico. ma che necessariamente era imposta dalla realtà delle conquiste scientifiche, fondate sulle teorìe galileiane. Gli studi sul «caso Galilei», esclusa la revisione degli atti processuali celati da 350 anni nelle segrete vaticane, possono servire soprattutto a creare una simpatica atmosfera attorno a un papa che, anche da cardinale a Cracovia, amava riunire scienziati e intellettuali, per sviscerare i rapporti fra scienza e fede. Ovviamente questi rapporti sono basati sulla reciproca autonomia, a parte gli aspetti etici che toccano non solo la morale cattolica, ma la morale tout-court. Basti pensare, ad esempio, alla cosiddetta «ingegneria genetica» che investe il diritto stesso della vita per comprendere che l'autonomia della scienza ha precisi limiti morali. La Chiesa, come qualsiasi altra istituzione spirituale, ha il diritto-dovere di richiamare l'osservanza di tali confini, ma per far questo è proprio necessario un nuovo studio del «caso Galilei»? Se. poi, le ricerche in corso mirassero — come è possibile — ad attenuare l'autonomia della scienza rispetto alla fede, perché •tutte le cose create dipendono da Dio», allora si presenterebbe il rischio di un nuovo conflitto forse più grave e profondo di quello, ormai superato, aperto nel XVII secolo dal Sant'Uffizio. Il rischio esiste perché la scienza, per sua natura, si fonda sulla razionalità crìtica, mentre la Chiesa porta una visione totalizzante che ingloba le realtà terrestri nel concetto di Dio Creatore. Sono considerazioni d'attualità dopo il discorso, stimolante ma da chiarire, di papa Wojtyla agli scienziati nel Duomo dì Colonia (15 novembre). Ribaltando la situazione, disse: -Oggi è la Chiesa che prende le difese della ragione e della scienza», sollecitò «un rinnovato dialogo» per il Terzo Millennio. Ma aggiunse che la Chiesa si propone di restituire alla scienza «il senso» che la legittima: il servizio dell'uomo che presuppone — precisò il Papa — un •vivo rapporto con la Verità rivelata all'uomo come dono di Dio». Quali criteri e quale autorità garantiranno l'autonomia della ricerca scientifica? Lamberto Fumo

Luoghi citati: Cracovia