Sterili di una ragazza disperata di Marina Cassi
Sterili di una ragazza disperata Sterili di una ragazza disperata *Bruna era una protagonista in un mondo di persone che fanno fatica a vivere e a modo suo è stata, per molti di loro, un punto di riferimento*. Bruna, di cui don Luigi Ciotti tratteggia questo insolito ritratto, è morta venerdì notte stroncata da un'esistenza nella quale droga e alcol avevano avuto uno spazio troppo grande, devastante. Oggi avrebbe compiuto 26 anni; una vita breve sofferta, segnata da esperienze difficili, vissuta ai margini della società, in un continuo tentativo di affrancarsi dalla droga, di ritrovare affetti e sicurezze perduti. E' ancora don Luigi a raccontare chi era veramente Bruna, leggendo nella piccola cappella dell'ospedale Molinette (dove si è officiata la cerimonia funebre) una lettera che la ragazza scrisse anni fa all'animatore del gruppo Abele, «/eri sera per strada ho riflettuto su quello che stavo facendo e quindi prima di combinare l'irreparabile sono ritornata in comunità con la mia roba e la coda tra le gambe... Ora ti chiedo di aiutarmi; appena puoi per favore vieni, non per discutere della mia scelta, maperparlare dell'aiuto che ti chiedo*. Nella cappella gremita dì ragazzi delle comunità, di operatori dei centri per le tossicodipendenze stretti attorno alla madre di Bruna e al figlioletto della ragazza, Andrea dì 7 anni, cala un silenzio teso, molti piangono. Ciotti prosegue: «Questo era Bruna: sempre in cerca di affetto, comprensione, rispetto e sicurezza che non ha mai trovato. Ha pagato il prezzo di una società che ha messo l'uomo in secondo piano ed è morta anche per l'indifferenza che spesso l'ha attorniata*. Ragazza scomoda, facile ai colpi di testa. Bruna ha consumato la sua esistenza prosti¬ tuendosi, vendendo il suo corpo a sconosciuti incontrati all'angolo della strada per pagarsi la droga e per tentare di provvedere al figlio. Una storia non nuova nella spirale di disperazione nella quale spesso cadono i giovani tossicodipendenti; nella storia di Bruna, come ricorda don Ciotti, c'è la storia collettiva di molti ragazzi 'Vittime di quella droga che sono il perbenismo e l'indifferenza; le vere droghe da combattere perché creano tutte le altre*. Di Bruna ha parlato una sua amica, in una trasmissione-inchiesta sul problema delle tossicodipendenze (*Il ciocco è relativo*) andata in onda ieri sera sulla rete 3 e a lei dedicata. La ragazza ha raccontato la vita di Bruna, le umiliazioni subite dai clienti, le paure e i timori dei quali era preda. 'Era sempre all'angolo della strada; spesso sotto l'effetto delle anfetamine. Passavano i clienti la insultavano. E lei ne soffriva ma prostituirsi era l'unico modo per fare un po'di soldi e comprare la roba*. La ragazza prosegue: « Nei primi tempi era incerta, mi chiedeva consigli su come vestirsi, guardava le altre che battono con la pelliccia; ma per noi sarà sempre impossibile comprarci una cosa di valore, perché spendiamo tutto*. Bruna aveva per la giovane donna un rapporto di sincera amicizia. «Se non riuscivamo a vederci mi scriveva sul muro del "nostro" angolo un messaggio, ancìie solo per dirmi che sarebbe, passata in serata da casa mia o per un saluto*. L'ultima frase è la fotografia del dramma che si stava compiendo: 'Adesso sta morendo in ospedale; è terribile pensare che sia tutto finito*. Ed è davvero finito, ieri, sotto la terra. Marina Cassi
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