È rilasciato in Calabria il palazzinaro Armellini di Enzo Laganà

È rilasciato in Calabria il palazzinaro Armellini Rapito a Roma in febbraio ha pagato un miliardo È rilasciato in Calabria il palazzinaro Armellini Liberato sull'Aspromonte, il costruttore cinquantenne ha vagato a lungo nella notte fra i boschi - L'Anonima sequestri aveva chiesto 10 miliardi DAL NOSTRO CORRISPONDENTE REGGIO CALABRIA — Rapito a Roma il 14 febbraio scorso, il costruttore Renato Armellini, 50 anni, è stato rilasciato la notte scorsa in provincia di Reggio Calabria. Prostrato fisicamente, dopo aver ricevuto un trattamento disumano, il «palazzinaro» romano è stato abbandonato verso le 22 in aperta campagna. Dopo aver vagato per oltre quattro ore è riuscito a raggiungere la provinciale nei pressi dello svincolo dell'autostrada a Sant'Elia. Verso le 2, barcollante e quasi privo di forze, Renato Armellini è stato intercettato da due gazzelle dei carabinieri che erano in perlustrazione nella zona. «Mi trovo a Tivoli?» ha chiesto il costruttore ai militari. «JVo, lei è nei pressi di Palmi in provincia di Reggio Calabria». In precarie condizioni, ferito alla testa ed alle mani, (era stato sfiorato da due camion ai quali aveva chiesto invano un passaggio), il palazzinaro è stato trasportato all'ospedale di Palmi e ricoverato. Interrogato sommariamente dal dott. Tuccio, procuratore della Repubblica di Palmi, Armellini avrebbe detto di essere stato trasferito in Calabria da diverso tempo e di essere stato tenuto segregato e bendato in una capanna situata nei pressi di una chiesa («sentivo il suono delle campane»). Il costruttore ha aggiunto: «I miei guardiani parlavano sempre di Brigate rosse; credo proprio che siano stata terroristi a sequestrarmi». Una barba lunghissima, smagrito (ha perso 20 chili) Armellini si è incontrato ieri con la moglie, accorsa da Roma. E' stata una scena singolare perché la signora, prima di riabbracciare Armellini, ha chiesto ai carabinieri se effettivamente quell'uomo fosse suo marito. In effetti il palazzinaro era irriconoscibile. A Palmi si è recato anche un diretto collaboratore del costruttore, Franco Talacci, che in questi lunghi mesi della prigionia ha tenuto i contatti con i rapitori, i quali avevano fatto una prima richiesta chiedendo 10 miliardi per il riscatto. La famiglia, invece, in due rate ha pagato 945 milioni nell'estate scorsa; altri tre miliardi li avrebbe versati di recente (ma la notizia non ha trovato conferma da parte degli inquirenti). Armellini era stato rapito la sera del 14 febbraio; però la denuncia era stata presenta¬ ta dai familiari soltanto un mese più tardi. Sei anni fa era sfuggita al sequestro la figlia del costruttore, Angela. In relazione alle indagini sul rapimento venne arrestato, a Palermo, Antonio Buscetta, figlio del boss Tommaso, legato a Gerlando Alberti. Fu «pescato» in seguito a controlli compiuti grazie al decreto Colicchia sulle banconote da 100 mila, dopo aver versato alla Cassa di Risparmio del capoluogo isolano 60 biglietti da 100 mila provenienti dal riscatto. Ostaggi di altre regioni, sembra ormai certo, possono essere stati trasferiti in Calabria per questioni logistiche. Dopo il rilascio della signora torinese Anna Rosa Brusin, gli inquirenti sono alla ricerca delle prigioni della figlia dello stilista Bruno Piattelli e del costruttore Ercole Bianchi, entrambi romani, e continuano le battute sui contrafforti dell'Aspromonte. Dei rapiti calabresi, in mano all'.Anonima sequestri» si trovano il dott. Pulitane- (il cui figlio l'altro ieri ha fatto pubblicare una inserzione sui giornali chiedendo notizie), l'aw. Antonio Colistra per il cui rilascio i rapitori hanno chiesto 400 milioni e il farmacista Giuseppe Gulli del quale non si hanno più notizie. Enzo Laganà Palmi. Renato Armellini ricoverato in ospedale (Tel. Ansa)