Avviare un piano energetico basato su carbone e nucleare
Avviare un piano energetico basato su carbone e nucleare Le conclusioni di tecnici ed economisti a St-Vincent Avviare un piano energetico basato su carbone e nucleare DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE SAINT-VINCENT — Nei tre giorni di discussione sul futuro energetico italiano una sola conclusione è emersa dalle sedici relazioni, dai numerosi interventi e dalla tavola rotonda che, moderata dal giornalista Guido Botta, ha visto la partecipazione dell'economista Siro Lombardini e di tecnici italiani, cinesi, canadesi. La conclusione è che «non c'è più il minimo margine di temporeggiamento*; qualcosa bisogna fare. E questo «qualcosa» significa dare l'avvio al programma di costruzione di centrali a carbone e nucleari. L'altro giorno è stato lanciato un allarme sul carbone, sulla radioattività delle sue ceneri «Afa non esageriamo — dice l'ing. Paolo Lendini, del servizio ambiente dell'Enel —, in tutta la Terra c'è una radioattività naturale provocata da uranio e torio. In Valle Padana, l'uranio esiste nella misura media di 2,6 parti per milione, cioè 2,6 milligrammi per chilo, e il torio in 8,8; sulla costa tirrenica dell'Italia centrale è rispettivamente di 4,6 e 29. Nel processo di combustione queste radiazioni si concentrano nelle ceneri e arrivano nella misura di 15-30 parti per milione*. Quanto ai fumi, c'è una vera sorpresa. •Nell'olio combustibi- le usato nelle centrali termoelettriche tradizionali è tollerato un contenuto del 3% di zolfo; nei carboni scende allo 0,8. Allora — è sempre l'ing. Lendini che parla — appare chiaro che il carbone produce una minor quantità di anidride solforosa*. Aggiunge: «Zi carbone non l'abbiamo inventato noi oggi*. E tira fuori statistiche: nel 1977 l'Inghilterra ne ha consumate, per produrre energia elettrica, 86 milioni di tonnellate, la Germania Occidentale 40, la Francia 22, il Belgio 5, Italia e Olanda 1,5. Viene naturale una domanda: perché le centrali come quella di Chivasso, che all'origi- ne — ma non secoli fa, diciamo vent'anni — funzionavano a carbone, sono state trasformate ad olio combustibile? Non si sapeva già allora che il carbone inquina di meno? L'ingegnere non risponde: è evidente che il petrolio a buon mercato aveva a suo tempo catturato tutti. Ora viene ripreso il discorso carbonifero perché quello nucleare non è attuabile immediatamente, e poi, si dice, forse è bene diversificare, far procedere insieme carbone e nucleare. Almeno se si cominciano subito le previste centrali a carbone, afferma traendo le conclusione! del dibattito l'ing. Redaelli, presidente dell'Istituto di economia delle fonti energetiche, nell'85-'86 potremo avere qualche risultato. I costi? Se si realizzassero i previsti 14 mila Mw a carbone e i 12 mila nucleari, la spesa complessiva sarebbe di 31 mila miliardi di lire attuali nell'arco di 15-20 anni. Se la stessa potenza totale di 26 mila Mw fosse realizzata con centrali a olio combustibile, la spesa si ridurrebbe a soli 15 mila miliardi, con un risparmio, quindi, di circa il cinquanta per cento. Ma la gestione delle centrali a olio combustibile ai costi attuali porterebbe a un maggior esborso di 4250 miliardi l'anno rispetto alla soluzione carbone-nucleare. -Quindi in circa quattro anni si ripaga il maggior costo di impianto*. L'urgenza della realizzazione di questo piano deriva dal deficit energetico che si va sempre più accentuando: nel 1979 l'Italia ha dovuto importare 7,5 miliardi di chilowattore, pari a circa il 6% dell'energia fatturata dall'Enel. L'invito è quindi perentorio: : avviamo il nucleare e procediamo subito col carbone, n prof. Siro Lombardi™ ricorda che quando era ministro, poco più di un anno fa, aveva nominato una commissione per esaminare 11 problema carbonifero sotto due aspetti, quello delle infrastrutture (porti, carbonodottl, ferrovie) e quello della promozione all'estero per trovare 1 fornitori. Non se ne sa più nulla. Domenico Garbarono
Persone citate: Domenico Garbarono, Guido Botta, Lendini, Paolo Lendini, Redaelli, Siro Lombardi, Siro Lombardini
Luoghi citati: Belgio, Chivasso, Francia, Germania Occidentale, Inghilterra, Italia, Olanda
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