Dall'oro maledetto di Orgosolo la più sanguinosa faida d'Italia di Luciano Curino

Dall'oro maledetto di Orgosolo la più sanguinosa faida d'Italia L'ultimo protagonista è morto novantenne qualche giorno fa Dall'oro maledetto di Orgosolo la più sanguinosa faida d'Italia Durò dal 1905 al 1916 e il bilancio fu di oltre un centinaio di assassinati - La lotta fra i due clan rivali divampò per la sparizione di una grossa eredità in zecchini, verghe e napoleoni 'Ohi fizos meos caros...» («O figli miei cari, piangetelo tutti, prendete il fucile, che vi hanno ucciso il babbo») gemevano lugubri lamentatrici negli anni della «disamistade» di Orgosolo, la faida con oltre cento assassinati. La più sanguinosa faida, non soltanto della Sardegna. Durò una decina di anni, ad ogni nuovo lutto si udiva il carme funebre delle lamentatrici: «Sas lacrimas a nois lassade...» («Lasciate a noi donne le lacrime, a voi non si addice il pianto. La macchia che l'uccisore ha fatto alla famiglia solo il sangue la cancelli»). L'ultimo protagonista della faida di Orgosolo, e uno dei principali esecutori di vendette, è morto l'altro giorno a 90 anni. Si chiamava Giovanni Antonio Succu, detto Marrone. Lo intervistò Franco Cagnetta nella sua inchiesta «Banditi a Orgosolo», e Succu disse che se non si sopprime il colpevole di un assassinio, il sangue di un morto della propria famiglia toma «o sbraitare e a non lasciare più in pace». Causa prima della grande e sanguinosa «disamistade» fu una eredità. Nel 1903 Diego Moro, il più ricco proprietario di Orgosolo, muore e lascia eredi i nipoti Corraine in parti uguali. Ma è sparito il mucchio d'oro (carlini, zecchini, napoleoni, verghe) e Giovanni Antonio Corraine accusa Giovanna Corraine vedova Cossu di averlo trafugato. Le due famiglie litigano. Altre famiglie di Orgosolo, legate per affari o parentele o promesse di matrimonio, prendono parte. Con il vecchio Corraine sono i sette figli, i Succu, i Devaddis e altri. Anche la vedova Cossu ha sette figli e ha dalla sua i Podda, 1 Monni, 1 Pisanu, i Plredda. Sale la tensione. Torelli appartenenti alla Cossu vengono trovati sventrati e l'accusa cade sui Corraine. Il 3 aprile 1905, il primo assassinato: Carmine Corraine. L'uccisore, del «partito Cossu», è catturato, processato e incredibilmente assolto. Ma poi è ucciso un Cossu e il «partito Corraine» è duramente perseguitato dalle autorità. E quando il vecchio Corraine viene trovato morto in un pozzo, e tutta Orgosolo parla di omicidio, per il medico legale è •suicidio». A questo punto le cose sono già chiare. Il «partito Cossu» ha l'oro di Orgosolo, l'oro maledetto di Diego Moro, e per di più il figlio della vedova, 11 prete Diego Cossu, ha conoscenze che contano, ha una straordinaria potenza. Le autorità mostrano fin troppa benevolenza con il «partito Cossu». I Corraine e i Succu e gli altri, Invece, non trovano giustizia: finiscono in prigione o si danno alla latitanza, straziati e inferociti. «Ci faremo giustizia da noi» dicono. Da una parte e dall'altra continuano le vendette. Nella sua inchiesta Cagnetta scrive: »Alla "vendetta" di Orgosolo partecipano tutti i membri maschi delle "grandi famiglie" implicate (i congiunti più prossimi, i familiari, gli affiliati come compari, amici, ecc.) dall'età puberale sino a tarda vecchiaia (...). I perseguibili per "vendetta" sono il responsabile diretto, sema distinzione di età, quindi il padre più importante del gruppo avverso ("su mannu"), e tutti gli uomini in ordine di importala e di età, non esclusi talvolta i bambini, come più volte ebbe a verificarsi». La faida di Orgosolo infuria. Agguati, uccisioni. Un pastorello di sette anni scomparso; si dice che è stato buttato dai Cossu nei crepacci del Supramonte. Due bambini strangolati: si dice dai latitanti del «partito Corraine». La casa dei Cossu fatta saltare con la dinamite. 'Cadevano falciate le greggi, i campi si riempivano di carogne di buoi, di maiali (...) e come le bestie cadevano gli uomini». I superstiti del «partito Corraine» sono tutti latitanti o semilatitanti: temono lo strapotere avversario e non credono più alla giustizia. Onorato e Giovanni Antonio Succu «Marrone» creano una banda a carattere permanente che in breve tempo conquista la fama di essere la più terribile delle bande che siano esistite in Sardegna. I Cossu chiedono ai carabinieri interventi di forza e 11 ottengono, ma la repressione inasprisce le ostilità. I Cossu devono ora essere continuamente protetti, la loro vita diventa Insopportabile. « Vivevo ad Orgosolo come un prigioniero e dovevo celebrare la Messa tra due carabinieri» dirà 11 prete Diego Cossu, sempre troppo potente, uno dei più ostinati nella faida. La «disamistade» di Orgosolo preoccupa a tal punto che 11 governo e il Parlamento Intervengono direttamente per porvi fine. Comunque i due «partiti» sono ora stremati e, l'agosto 1916, si arriva alle «paghes de sambene», le paci del sangue. Come firma, una stretta di mano tra i capifamiglia. A ufficializzare la riappacificazione sono presenti 11 prefetto di Sassari e l'on. Dorè incaricato speciale del governo. E a benedirla provvede il vescovo di Nuoro. C'è poi un grande banchetto all'aperto. La faida è finita, resta fa banda Succu. Nel 1929 viene catturato Giovanni Antonio Succu detto Marrone, latitante dal 1912. E' accusato di nove omicidi, sei mancati omicidi, altri reati. Alle assise di Sassari lo condannano a 21 anni. Ritorna al suo paese dopo la guerra. Libero, vecchio, pieno di ricordi. Ma ricordi di morti, di troppi assassinati. Luciano Curino