La « premiata » maglieria Paolini riforniva il mercato della droga
La « premiata » maglieria Paolini riforniva il mercato della droga Le indagini dopo la scoperta del camper imbottito d'hashish La « premiata » maglieria Paolini riforniva il mercato della droga L'azienda regolarmente registrata alla Camera di commercio .-1 carabinieri hanno trovato solo bilance e campioni di eroina - Gioco d'azzardo e vita notturna dei due arrestati Rubati settemila litri di benzina* tre in carcere Se il camper parcheggiato a Fiano serviva da deposito mobile (e insospettabile) della droga, una sedicente ditta di maglieria, con tanto di targa sulla porta e regolarmente registrata alla amera di commercio, era la centrale di smistamento: lo hanno scoperto i carabinieri del Nucleo operativo dopo il sequestro di più di 2 quintali e mezzo di hashish e l'arresto di un industriale e di un idraulico sorpresi mentre si allontanavano dal camper con una parte del carico. L'azienda — quattro stanze con ingresso in via Casalis 41 — era intestata a Giorgio Paolini, 31 anni, via San Massimo 44 B (uno degli arrestati); sulla porta una targa informava •Paolini & C. - sas', maglieria. Ma i carabinieri non hanno trovato né maglie né calze; c'erano invece alcune bilance e flaconcini con campioni di eroina e cocaina. E' probabile — secondo gli inquirenti — che i capitali occorrenti all'organizzazione per acquistare la merce arrivassero anche dall'attività «pulita» di uno dei due. Renato Farinon, 35 anni, via Padova 77, Volpiano, titolare di una ditta di stampaggi in via Cascinotto 212, che dà lavoro a una quindicina di operai. Per acquistare 1 due quintali di hashish (provenienti dal Marocco) occorrono circa 200 milioni che, sul mercato, rendono subito un miliardo e mezzo. Un «investimento» notevole con pochi rischi e guadagni certi. Come venissero «reinvestiti» questi soldi toccherà stabilirlo ai carabinieri del maggiore Romano. E' certo però che una parte serviva al Paolini e al Farinon per mantenere la loro vita dispendiosa e, all'apparenza, senza problemi. Si parla di feste e cene offerte dai due in uno dei locali più noti di Torino, «La siesta» di via La- vozza 34 bis in collina, dove erano conosci utissimi. Altro loro interesse era il gioco. I carabinieri hanno sequestrato in casa di uno dei due un bel numero di ricevute di assegni (pari quasi a cento milioni) persi nelle bische al tavolo verde. Le indagini dell'Arma sono per ora ..bloccate, dall'esame dei documenti e del materiale sequestrato negli appartamenti degli arrestati. I militari sperano, in questo modo, di arrivare od altri membri dell'organizzazione che, all'apparenza, dovrebbe essere circoscritta a poche persone. Il ragionamento dei due era semplice : «Meno siamo e meno pericoli corriamo, e poi i rischi sono ridotti». * ★ ★ Forse volevano seguire le orme dei grandi truffatori del petrolio, ma non ne avevano la stoffa, né l'abilità; il loro sistema, poi, era piuttosto grossolano: sostituire la benzina con l'acqua. Scoperti, sono finiti alle ■Nuove». Sono Roberto Rosso, 24 anni, via XII Maggio, Chivasso, campione regionale di motocross, figlio del titolare della »Termosystem', che ha sede in via Madama Cristina 193; Luigi Bizzarri, 30 anni, via Malone 2, autista; Enzo Scafati, 36 anni, S. Benigno Canavese, dipendente del deposito 'Mach' di Volpiano. Secondo il magistrato, i tre sono imputati di appropriazione indebita, tentata truffa, contrabbando interno di benzina. La vicenda è cominciata il 29 ottobre, quando il direttore della 'Mach' di Volpiano, Giacomo Tognoni, si è accorto che da un'autobotte giunta dalla Gulf di Bertanico (Milano), Invece di benzina usciva acqua. Il Tognoni ha avvertito la Finanza di Torino; la verifica ha fatto scoprire che In un rimorchio, al posto della super (70 mila litri), c'era appunto acqua di fiume. Il capitano D'Arcadia ha fatto eseguire controlli, fermando prima l'autista e l'operaio, per ultimo il Rosso. Come è stato possibile sostituire l'acqua al carburante? Il carico è partito regolarmente da Bertanico, ma durante il viaggio, poco lontano dal deposito Mach, ci sarebbe stata una tappa. Dalle Indagini della Finanza e del sostituto procuratore dottoressa Del Savio Bonaudo, sarebbe emerso che l'autobotte avrebbe compiuto una deviazione al vicino stabilimentodeposito della 'Termosystem» (impianti di riscaldamento, gasolio e oli lubrificanti) e avrebbe scaricato la benzina. Il serbatoio clandestine non è stato ancora individuato, ma da qualche parte deve pur esistere se l'autobotte è uscita piena d'acqua. Ecco il perché dell'ordine di cattura anche per il Rosso, il quale pare aver avuto un ruolo diretto in questa tentata truffa. La tributaria ha pure perquisito gli uffici della 'Termosystem' e ha allargato il campo delle indagini, per accertare se questo «trucco» è stato usato anche in altre occasioni e altrove. Alle spalle del carabiniere il camper imbottito di hashish
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