Referendum per unificare la «Berlino dell'Adriatico» di Ermete Grifoni

Referendum per unificare la «Berlino dell'Adriatico» La cittadina di Marotta, smembrata tra Comuni diversi Referendum per unificare la «Berlino dell'Adriatico» Attualmente ha tre sindaci, tre cimiteri e due vescovi - Il lungomare che dipende da Fano ha i lampioni a destra, quello sotto Mondolfo, a sinistra ANCONA — La cittadina di Marotta è al centro di un curioso problema di giurisdizione amministrativa: cresciuta col tempo, è venuta a trovarsi «smembrata» tra Comuni diversi. Adesso il suo destino sarà affidato a un referendum popolare, 11 primo, in ordine assoluto, che la Regione Marche dovrà indire nel corso della legislatura, per l'aggregazione in un solo Comune, in Regione sono già state depositate le seimila firme richieste. Marotta, insomma, a furor di popolo, dovrebbe vedere presto la fine di vicissitudini attorno a cui la gente discute da più di trentanni. Il singolare caso di questa città, chiamata dal comitato «La Berlino dell'Adriatico», nacque con l'espansione edilizia sulla fascia costiera marchigiana. Frazione del comune collinare di Mondolfo, mezzo secolo fa era un piccolo nucleo di pescatori sorto sul litorale attorno alla stazione ferroviaria. Ma i pescatori di Marotta avevano il mare, la statale adriatica, la ferrovia e con lo sviluppo del turismo nel dopoguerra, divennero piccoli commercianti e albergatori. Marotta cosi, con alberghi, pensioni, nuovi fabbricati, dilagò in modo tale da finire nel territorio del comune di Fano e, in misura minore, in quello di San Costanzo. In pratica si venne a creare un solo grosso paese di diecimila abitanti lungo più di sei chilometri, con tre sindaci, due vescovi, tre cimiteri, due sistemi elettorali diversi (maggioritario e proporzionale), due strumenti urbanistici (plano di fabbricazione e piano regolatore), due acquedotti e cosi via, con tutte le curiose situazioni che il caso comportava per quanti, pur facendo parte dello stesso centro, venivano a trovarsi sotto Comuni profondamente diversi tra loro per servizi sociali, disposizioni amministrative, pro¬ grammazione. Clamoroso fu il caso emerso lo scorso anno con le disposizioni di legge sul riscaldamento: i marottesi che stavano sotto Mondolfo, comune di mezza collina, accesero i termosifoni il 15 ottobre, quindici giorni prima, e per due ore di più al giorno, di quelli che stavano sotto Fano 11 che, essendo Comune costiero, era a quota zero. Un condominio sulla linea di confine che corre in pieno abitato, non sapeva che pesci prendere. Ma le contraddizioni erano già esplose da tempo: ragazzi di una stessa classe della media con i libri gratis e altri no, l'unico lungomare con i lampioni a destra perché in territorio di Fano e a sinistra perché sotto quello di Mondolfo; la posta distribuita in una parte del paese due volte al giorno, nell'altra, una; traffico e segnaletica regolati da due diversi uffici di polizia ur| bana, alberi dei giardini pub- blici potati da una parte una volta l'anno, dall'altra ogni due, fino all'assurdo di un tale che, avendo avuto il permesso di costruire una casetta la cui scala esterna finiva «fuori Comune», dribblò il regolamento edilizio lasciandola sospesa, mancante dell'ultimo gradino. La prima unificazione dei marottesi, che si agitavano confusamente e chiedevano l'autonomia, in verità fu operata dalla Sip che, per facilitare la ricerca degli abbonati «dispersi» sotto i diversi Comuni, e per non costringerli a farsi interurbane tra loro, qualche anno fa li elencò tutti sotto la voce «Marotta». Ma l'autonomia rimase un'ipotesi. Dopo anni di discussioni e polemiche, in quanto nessun Comune voleva perdere la propria fetta di territorio, la possibilità di ricorrere alla Regione in materia di determinazione dell'ambito territoriale dei Comuni, ha aperto •una strada al comitato «Per Marotta unita». Si è giunti cosi all'attuale proposta di legge: non più autonomia, ma aggregazione nel comune di Mondolfo di quella parte di Marotta che è sotto Fano. In verità, l'operazione non si prospetta tanto pacifica. Non solo Fano, che non si rassegna a perdere un'appendice del proprio territorio comunale, ma anche Mondolfo, che con tutta Marotta diverrebbe uno dei più grossi Comuni del Pesarese, non vede di buon occhio la proposta. Si è subito costituito un «comitato per Mondolfo» che ha chiesto l'estensione del referendum anche all'abitato collinare e ha espresso riserve sull'unificazione. «i4 chi gioverebbe un'operazione del genere? — si è chiesto il comitato —: abbiamo già oggi tanti problemi e se tutta Marotta finisse nel nostro territorio, aggraverebbe gli squilibri esistenti. Il discorso del grosso Comune c'interessa fino ad un certo punto. Oggi i piccoli vanno meglio^ Insomma, se Mondolfo si opporrà, rimarranno ancora diecimila persone in cerca di un solo sindaco. Ermete Grifoni