«Con una programmazione l'Italia può vincere la sfida» di Eugenio Palmieri

«Con una programmazione l'Italia può vincere la sfida» Il ministro La Malfa spiega il piano economico «Con una programmazione l'Italia può vincere la sfida» ROMA — Lotta all'assistenzialismo attraverso un nuovo tipo di programmazione che raccolga il consenso dei sindacati, degli imprenditori e di un largo schieramento parlamentare: secondo il ministro del Bilancio Giorgio La Malfa è questa la sfida che l'Italia ha di fronte, all'inizio del decennio Ottanta, ed è questo il messaggio che ha lanciato ieri illustrando all'associazione dei banchieri la ■filosofia» del piano a medio termine. E' un documento dai contenuti economici e politici, che viene discusso oggi dal Cipi e che dovrebbe rappresentare una sorta di vademecum per il prossimo triennio. Il ministro del Bilancio ha ripercorso la storia del sistema produttivo italiano nello scorso decennio fino ai giorni nostri. I risultati non sono certo entusiasmanti: a tassi di inflazione sempre più elevati si accompagna l'impotenza del sistema a fronteggiare i crescenti tassi di disoccupazione. Il meccanismo si è inceppato «e la politica di Piano si pone come il tentativo politico di modificare le condizioni di fondo che impediscono l'efficacia dell'intervento pubblico nelle varie forme che esso assume». Per l'Italia la politica di piano è prossima ormai ad un bivio, che preannuncia uno scontro di fondo tra due impostazioni divergenti: una veduta produttiva assistenziale del vecchio ed una veduta produttiva stimolatrice del nuovo. «JZ Bilancio pubblico — ha detto La Malfa — invece di aiutare il nuovo a crescere appare sempre più impegnato ad assistere il vecchio a non morire». Di qui l'esigenza di un piano di un quadro di riferimento macroeconomico, di durata triennale, raccordato con i piani di settore. La Malfa ripropone quindi la programmazione che superi le nostalgie liberistiche o gli interventi taumaturgici della mano pubblica. La «mano» che ricerchiamo — ha sostenuto La Malfa — è quella «wsibile» della programmazione, ovvero di un metodo per affrontare con flessibilità di strumenti ed efficacia di interventi i problemi in un quadro internazionale sempre più difficile. Sempre secondo il ministro del Bilancio, con il nuovo Piano, per la prima volta in questi anni, verrà tentato un raccordo tra le principali variabili macroeconomiche (sviluppo, andamento dell'inflazione, tasso di occupazione, investimenti nel Mezzogiorno e bilancia dei pagamenti), il bilancio statale e i piani di intervento che si renderanno possibili. Ma perché questa impostazione possa avere successo, ha concluso La Malfa, occorre un largo consenso politico e un comportamento coerente di sindacati e imprenditori. Questo governo ha la forza per raccogliere una vasta base di consensi? Qualche dubbio nell'intervento di La Malfa si legge tra le righe, quasi un richiamo ai partiti che compongono la maggioranza attuale: «Se le condizioni di un Paese richiedono un'azione di governo, ma non viene percepita la gravità dei problemi, il consenso può non risultare sufficiente». Resta sempre da verificare, si potrebbe aggiungere, come l'impostazione del Piano verrà accolta dai socialisti e dai socialdemocratici, visto che fin dalle prime battute della compagine guidata da Forlani sono emersi contrasti non secondari sulle soluzioni da dare ai problemi sul tappeto. T rappresentanti delle Regioni hanno già avanzato i primi rilievi alla 'filosofia» del documento. Chiedono 2000 miliardi aggiuntivi per il 1981 su fondi non vincolati da utilizzare per il finanziamento di programmi e progetti già pronti, contenuti nei piani regionali di sviluppo per quattro settori prioritari: casa, energia, assetto del territorio, trasporti. Gli stessi rappresentanti ritengono che non è stata superata, nell'impostazione del Piano, una interpretazione negativa che fa supporre due momenti di intervento separati: quello di un rientro nel triennio rispetto all'inflazione attraverso manovre monetarie di tipo restrittivo e recessivo e quello, in una fase successiva, di interventi di rinnovamento in settori prioritari. Le Regioni, invece, vogliono conoscere subito la strategia che il governo intende seguire per i punti «caldi»: casa, occupazione, agricoltura, energia. Eugenio Palmieri

Persone citate: Forlani, Giorgio La Malfa, La Malfa

Luoghi citati: Italia, Roma