«Hanno creato a Bari l'industria dell'aborto condannateli a 7 anni»
«Hanno creato a Bari l'industria dell'aborto condannateli a 7 anni» Le richieste per i due medici «Hanno creato a Bari l'industria dell'aborto condannateli a 7 anni» BARI — Con la richiesta di pene varianti dai tre ai sette anni di reclusione, per tutti gli imputati, il pubblico ministero Nicola Magrone ha cominciato la sua requisitoria al processo contro i medici Carlo Potito e Vincenzo Ronzini, l'ostetrica Nicoletta Liberio (obiettrice di coscienza) e l'assistente infermiera Olinda Potito, accusati, davanti ai giudici del Tribunale (presidente Fanizza), di estorsione, associazione per delinquere allo scopo di pratica aborti clandestini e di violazione della legge n. 194 del 1978 sull'interruzione volontaria della gravidanza. Magrone ha ricordato che gli imputati 'praticavano aborti su scala industriale* ed ha chiesto sette anni di reclusione e 700 mila lire di multa per ciascuno dei due medici, quattro anni per l'ostetrica e tre anni per l'assistente infermiera. Riferendosi alle telefonate intercettate su sue disposizioni, riguardanti le trattative tra i medici e la giovane Miranda Bruno (la cui denuncia ha fatto cominciare il procedimento giudiziario), il pubblico ministero ha detto che 'il livello culturale dei medici era molto basso* e che 'la loro attitudine criminale è inequivocabile*. Il p.m. ha poi polemizzato con un avvocato difensore, il quale, in una sua memoria scritta, aveva detto che «per fare un aborto, dopotutto, una donna deve solo abbassarsi le mutande*. Prima del pubblico ministero sono intervenuti i legali delle parti civili, l'avv. Leonida Laforgìa per l'Associazione italiana per l'educazione demografica (Aied) e l'avv. Russo Frattasi per Miranda Bruno e per l'Unione donne italiane (Udi). n processo è stato seguito con interesse da centinaia di donne che hanno accolto l'invito loro rivolto dalle organizzazioni femminili e femministe della città. La vicenda risale al 1978, quando Miranda Bruno, allora minorenne, presentò una denuncia alla procura della Repubblica.
Persone citate: Carlo Potito, Fanizza, Leonida Laforgìa, Magrone, Miranda Bruno, Nicola Magrone, Nicoletta Liberio, Russo Frattasi, Vincenzo Ronzini
Luoghi citati: Bari
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