Lunga notte degli ostaggi di Guido Ceronetti

Lunga notte degli ostaggi IL RICATTO DI TEHERAN PENDE SU TUTTI NOI Lunga notte degli ostaggi E 4 novembre 1979 è stata inventata una nuova professione: quella di ostaggio. Prima di allora era uno stato provvisorio, fissato a volte da un finale di morte. Ma dal 4 novembre 1979 è una condizione stabile. Quelli che erano gente d'ambasciata — per leggi immemorabili, intangibile — sono da quel giorno diventati ostaggi, cioè una merce di scambio, oggetti miserabili per ondate di ricatto, prigionieri avviliti e privi di voce, ombre deportate, minacciate di processi e di condanne per colpe, fuori della paranoia dei carcerieri, inesistenti. Sono gli ostaggi americani di Teheran. Oggi sparsi in varie cripte, pareva dovessero tornare liberi allo scadere dell'anno, a patto che l'America li comprasse con una tremenda, sfimitatrice umiliazione. Un giorno sapremo intera la loro storia. Per ora non sono nod neppure i nomi, eccetto dei pochi che sono stati rilasciati. Ma torneranno tutti? Tutti insieme? O nessuno? Si può dire in quale giorno il loro sequestro, molto prima del rapimento, è cominciato. Fu anche molto prima che il funesto vecchio tornasse in Persia per fondare la sua repubblica di catastrofe. Il giorno in cui fece il giro del mondo l'immagine dell'ambasciatore americano che lasciava Saigon con la sua bandiera arrotolata sotto il braccio, fu cancellata in tutta l'Asia la persuasione religiosa dell'invincibilità dell'America. Una fotografia maledetta e punitrice: creatrice di disastri, più che documento di una sconfitta. La forza è fragile, questa è la verità. Resta forza solo finché è creduta forza. Israele non è gli Stati Uniti, ma finché s'imporrà come immagine di forza non sarà distrutto. L'America, con la sua capacità di distruzione di mezza galassia, è stata vista e sentita debole da grandi moltitudini ignoranti (con un certo sconforto, credo) e da qualche clan di farabutti — alcuni altissimi, altri reclutati negli strepitosi pullulamenti universitari — e questi hanno pensato che si poteva ormai camminare impunemente sulla pancia del colosso, fino a piantargli un palo appuntito nei ventricoli. Così gli urlatori dei deserti hanno morsicato i polpacci dell'Americano — nel frattempo rotolato nella fosse d'aisance del Watergate — e i nani di Lilliput lo hanno legato con fili di ferro, sottraendogli cinquanta suoi inviolabili cittadini. La forza sfidata è rimasta legata. Spostando qualche cannone navale ha voluto far vedere che ancora ha denti. ★ * I denti ci sono. Ma dopo l'uomo con la bandiera arrotolata e un presidente costretto a dimettersi per un intrigo, ha regnato alla White House un'ape regina che nessun amico dell'America potrà mai rimpiangere, fosse anche pessimo il successore: il povero Carter, a cui Machiavelli avrebbe applicato l'epigramma che dedicò a Pier Soderini. Lo sfortunato capo anacarismatico tentò un colpo di forza senza averla nei reni e nella testa: ma i colpi miracolosi alla Entebbe riescono soltanto se ci sono reni e cuore e testa adeguati nel volerli e nel prepararli. Uno scacco peggiorato dalle scuse diffuse per televisione... E un altro sfregio sull'icona America in Asia, in Europa e là dove si preparano le nostre sciagure peggiori, tra i cunicoli del Cremlino. L'America è un'officina di potenza terrificante: ma se questa potenza cessa di essere mito, ne va persa l'efficacia, la presa sulle cose. Non basta che sia reale, deve essere innanzi tutto illusoria. Sono messaggi di finzione quelli che stregano il mondo. In epoca trumaniana, la prigionia di quei cinquanta sarebbe durata ventiquattrore. Anzi, non ci sarebbe stata nessuna cattura. Potremmo misurare la reale capacità sovietica di determinare eventi per mezzo dell'immagine della sua forza, se qualcosa di analogo capitasse ad un'ambasciata dell'Urss: un ricatto lasciato durare più di tre giorni annuncerebbe che il 1984 di Amalrik è vicino. Mancare di alleati sicuri è ancora più triste. Quella gente sarebbe tornata libera subito, senza questa vergogna di alleati adantici che regolarmente tradiscono. Qualche Kissinger sufficientemente scettico descriverà al nuovo presidente la specie sordida e infida che vive libera e prospera sotto le ascelle protettrici dell'America? Di- ceva Renan: «L'Italia tradirà sempre». Questo si può dirlo adesso di tutta l'Europa: amici americani, l'Europa — l'ha più volte brillantemente provato — vi tradirà sempre. E' una gigantesca Italia. Le sue proteste per il crimine e il disonore di Teheran valgono quanto le calcolatamente innocue, le sapientemente generiche allocuzioni di Pio XII quando a Treblinka ardevano i crematori e il gas della migliore industria chimica europea addormentava i duecento bambini di Kórciak. ★ * Il Corano, libro santissimo, dice che Dio illumina o accieca chi vuole. Lo credo anch'io. Ed è abbastanza chiaro che non ha voluto particolarmente luminose le rivoluzioni dette islamiche, né illuminarne i capi. Ho trovato invece, in recentissime dichiarazioni dell'algerino Ahmed Ben Bella, della vera saggezza, di politico e di credente. Spero proprio che Ben Bella ritorni presto a essere un capo, e che insieme all'Egitto di Sadat l'Islam francofono magrebino sia illuminato da Dio in questa notte in cui lo sciismo di Stato a Oriente si avviluppa di crimini mentre dai luoghi di più ostentata fede islamica partono ordini di aggressione contro le pietre sacre e le vite dei pellegrini della Mecca. Non parliamo della solidarietà degli islamofili verso i loro fratelli afghani: hanno mandato un solo uomo? Un fucile? Li lasciano napalmizzare dai Mig\ Schiacciare dai Tu-34\ Anche loro sono Italia, e quale Italia! Ecco qua un frammento della dichiarazione di un deputato iraniano sulla faccenda degli ostaggi: «I fatti parlano chiaro. L'America è una colonia del sionismo e l'Unione Sovietica è una colonia americana. Questa è la realtà». Trattare è bene, ma con chi si tratta, a Teheran? Se questi sono i legislatori, che cosa striscerà nella testa degli agitatori e dei carcerieri? Con un potere follemente demonocratico negoziare è utile quanto succhiarsi un dito. «Siamo circondati da Paesi interi di abbrutiti anafilattici, il minimo choc li precipita in convulsioni assassine che non finiscono più»: questa diagnosi, del medico Celine, fu fatta nel 1932. Non c'è male: buona parte di quel che chiamiamo pateticamente Terzo Mondo ci sta dentro perfettamente, men¬ tre l'Europa ha cambiato maschera di demenza. Il nuovo modo europeo di perdere il mondo (e di maturare il proprio suicidio) è il cordone om¬ belicale gonfio di tecnica micidiale e di denaro con cui nutre in cambio di petrolio le convulsioni degli «abbrutiti anafilattici» d'Oriente. Non solo li lasciamo fare, ma li sosteniamo e premiamo. Può la balia europea dei thugs che ricattano da oltre un anno l'America con cinquanta inviolabili persone trasformate in ostaggio (per le quali il riscatto cambia secondo l'opportunità: morto lo Scià si chiedono soldi, armi, insensate Canosse) essere nello stesso tempo alleata politico-militarmente degli Stati Uniti? Alleata per fare cosa? Per dare una mano al ricattatore? Pende su tutti, su tutti noi. la notte senza legge della clava. No, non sarà mai finita. Da un anno si consuma, laggiù, questo nefando stupro. Per una volta, un problema chiaro di scelta tra bene e male, tra diritto e caos. Non trasciniamo nel turpe la sacra parola pace. Non c'è pace con chi fa il male. E' tragico che finora il braccio armato del diritto non abbia potuto sciogliere il nodo. Guido Ceronetti I,'ayatollah Khomeini in una caricatura di David Levine (Copyright N.Y. Revtew of Books. Opera Mundi e per l'Italia .La Stampa.)

Persone citate: Celine, David Levine, Khomeini, Kissinger, Machiavelli, Pier Soderini, Pio Xii, Sadat