Ginevra: infortunio da Sotheby's si è schiuso un «uovo» di Fabergé

Ginevra: infortunio da Sotheby's si è schiuso un «uovo» di Fabergé Come può andare in fumo un gioiello valutato sui 150 milioni Ginevra: infortunio da Sotheby's si è schiuso un «uovo» di Fabergé L'incidente provocato dal calore della lampada di una bacheca - Ritirato l'oggetto, la famosa Casa inglese d'aste ha offerto e venduto altri preziosi per decine e decine di milioni La settimana d'aste di Sotheby's a Ginevra s'è conclusa con un successo (aver «battuto» alcuni record di vendita realizzando in una sola serata oltre 20 miliardi di lire) e una polemica (sono, o no, di Farah Diba gli straordinari orecchini a «pera» da sei miliardi di lire, come sostengono i legali dello Stato iraniano?). Ma ancor prima delle avvisaglie della battaglia legale intrapresa dagli avvocati di Khomeini per il sequestro almeno del ricavato dalla vendita, il fair play degli esperti di Sotheby's era già stato messo a dura prova da un piccolo infortunio avvenuto durante l'esposizione: un uovo, non un uovo qualunque, ma. un Fabergé valutato tra i 100 ed i 150 milioni di lire, s'è schiuso troppo presto, qualche ora prima di essere «battuto» all'asta. La bacheca nella quale faceva bella mostra di sé ha funzionato, con il calore delle lampade, come un'incubatrice. Il guaio è che l'uovo era il pezzo più bello di una ricca collezione di oggetti curiosi e preziosi dovuti al genio e all'abilità dell'orafo Fabergé che operò, soprattutto alla Corte degli zar. tra fine 800 ed inizio "900. « Un re non è un re, se non ha almeno un Fabergé' dice un ritornello d'altri tempi. I nuovi ricchi senza blasone del secolo XX pare che ne vogliano seguire le orme. Sotheby's, con prontezza dedica ai Fabergé un pomeriggio d'asta, e fa, dell'uovo, il suo simbolo trionfante su tutti i manifesti. Tanto più che l'uovo «d'oro», un guscio che si apre a metà e mette in mostra un tuorlo dorato dal cui interno nasce una vispa gallinella con becco e zampette d'oro, ha un passato storico. Proviene dal patrimonio di Maria Quisling, vedova del defunto capo filonazista norvegese, che ha stabilito di dare il ricavato della vendita ad una fondazione benefica, come riparazione alle malefatte del marito. Ma non c'è uovo senza sorpresa ed anche questo non è venuto meno alla sua tradizione, di dono pasquale. Un mattino, qualche ora prima dell'asta, un cliente chiede di poter osservare il pezzo da vicino; la venditrice accorre pronta al desiderio, prende l'uovo e scopre il «disastro»: il guscio s'è leggermente schiuso, lo smalto ha un'incrinatura, dà l'impressione di essere vetro sbriciolato. Come può essere successo? «La colpa — secondo Sotheby's — è del calore sprigionato dalle lampade in bacheca'. 'Il merito — secondo i maligni — è della Provvidenza: ha rivelato una magagna. O l'uovo era stato restaurato o non era autentico. Di qui non si scappa'. La verità sull'autenticità o meno dell'uovo «d'oro» sarà forse oggetto di futuri appassionati dibattiti tra gli esperti dei Fabergé. Sotheby's non ha potuto far altro che accettare il colpo gobbo del destino, ritirare l'oggetto dall'asta e rifarsi, fin dove possibile, sull'assicurazione. La Casa d'aste però non s'è persa d'animo. Gli uomini e le donne di Sotheby's si sono presentati, Indifferenti, all'asta; hanno «battuto», con la solita classe, scatoline d'argento, oro e smalto, finemente decorate, cornicette con o senza miniatura larghe meno d'un palmo, animaletti vezzosi, ma minuscoli, in pietre pregiate o cristallo di quarzo. E l'infortunio è stato subito dimenticato, a riprova — se mai ce ne fosse stato bisogno — che un Fabergé è dono degno di un re. Una specchierina in pietra dura verde e argento dorato, con nel manico incastonati un rubino e diamantini, è stata venduta, dopo lunga contesa, a circa 40 milioni di lire. Un set da scrivania, dal calamaio al timbro del taccuino con penna al tampone da Inchiostro, ha raggiunto, senza fatica, i sedici milioni. Per una cornicetta color avorio e oro non più grossa di nove centimetri i «rilanci» dei collezionisti si sono fermati solo intorno ai 14 milioni. Un pesce in pietra verde, per occhi due cabochon di calcedonia grigio-azzurri contornati da brillantini, s'è accontentato di cinque milioni. Il galletto In corniola, occhi di diamanti, e zampette d'oro, ha spuntato 12 milioni. Ma il pezzo più affascinante, essendo ormai fuori gara l'uovo «d'oro», è un vasetto di fiori: due delicatissimi convolvoli dal bianco striato d'azzurro, i pistilli di rosette di diamanti, foglie di smalto verde, steli d'oro. Sono immersi in un bicchiere di cristallo, colmo d'acqua. Ma il calore della bacheca, dov'era esposto, non l'ha fatta evaporare: l'abilità dell'orefice ha saputo trasformare in acqua cristallina un pezzo di purissimo cristallo di rocca. Un appassionato di Fabergé non ha esitato a donare questi «due fiori» alla donna amata pagandoli 34 milioni. Simonetta Conti l a e é a d , e a a n o n n l L'uovo di Fabergé, valutato 100-150 milioni, è un falso?

Persone citate: Farah Diba, Khomeini, Maria Quisling, Simonetta Conti

Luoghi citati: Fabergé, Ginevra, Sotheby's