L'anti-Nobel sceglie Borges di Osvaldo Guerrieri
L'anti-Nobel sceglie Borges ALLO SCRITTORE IL PREMIO DELLA FONDAZIONE BALZAN L'anti-Nobel sceglie Borges Il riconoscimento anche al matematico Bombieri e all'urbanista egiziano Hassan Fafhy MILANO — Escluso dal Nobel, Jorge Luis Borges è premiato dall'anti-Nobel, ossia dalla Fondazione Balzan divenuta, dopo alcuni anni di crisi e di gestione commissariale, il contraltare dell'Accademia svedese, sìa per la risonanza internazionale, sia per la cospicua entità del riconoscimento: 250 mila franchi svizzeri, pari a oltre 125 milioni di lire. La stessa cifra è toccata agli altri premiati: il matematico Enrico Bombieri e l'urbanista egiziano Hassan Fafhy. Tuttavia Borges non ha ricevuto il premio per la sua opera narrativa, ma per la critica letteraria e la linguistica, contendendolo a Gianfranco Contini. La motivazione è sembrata a tutti secondaria, se non addirittura pretestuosa. E' contata, agli occhi della giuria presieduta da Carlo Bo e con tre Premi Nobel al suo interno, la sorte di questo straordinario scrittore che, considerato il massimo narratore contemporaneo, non ha mai ricevuto un riconoscimento ufficiale, salvo un premio Formentor nel '61. Borges è lo scrittore che, secondo Maurice Blanchot, «ha trovato l'infinito nella letteratura-. Uomo desertico e labirintico, ha saputo trasformare il mondo in libro e ha saputo vedere il libro come un mondo. Da questa equazione deriva per l'opera l'enorme possibilità di fingere, di falsificare e d'ingannare. Non a caso uno dei libri più noti di Borges s'intitola Finzioni. Scoprendo l'infinita possibilità dell'immaginazione, Borges ha potuto dare ordine a Babele, allineare in un unico immenso scaffale la «biblioteca del mondo», dove ciò che appare non è detto sia la verità. Potrebbe essere il verosimile e intorno alla «verità presunta» si snoda un indecifrabile labirinto che, in Altre Inquisizioni per esempio, Borges ha percorso guidato dagli enigmi offerti dal sogno. Lo stesso metodo, anche se sorretto da solidi strumenti filologici, Borges ha adottato per la saggistica. Ne abbiamo avuto un esempio nelle pagine che ha dedicato all'JSncyclopédie di Diderot e d'Alembert pubblicata da Ricci. Ora sta scrivendo un saggio su Dante (che ha conosciuto nella traduzione Inglese di Gabriel Rossetti) e anche qui, probabilmente, come in tutta la sua opera, sarà difficile separare l'eccitazione fantastica, il -sogno sognato da nessuno-, dal rigore filologico. Enrico Bombieri è uno dei più noti matematici di questi anni. E' milanese, ha 41 anni e proviene dalla Normale di Pisa. Insegna a Princeton e, qualche anno fa, ha ricevuto la «Medaglia Fields», una specie di Nobel americano per la matematica. Genio precocissimo, Bombieri ha già alimentato intorno a sé una leggenda. Si parla di lui come dell'uomo che ha saputo studiare e ordinare l'infinitamente piccolo e infatti i suoi studi sulla teoria dei numeri e sulle superfici di area minima sono considerati all'avanguardia. E' l'elaboratore di un teorema che ha il suo nome. Notissimo all'estero e poco da noi è l'urbanista egiziano Hassan Fafhy, il «ricostruttore dell'Egitto». Ha 76 anni e, fra i molti riconoscimenti, ha ricevuto anche un premio dall'Aga Khan. La sua filosofia urbanistica scaturisce da una sintesi fra avanguardia e tradizione e si esprime nella costruzione di spazi urbani «a misura d'uomo». La ricostruzione di Gourma è una delle sue straordinarie imprese: una città, sembra, particolarissima; nella quale le attuali esigenze urbanistiche si fondono in un'architettura che riproduce forme e stili del passato. Jorge Luis Borges, Enrico Bombieri e Hassan Fafhy saranno premiati a Roma ai primi di marzo. Per l'anno prossimo, la giuria del Balzan e il presidente della Fondazione, Giovanni Colli, intendono premiare uno studioso di diritto, un filosofo e un geologo. Osvaldo Guerrieri
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