I progressisti volevano Lercaro Papa e lui cedette i suoi voti a Montini

I progressisti volevano Lercaro Papa e lui cedette i suoi voti a Montini Pubblicate 201 «lettere dal Concilio» dell'arcivescovo di Bologna I progressisti volevano Lercaro Papa e lui cedette i suoi voti a Montini ROMA — Nuovi documenti confermano che il card. Giacomo Lercaro (morto a 84 anni nell'ottobre del '76) fu il candidato dei progressisti nel Conclave dal 18 al 21 giugno '63 che elesse Paolo VI successore di papa Giovanni. Le testimonianze decisive sono un manoscritto di Lercaro e un suo incontro con Montini, prima di entrare in Conclave, riferiti per la prima volta nel volume Lettere dal Concilio (Ed. Dehoniane) nel quale sono raccolte le 201 lettere inviate da Roma durante le quattro sessioni conciliari ai 55 ragazzi che formavano «la sua famiglia» nel palazzo arcivescovile di Bologna. L'autografo di cui parliamo, conservato nella «Fondazione G. Lercaro» e pubblicata in nota dal curatore del volume, prof. Giuseppe Battelli, fu scrìtto da Lercaro il 18 giugno 1963, quindi poche ore prima di raggiungere la Cappella Sistina per scegliere il Papa. Dice il cardinale: «... E ora, bimbi cari, una parola: io spero ardentemente e ritengo con | probabilità di tornare tra voi: con un po'minore probabilità di quello che non pensassi partendo da Bologna. Vedo che voi pure avete avvertito il giro che vanno prendendo le voci le quali come capite, sono poi anche un po' le indiscrezioni (quando non sono le ispirazioni) di chi sta più o meno vicino ai membri del Sacro Collegio. Se non fosse questo, non mi turberei; ma vedendo come sono le cose, resto un po' turbato. Comunque, penso che non ci sia per me e per voi e per quanti mi vogliono bene davvero, altro da fare che pregare il Signore, come Gesù stesso pregò: "Seèpossibilepassi da noi questo calice; tuttavia non la nostra, ma la tua volontà sia fatta". E chiedere alla Madonna che non lasci orfana la nostra "famiglia" -. Prima o dopo avere scritto questa lettera, Lercaro s'era incontrato con il card. Montini nell'Istituto delle suore benedettine di Priscilla, a Roma, dove risiedeva. «La conferma di questo incontro ci viene dalle suore, da noi interpellate-, specifica il curatore Battelli, «e dal registro delle firme dei visitatori, recante in data 18 giugno 1963 l'autografo dell'arcivescovo di Milano-. Il colloquio fra i due cardinali fu -strettamenteprivatoe durò 'diverse ore-, precisa Battelli nella sua introduzione. E' evidente che la candidatura di Lercaro, sostenuta dai porporati più aperti che lo avevano molto apprezzato durante la prima sessione del Concilio, rappresentava l'alternativa a quella di Montini, portata dai moderati, ma avversata dal «partito di Curia» che opponeva a Montini il card. Luigi Antoniutti, friulano. Le ricostruzioni sinora disponibili sostengono che la mattina del 20 giugno, trenta voti andarono a Montini, venti a Antoniutti e una ventina a Lercaro. -Nella terza votazione — scrive Giancarlo Zizola a pag. 163 di Quale Papa?, Boria ed. — : suffragi di Lercaro confluivano su Montini che saliva così a cinquanta suffragi-. Soltanto la sera del 20 fu risolta la drammatica contrapposizione Montini-Antoniutti, grazie all'intervento non rituale del card. Gustavo Testa, amico di papa Roncalli. Egli fece -appello alle coscienze- degli elettori, specialmente ai curiali, perché non ostacolassero ancora l'elezione di Montini .per il bene della Chiesa-. La mattina del 21 giugno '63 al quinto scrutinio, Montini ottenne più dei due terzi dei voti necessari all'elezione. Su ottanta cardinali avrebbe ricevuto 57 voti, tre più del minimo indispensabile. Poche ore dopo, ricevendo Lercaro per la «adorazione», Paolo VI gli mormorò: .Veda com'è la wta, eminenza, a questo posto dovrebbe esserci lei-. Quasi certamente l'aiuto datogli da Lercaro, ma soprattutto il sostegno che questi aveva fra i progressisti, spinsero Paolo VI a nominare l'arcivescovo di Bologna «moderatore» del Concilio accanto ai cardinali Agagianian. Doepfner e Suenens. Lamberto Fumo

Luoghi citati: Bologna, Milano, Roma