Un drogato di 8 anni

Un drogato di 8 anni ALLARME IN AMERICA: MIGLIAIA DI BAMBINI TOSSICOMANI Un drogato di 8 anni Jimmy, un bambino negro, aveva solo cinque anni quando cominciarono a iniettargli eroina - Casi come il suo sono diffusi anche tra i bianchi - Nel '79 l'Fbi incriminò 25 mila ragazzi per uso e spaccio di stupefacenti - Le famiglie sorvegliano i figli, chiedono che la prevenzione cominci a scuola DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Jimmy ha otto anni, i capelli colore della sabbia sporca, occhi marrone enormi, da angelo negro. La pelle morbida delle sue braccia è segnata dai buchi delle siringhe. Jimmy è un tossicomane della tersa generazione, come la madre prima di lui, e prima ancora la nonna. Si droga in casa da quando ha cinque anni: gli inietta l'eroina l'uomo che gli fa da padre, Ron. Ron è l'idolo di Jimmy. «Da grande, dice, sarò uno spacciatore come lui. Diventerò ricco. Avrò bei vestiti, l'automobile, una villa. Voglio imparare l'aritmetica per diventare ricco». // bambino chiede di essere • bucato» tutti i giorni, e Ron, che vive con la madre, lo «buca» accarezzandolo. Il bambino paragona l'effetto dell'eroina all'andare in giostra: «Voli, e non scenderesti mai». Con orgoglio, spiega che si guadagna tutto. Jimmy è noto in tutta l'America perché Janet Cooke, una cronista del Washington Post, è andata a casa sua a intervistarlo. Janet gli ha parlato a lungo, ha visto Ron • bucarlo» mentre la madre, Andrea, alzava le spalle. Poi ha scritto un articolo che ha sconvolto la nazione più forte della Terra. Ha raccontato che Jimmy è figlio illegittimo, che Andrea si è messa con uno spacciatore di droga perché non ce la faceva più a vivere di prostituzione e di borseggi, e che in casa entravano solo i drogati. «Nel ghetto, le ha detto Andrea, non vivi, sopravvivi. Jimmy e io stiamo molto bene, siamo fortunati». La giornalista ha rifiutato di svelare alla polizia di Washington quale sia il cognome di Jimmy e dove si trovi la sua casa. Per un po', la polizia ha cercato il bambino, poi si è arresa. «Che cosa volete, ha detto il portavoce, ce ne sono tanti. In questa città l'anno scorso, per abuso o spaccio di droga, abbiamo arrestato 327 minorenni. Chissà quanti altri ci sono scappati. Incominciano presto, anche a sette o otto anni. Se i genitori non ci aiutano, né noi né la scuola possiamo farci niente». La scuola, per intervenire, dovrebbe coglierli in fallo. «Ma in genere i bambini quando sono drogati non disturbano. Ci vorrebbe sempre un medico sul posto, e mancano i fondi». La storia di Jimmy ha destato orrore, ma non dovunque. Nel ghetto, dove la droga è un connotato della condizione negra, Jimmy è divenuto un folk hero, un eroe folcloristico dell'adolescenza. Intorno a lui fioriscono aneddoti e ballate. «Per gli altri bambini, dice la polizia, Jimmy è un leader, una celebrità. La maggioranza di loro è senza padre, e si indentifica col compagno che ha successo. E' una pazzia, lo sappiamo: ma nelle strade di Washington si dice già di un piccolo spacciatore che è "un Jimmy": cioè che si arrangia, che ha sfondato». La droga tuttavia non è so-. lo la piaga dell'infanzia ne-. gra. Da un anno circa, si è diffusa anche tra i bambini bianchi, dapprima gli ispano-americani dei quartieri poveri delle metropoli, poi tra i wasps dei quartieri alti e dei sobborghi. Nel 79 l'FBI ha ottenuto l'incriminazione (per uso o per spaccio di stupefacenti) di quasi 25 mila ragazzi al di sotto dei 14 anni a New York, Los Angeles, Chicago, Filadelfia, le quattro maggiori degli Stati Uniti, e a Miami e San Francisco, i due centri dello spaccio. Migliaia di altri sono stati ricoverati in ospedale. «In parte, dice Maury Hatton, del Centro di riabilitazione della capitale, è una eredità dei miti della controcultura degli Anni Sessanta. Vi sono genitori che danno droghe ai figli con lo svezzamento. Abbiamo registrato casi di bimbi nati tossicomani, col sangue avvelenato dalla madre. Purtroppo non esistono statistiche esaurienti sulla tossicomania minorile. Tra il '71 e il '78 abbiamo combattuto contro la droga una lotta spietata e vittoriosa. I decessi per overdose sono scesi da tremila sotto i mille all'anno. Malauguratamente, a quel punto abbiamo smesso». Il dottor Du Pont, uno psichiatra che ha lavorato nel Consiglio antidroga della Casa Bianca, afferma che in un Paese uso come gli Stati Uniti alla commercializzazione dell'infanzia «l'assalto dell'eroina, della cocaina, degli allucinogeni» era prevedibile. «Nel '78, abbassando la guardia, abbiamo commesso un errore imperdonabile, osserva. Abbiamo accantonato ogni prevenzione, dimenticando che i bambini sono un mercato ricco e facile»- Dalla Sicilia Mentre pochi anni orsono si smerciava droga presso le università o i licei è lungo «il Miglio d'Oro», cioè la strada dei divertimenti dei quartieri popolari, oggi la si smercia anche presso le scuole elementari e nei giardini pubblici Bambini come Jimmy distinguono l'LSD dei vecchi •Figli dei fiori» dal PCP, la nuova 'polvere d'angelo»: sanno coltivare l hashish in giardino e mescolare lo zucchero alla cocaina. «TI problema, sottolinea Du Pont, è stato aggravato da un'improvvisa abbondanza di oppio sui mercati». Un tempo, il Narcotic Bureau doveva fronteggiare soprattutto il contrabbando dall'Indocina, dalla Turchia e dalla Colombia. Dopo la guerra vietnamita e la rottura del «legame francese», reclamizzata dal film II braccio violento della legge, e dopo gli accordi con Ankara e Bogotà, il fronte della droga si è spostato neit'.aureo triangolo» dell'Asia centrale: l'India, il Pakistan e l'Afghanistan. «Quantitativi enormi, dice Du Pont arrivano in Europa per la raffinazione in Sicilia o nel Sud della Francia e di là raggiungono gli Stati Uniti». Il medico ritiene che passeranno anni prima che le autorità riescano a debellare il traffico dal « triangolo» ai laboratori italo-franco-tedeschi. «Questa volta, conclude, l'epidemia si accentuerà non più sul ghetto ma sulla classe media». Le famiglie americane reagiscono come meglio sanno. Dopo anni di permissività ritornano alla disciplina e alla lesina, fanno in modo, come consiglia una pubblicità televisiva, di sapere sempre dove e con chi sono i loro figli. Ma la sorveglianza non può essere totale né continua. Cresce il numero dei minorenni che rubano e delle minorenni che si prostituiscono per procurarsi soldi per « bucarsi». Julius Martinez, il responsabile dell'Ufficio antidroga dello Stato di New York, ricorda che una dose di eroina costa quasi 100 dollari, e una di cocaina quasi la metà. «I nostri figli, lamenta, vengono spinti sulla strada del crimine. Dobbiamo di nuovo organizzarci: la piaga è tale che ne va di mezzo il futuro della nostra società». Il Metadone Come Hatton e Du Pont, Martinez mette in rilievo lo sbaglio del governo Carter nel decurtare i finanziamenti per l'assistenza ai tossicomani. Nixon, edotto dalla tragedia dei reduci dal Vietnam, drogati e incapaci di reinserirsi nella vita civile, aveva stanziato il più massiccio bilancio della storia americana. «Ma nel nostro Stato, protesta Martinez, per quanto riguarda la disintossicazione siamo caduti da undicimila posti letto a zero e da oltre quattromila medici e assistenti sociali a meno di trecento. Non abbiamo mezzi per aiutare bambini come Jimmy. Se una famiglia non è ricca o potente, va incontro a traumatici rifiuti o ritardi». Martinez è dell'idea che debbano essere ripresi subito programmi come il controverso Metadone e la riabilitazione degli ex drogati. La disattenzione del '78 ha impedito alla superpotenza di aggiornare i dati sulla tossicomania. Ma si differenzia enormemente tra marijuana, cocaina e eroìna. La marijuana, ormai caratteristica della high society, è quasi accetta in undici Stati dell'Unione tra cui quello di New York: in essi il suo possesso in piccole dosi è stato ridotto a reato civile, punibile solo con la multa. La cocaina è considerata un nemico non mortale. L'eroina invece, sostiene Maury Hatton, «è l'anticamera dell'inferno fisico e morale». Si calcola che l'anno scorso gli eroinomani superassero i seicentomila, di cui centocinquantamila nella sola città di New York. Quest'anno si paventa un'esplosione, come neppure in Europa si può immaginare. Sull'onda dell'intervista del Washington Post a Jimmy e delle cronache di vita della tv a Harlem, le famiglie americane hanno chiesto che la scuola sia adibita anche alla prevenzione della droga. Corsi medici, psichiatrici, di assistenti sociali, di psicologi, di personaggi celebri, dovrebbero essere inseriti nel curriculum fin dalle prime classi. E' una riforma che richiede tempo, finanziamenti, uomini. Per ora, non può aver presa su bambini che, all'ingresso o all'uscita della scuola, si vedono offrire droghe con nomi suggestivi come «La domenica nera», -L'angelo della morte», -L'espresso di mezzanotte», »Il Watergate blue», -Il Watergate rosso». Per loro, i Jimmy del nostro tempo, la riforma potrebbe arrivare troppo tardi. Ennio Caretta