Vertice di dieci Comuni per lltalsider a Genève

Vertice di dieci Comuni per lltalsider a Genève Riunione delle amministrazioni interessate Vertice di dieci Comuni per lltalsider a Genève Prudenti reazioni dei sindacati alla richiesta di cassa integrazione per 5200 operai - Proposta una riduzione dell'orario di lavoro DAL NOSTRO CORRISPONDENTE GENOVA —La decisione di collocare in cassa integrazione 5200 operai degli stabilimenti Italsider di Genova, Taranto e Novi Ligure per un periodo variante da due a cinque settimane (pare, tra l'altro, che sarà applicata la cassa integrazione speciale che consentirà ai sospesi dal lavoro di ricevere un corrispettivo pari al salario perduto) ha trovato, per il momento, una cauta risposta da parte sindacale. La giornata di ieri è stata occupata in gran parte, a Genova, da una interminabile riunione della Federazione unitaria dei lavoratori meccanici che s'è conclusa in tarda serata con un nulla di fatto. E' stato emesso un laconico comunicato di una decina di righe nel quale si ribadiscono solo due punti, peraltro scontati. Il primo è la valutazione delle «gravità della situazione» e il secondo è il rifiuto concettuale della cassa integrazione come unica soluzione per superare il momento di congiuntura. Si conclude auspicando una riunione allargata a tutti i consigli di fabbrica dell'Italsider sparsi in tutta Italia per rispondere con una controproposta che dia luogo ad una «piattaforma unitaria». La riunione s'è svolta a porte chiuse in un clima di preoccupazione e persino di imbarazzo. Lo sciopero non era decisamente nell'aria e s'era capito sin dalla settimana scorsa quando la decisione della direzione di ricorrere alla cassa integrazione appariva scontata e ineluttabile. Le maggiori preoccupazioni, più che da Genova e da Taranto, dove la cassa integrazione ha colpito mediamente circa il 10-12 per cento degli addetti ai laminatoi, sono destate invece da Novi Ligure, dove la cassa integrazione coinvolgerà pili della metà degli operai, bloccando di fatto la produzione. Ce una sostanziale fiducia nella provvisorietà del provvedimento, che non dovrebbe mettere in forse i livelli occupazionali in avvenire: certo, però tutti, anche a livello di direzione, si dicono sicuri d'un ridimensionamento dell'azienda stessa. La vertenza, ormai, sembra destinata a spostarsi dalle singole discussioni sulle situazioni locali al piano nazionale e a coinvolgere la politica siderurgica italiana e comunitaria. L'obiettivo sindacale rimane comunque la difesa dei posti di lavoro a costo, come è già stata accennato nei giorni scorsi, di arrivare alla riduzione dell'orario di lavoro settimanale. Anche in questa chiave è da interpretarsi la riunine delle dieci amministrazioni comunali italiane coinvolte nella vertenza che si svolgerà questo pomeriggio a Genova a Palazzo Tursi. p. I.

Luoghi citati: Genova, Italia, Novi Ligure, Taranto