Cade la Borsa ieri ancora -6,5 di Renato Cantoni

Cade la Borsa ieri ancora -6,5 La corda troppo tesa Cade la Borsa ieri ancora -6,5 La Borsa ieri è scesa ancora del 6,5 per cento. Un ribasso del 15 per cento circa in sole cinque riunioni trova riscontro solo nel settembre del '60, quando dopo due anni di continuo rialzo la Borsa aveva improvvisamente invertito la tendenza. E' troppo presto oggi per a/fermare se il momento positivo è finito, oppure se, dopo gli eccessi rialzistici dei mesi scorsi, la logica reazione tecnica è proporzionale alle esagerazioni che l'hanno preceduta. Siamo in prossimità delle scadenze tecniche: lunedi vi sarà la risposta premi e martedì saranno stipulati i riporti a fine dicembre, e sema dubbio una parte delle vendite sono state causate dalla necessità di sfrondare posizioni speculative che sembravano granitiche e che invece nel giro di pochi giorni sono diventate insostenibili. Per i risparmiatori, comunque, gli avvenimenti cui stiamo assistendo dovrebbero essere un energico campanello d'allarme. La Borsa non può salire all'infinito e non è nemmeno una istituzione di beneficenza. Mentre nei mesi scorsi vi erano valide ragioni per cui molti titoli avevano possibilità di cospicue rivalutazioni, a partire da metà agosto la febbre speculativa ha preso la mano e in diversi casi i guadagni sono stati smodati, creando le premesse per l'attuale cocente delusione. E' da augurarsi che ritorni un maggiore equilibrio e, a quotazioni meno avvenirìstiche, continui quell'afflusso di risparmio e di capitali verso i valori azionari che è premessa necessaria ai nuovi aumenti di capitale, in corso o in preparazione, che sono indispensabili per dare linfa vitale a molte imprese. Occorre però che, come al solito, non si faccia una inutile caccia agli untori. Quando avvengono fenomeni di questo genere, più che attribuirne l'origine a oscuri gruppi che, con le carte segnate in mano, vanno controcorrente e conseguono grossi guadagni, gli operatori e gli investitori dovrebbero invece fare un esame di coscienza e ammettere di avere tirato troppo la corda. In quanto alla Consob e alte autorità monetarie, ciò che è accaduto dovrebbe servire come preziosa esperienza per l'avvenire. Quando la Borsa si impenna, occorre intervenire a tempo per evitare clamorose irregolarità che fanno tanto danno al normale andamento dei mercati azionari. Renato Cantoni

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