Galleria della discordia fra italiani e austriaci
Galleria della discordia fra italiani e austriaci Progetti contrastanti sulla ferrovia del Brennero Galleria della discordia fra italiani e austriaci Vienna è a favore di un tunnel doppio (58 e 32 chilometri) - La proposta italiana meno costosa e più funzionale Decisivo il parere della Provincia autonoma di Bolzano VERONA — Nel dibattito tecnico sulla soluzione per la strada ferrata del Brennero, la parola decisiva potrebbe arrivare dall'ecologia. Al momento, le posizioni sembrano, infatti, inconciliabili, ma proprio la difesa del territorio potrebbe indurre le ferrovie tedesche e austriache a guardare con maggiore interesse al progetto italiano. Oltr'Alpe, si vuole una galleria di 58 chilometri sopra Bressanone e una successiva, di 32, fino a Bolzano. Il progetto Puccio (il nome del capo compartimento di Verona) indica una soluzione molto più semplice: un tunnel di 24 chilometri, di cui metà in territorio austriaco, che accorcerebbe il tragitto di 18 chilometri. L'Unione delle ferrovie europee ha lasciato la decisione alle tre amministrazioni e ai governi. Sino a poco fa, le trattative sembravano irrigidite, al punto che un incontro è stato rinviato a gennaio. Ma ora, a Innsbruck, un ingegnere specializzato contesta, sotto il profilo ambientale, il progetto del suo Paese. «Sostiene — dice l'ingegner Puccio, rinfrancato da questa testimonianza — che gli scavi comporterebbero un gigantesco accumulo di detriti: 15 mila metri cubi, una minaccia per il lago di Fedaja, sulla Marmolada. I danni sarebbero rilevanti sotto il profilo ecologico e finirebbe alterato l'equilibrio idrico». Cosi in Austria è cominciata una campagna contro l'opera. Da noi, invece, passa sotto silenzio il fatto che ben 11 milioni di metri cubi di roccia e terreno dovrebbero venire dispersi nella stretta valle dell'Isarco. Davanti a questa prospettiva si rilancia il progetto italiano, che presenta anche i vantaggi di un costo notevolmente inferiore e di lavori più brevi. Sotto il profilo tecnico, l'ing. Puccio non ha dubbi nel difendere il suo progetto. *Una lunga galleria — ricorda —rischia di strozzare il traffico. Inoltre, la pendenza non costituirebbe problema perché le locomotive elettriche di grande potenza raggiungono velocità elevateli. Ma c'è anche un aspetto, non indifferente, di ordine militare. Con le due gallerie, l'esercizio, fino a Bologna, sarebbe affidato alle ferrovie austriache. E' improbabile che si torni in guerra contro i nostri vicini, ma è altrettanto sicuro che i comandi italiani non accetterebbero di fare spostare con il treno i loro mezzi da Bolzano al confine, se la gestione venisse affidata a un Paese straniero. A questo punto, c'è anche da attendere il giudizio della provincia autonoma, particolarmente sensibile ai problemi del territorio. Tra l'altro, il progetto Puccio prevede detriti per 3 milioni di metri cubi, dei quali la metà da smaltire in Austria. Per noi, una soluzione doppiamente valida potrebbe essere coprire gli acquitrini di Campo di Trens, dove in futuro potrebbe venire realizzata la grande stazione di confine. L'ente locale ha tuttavia espresso il suo «non gradimento» : un punto di fer¬ mata provocherebbe infatti un'alterazione nell'equilibrio demografico, anche se lo statuto altoatesino prevede che possano essere assunti unicamente ferrovieri bilingui. Insomma, si discute nuovamente attorno alla galleria. A gennaio, forse, verrà da Bolzano una parola definitiva. Ma c'è chi prevede che nel duemila torneremo ancora a parlare di un problema, che era urgente già vent'anni fa. Per fortuna, la linea può ospitare ancora un'altra ventina di treni al giorno, in aggiunta ai circa 100 che oggi passano dal confine. Purché non siano tutti merci, per i quali si deve fare la consegna a Innsbruck, visto che in territorio italiano non c'è una stazione adeguata. Franco Ruffo
Persone citate: Franco Ruffo
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