In pericolo la produzione di 807 aviogetti Tornado di Renato Proni
In pericolo la produzione di 807 aviogetti Tornado Per i tagli alle spese della Difesa nei Paesi Nato In pericolo la produzione di 807 aviogetti Tornado La nostra Aeronautica militare dovrebbe acquistarne cento esemplari Il prezzo, previsto in 10 miliardi di lire per aereo, già salito a 22 - La commessa complessiva equivale al bilancio della Comunità per un anno DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — Il programma per la costruzione di 807 aviogetti «Tornado» — con un costo di circa 17 mila miliardi di lire — destinati all'aeronautica italiana, alla Raf, all'aeronautica tedesca e alla Marina di Bonn, rischia di essere ridimensionato a causa dei tagli nei bilanci della Difesa. In base agli accordi con il consorzio Pana via (di cui fanno parte l'Aeritalia, la Brltish Aerospace e la Messerchmitt - Bolkow - Blohm). la nostra aeronautica dovrebbe comperare 100 «Tornado», detto anche «Multirole Combat Aircraft», la Raf inglese 385, la Germania 322. Ma il prezzo originale di 10 miliardi per aereo, per il quale anche il Parlamento italiano votò gli stanziamenti necessari, è salito a velocità supersonica: si parla ora di un costo minimo per aviogetto di 22 miliardi di lire, destinati presto a diventare 25 e tra un palo d'anni 30. La spesa totale per questo gioiello della tecnologia europea più avanzata sarebbe quindi compresa, per i Paesi interessati, tra i 17 mila e i 24 mila miliardi di lire, quasi il bilancio di un anno della Comunità europea. Ora la Germania vuole ridurre la produzione dei Tornado, o almeno rallentarla, perché intende spendere meno denaro in armamenti. Ciò permetterà grossi risparmi nei prossimi due o tre anni, ma avrà un effetto negativo sull'ammodernamento delle aeronautiche militari dei tre Paesi alleati. La Germania ha fatto sapere che desidera un taglio del 30 per cento nella produzione, cioè vuole passare da 12 aviogetti prodotti al mese, a 8 o 9. Di questi programmi industriali bellici non si parla volentieri né alla Nato né nelle capitali europee; tuttavia si ritiene probabile che l'Italia e l'Inghilterra debbano seguire la Germania nel dilazionare la produzione dei Tornado. Gli 807 Tornado saranno, a suo tempo, dislocati in 10-15 basi del comando europeo dell'Alleanza. Sarebbe un peccato che il Tornado fosse la prima vittima illustre dei tagli delle spese militari (ma l'Italia, ha detto il ministro della Difesa Lagorio, non ne farà). Su questo argomento si sta discutendo polemicamente, in seno alla Nato, poiché i Paesi alleati devono aumentare, fino al 1986, le spese militari nella misura del 3 per cento l'anno, ma pochi saranno in grado di farlo. Il ministro Lelio Lagorio deve ora decidere se accettare il taglio della produzione dei «Tornado», e scontentare la nostra Aeronautica, la Nato e l'industria bellica nazionale, oppure cercare di convincere la Germania a osservare i tempi di produzione, impegnandosi a sostenere la propria parte di spesa. Per l'Italia, il costo di 100 aerei sarà di almeno 2.500 miliardi di lire. n «Tornado» può viaggiare a 2.230 chilometri orari, a 11 mila metri di altezza, e ha un raggio tattico di azione massimo di 1.200 chilometri. Renato Proni
Persone citate: Lagorio, Lelio Lagorio, Raf
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