Il piano energetico e già pronto Nuovo bollo e «largo al diesel» di Eugenio Palmieri

Il piano energetico e già pronto Nuovo bollo e «largo al diesel» Sarà presentato al governo dal ministro dell'Industria Bisaglia Il piano energetico e già pronto Nuovo bollo e «largo al diesel» Investimenti nel prossimo triennio per oltre 15 mila miliardi - La scelta del nucleare e del carbone - Un documento aperto al dibattito in Parlamento ROMA — Il Plano energetico è ultimato. lì ministro dell'Industria Bisaglia doveva portarlo oggi al Consiglio del ministri, ma a causa di un altro impegno ufficiale cui prenderà parte anche il presidente Pertini, la presentazione slitta alla prossima settimana. n voluminoso documento, circa 350 pagine dattiloscritte racchiuse in una copertina azzurra, una volta approvato dal governo sarà inoltrato al Parlamento per 1 contributi — afferma Bisaglia — che i partiti vorranno dare alla stesura definitiva. Nel dossier si fa un esame della situazione internazionale, del vincoli che il petrolio impone all'Italia e da cui dipende la vulnerabilità del suo sistema energetico. Emerge quindi con chiarezza l'opportunità dell'opzione carbone, della scelta nucleare, dell'estensione dello sfruttamento delle fonti rinnovabili (solare, eolica ecc.) e del carburanti sostitutivi. Tutto questo, insieme con le misure per 11 contenimento dei consumi, per allentare nei prossimi anni il cappio petrolifero. L'obiettivo del Plano è infatti quello di contenere le importazioni di petrolio al 1990 nel limite di 105 milioni di tonnellate. Ma ad una condizione: che siano soddisfatte In pieno le misure elencate. Un successo al 50 per cento accrescerebbe il fabbisogno importato di 21 milioni di tonnellate. I pericoli dei ritardi — Se l'avvio della realizzazione delle centrali a carbone e nucleari avvenisse con un anno di ritardo, ad esempio, non sarà possibile evitare un minor apporto complessivo al 1990 di fonti alternative di circa 7 milioni di tonnellate di petrolio, e quindi un equivalente maggior consumo di olio combustibile. Investimenti — Per quanto riguarda gli investimenti, nel prossimo triennio gli sforzi sono concentrati nella trasmissione e distribuzione dell'energia elettrica (3800 miliardi a valore 1980), nell'atti vita mineraria e idrocarburi (5650), nel nucleare (2350), nel gas naturale (1700), nel setto re idroelettrico (1200) e nel carbone (1150). Nuovo bollo e largo al die sei — Gli autoveicoli coprono il 50 per cento dei consumi primari del settore trasporti poiché il ricorso al mezzo privato rappresenta 11 70% della mobilità degli italiani. Sono previsti quindi una larga diffusione dei motori diesel con una riduzione della sovrattassa, più severi controlli dei limiti di velocità con la determinazione di nuovi livelli ribassati (da decidersi in sede CEE), un nuovo bollo di circolazione basato sui consumi unitari, l'Impiego dei veicoli elettrici per usi particolari (consegna delle merci in città, minibus ecc.). Piano di emergenza — E' una delle parti meno importanti ma più originali del documento. Si è presa in considerazione l'eventualità, non affatto avveniristica con i tempi che corrono, di una riduzione o interruzione improvvisa dell'approvvigionamento energetico. E' prevista la costituzione di un Consiglio interministeriale per l'emergenza (CIE), presieduto dal Presidente del Consiglio, con 11 compito di coordinare e di provvedere alla eventuale nuova situazione. Ed è stata messa a punto una specie di simulazione: che cosa si dovrebbe fare nel caso di un taglio dei consumi del 6-7%, in quello, molto più grave, del 12-15%. Nell'ipotesi più rosea si potrebbe far ricorso ad un rincaro della benzina (un aumento del 25% provoca, sia pure soltanto per sei mesi, una contrazione dei consumi valutabile tra il 15 e il 18%). In alternativa si ipotizza il blocco parziale della circolazione in alcuni giorni festivi, oppure l'introduzione di targhe alterne per tutte le festività. Ma si lascia intendere chiaramente che la seconda soluzione provocherebbe non poche difficoltà di carattere burocratico. Per il riscaldamento sarebbe Inevitabile ripristinare ed inasprire le fasce orarie. Una mezza calamità nazionale sarebbe la seconda simulazione (—12-15 per cento). Si dovrebbe infatti fare appello ad una serie di misure molto più drastiche: accorgimenti nella distribuzione di energia elettrica, chiusura delle industrie non a ciclo continuativo per un giorno la settimana, stop al traffico privato nei giorni festivi, ulteriore inasprimento delle fasce orarie o limitazione dei giorni di accensione per il riscaldamento. Al di là dell'emergenza, che fortunatamente, almeno per ora, non appare dietro l'angolo, si delinea l'urgenza di mettere almeno in moto fin da adesso gli strumenti in grado di fronteggiarla. E come? Predisponendo moduli e buoni per un'eventuale razionamento del carburante e la loro distribuzione presso prefetture e uffici regionali. Eugenio Palmieri

Persone citate: Bisaglia, Pertini

Luoghi citati: Italia, Roma