La famiglia media in Italia oggi vive così risparmia, spende male, è abitudinaria

La famiglia media in Italia oggi vive così risparmia, spende male, è abitudinaria Il primo rapporto del Censis sulla evoluzione dei consumi La famiglia media in Italia oggi vive così risparmia, spende male, è abitudinaria ROMA — L'Italia dei consumi 6 un grande «paesone». Profondamente integrata nella famiglia, strettamente ancorata alla realtà di tutti i giorni, la società italiana manifesta anche nei consumi una tendenza a restare nel concreto, a scegliere secondo schemi che tutta la recente letteratura sul consumismo di massa, sul •grande imborghesimento: sulla persuasione occulta faceva ritenere superata. In realtà, acquistiamo ancora senza preoccuparci di diversificare strategicamente i consumi limitandoci, via via che cresce il reddito, a comprare un po' di più di tutto senza indirizzare la nostra scelta, infischiandocene delle marche, non puntando a beni particolarmente moderni o pregiati, ma restando fermi a un'aurea mediocrità, limitandoci ai negozi vicino casa, credendo ancora molto nel risparmio nonostante la forte penalizzazione provocata In questi anni dall'inflazione. E' questa l'immagine che emerge dal •Primo rapporto sulla evoluzione dei consumi nella società italiana* elaborato dal Censis per conto della Sipra, Società concessionaria di pubblicità. Il rapporto, oltre 150 pagine più due allegati, risultato di un'indagine condotta su un campione composto da 1980 famiglie, è stato illustrato dal segretario generale del Censis De Rita e dall'amministratore delegato della Sipra Pasquarelli. Poche percentuali bastano a confermare questo quadro di •tradizionalismo familiare': solo l'otto per cento degli intervistati ha ammesso di acquistare abitualmente i prodotti di marche note anche se più cari: invece, il 61 per cento degli intervistati fa gli acquisti giorno per giorno vicino a casa e solo il 24 per cento frequenta abitualmente i supermercati. Quasi il 52 per cento delle famiglie, nonostante l'inflazione risparmia «qualcosa» e l'aspirazione più diffusa, in caso di aumenti di reddito, è quella a risparmiare un po' di più. 'Abbiamo voluto esaminare — ha detto De Rita — come è cambiato il consumo in Italia, verificare se tutto il dibattito sul consumismo rispondesse a verità, se il carattere sempre più composito e familiare del processo di formazione del reddito, che vede confluire all'interno del nucleo più. "spezzoni" di reddito da parte di più membri avesse comportato una "familiarizzazione" dei comportamenti nei consumi sulla larga fascia dei beni e dei servizi di base, i cosiddetti consumi di "zoccolo". L'ipotesi era sofisticata, ma a una prima lettura dei dati — ha spiegato il segretario del Censis — abbiamo dovuto riconoscere che l'Italia è più «paesone di quanto ci attendessimo'. Manifestiamo atteggiamenti e comportamenti ampiamente elementari, mol¬ to più elementari di quanto si potesse immaginare. Il nostro livello di consumi non è sofisticato, abbiamo solo incorporato una massa crescente di beni. Le famiglie hanno voluto vivere bene a tutti i livelli, ma il modello familiare è rimasto inalterato. Il consumo è assai poco vissuto come simbolo di status sociale. Siamo stati insomma, ha detto De Rita •bruscamente tirati per la giacca: A una più attenta rilettura dei dati abbiamo però notato — ha aggiunto il segretario del Censis — alcune «increspature», alcune innovazioni nei comportamenti. Non si tratta di ondate, ma di 'Ondine' che rivelano un atteggiamento più moderno nelle coppie giovani, con e senza figli, nelle fasce di reddito comprese tra i 7 e i 10 milioni di lire (redditi 1978) nei commercianti, nei medi centri (50-200 mila abitanti). •Procedendo quindi a una terza e ancora più approfondita lettura della ricerca abbiamo infine voluto verificare — ha detto De Rita — quanta personalizzazione ci fosse nei consumi. Abbiamo constatato che anche questo aspetto è strettamente connesso alla quotidianità familiare: E' la famiglia che garantisce alcu- ni consumi personalizzanti, il trasporto ad esempio (moto, ciclomotore, seconda auto) mentre restano strettamente ancorati alla scelta individuale solo quei consumi legati al •riconoscimento di se stesso». La sicurezza di base garantita dalla famiglia fa si che più che allo •spazio» affluente, la quota di reddito familiare lasciata a disposizione del singolo venga indirizzata a spese come i libri, il cinema, il teatro, ad acquisti diretti principalmente alla ricerca di una propria individuale dimensione. Tutto ciò porta a concludere — ha sostenuto De Rita — che «/are una politica del consumo sia in Italia sostanzialmente difficile: D. tema è stato poi ripreso da Pasquarelli che ha sottolineato come il rapporto del Censis metta in evidenza soprattutto un aspetto: in Italia il messaggio pubblicitario non crea il bisogno, lo accresce soltanto. La pubblicità cioè è meno potente di quanto si pensasse. La scarsa attenzione alle marche da parte del consumatore italiano rivela che la tendenza prevalente della pubblicità nel nostro Paese, di puntare soprattutto sugli slogan, è da rivedere. Il messaggio pubblicitario può essere invece tanto più efficace quanto più punta sull'informazione.

Persone citate: De Rita, Pasquarelli

Luoghi citati: Italia, Roma