Sporcizia, incuria e abbandono piaghe dogli ospedali milanesi

Sporcizia, incuria e abbandono piaghe dogli ospedali milanesi Penoso squarcio sulle carenze dell'assistenza Sporcizia, incuria e abbandono piaghe dogli ospedali milanesi MILANO — Anche a Milano, come è già accaduto a Roma e come sta per accadere in una ventina di città, ha cominciato a lavorare il «Tribunale per i diritti del malato», su iniziativa del movimento federativo democratico con l'adesione di forze politiche (Udì, Arti), sindacali (Cgil, Cisl, Uil. Firn), operatori del settore (medicina democratica, lavoratori ospedalieri), rappresentanti degli enti locali. Le denunce di malati ricoverati negli ospedali milanesi stanno arrivando a decine. I temi sono abbastanza simili. Prima di tutto la sporcizia: « Una bimba con la scarlattina era ricoverata assieme a malati di epatite virale. Per misurare la febbre le hanno dato un termometro sporco di feci»; •Mi dissero di andare a letto: vi era una macchia molto vasta, ma la suora mi disse che non era il caso di metterla giù tanto in grande». Poi l'incuria: «Sono rimasto con la flebo attaccata per mess'ora già scarica. Il motivo era che avevano da fare e non potevano venire da me»; «Non esistono bicchieri e nemmeno posate, me li ha portato mia moglie da casa»; «Mìa figlia ha ricevuto insulti per il solo fatto che ha bagnato il letto e ho dovuto cambiarla io». E ancora la noia, il senso di abbandono, l'impossibilità di sapere che cosa si ha veramente: «Ho cercato di leggere la mia cartella clinica, ma quando il personale medico se n'è accorto mi ha sgridato urlando. E' proprio per questo motivo che dubito di essere ammalata gravemente». Fino ad arrivare al drammatico racconto di una donna, alla quale fanno male un taglio cesareo e si ritrova con una ferita che nessuno vuol vedere nè curare. Le segnalazioni giunte al tribunale (circa 250) sono state già catalogate: il 60 per cento lamenta effetti negativi della degenza, per una buona metà dovuti a mancanza di spazi per passare il tempo e agli orari anomali; più del 70 per cento denuncia U cibo cattivo, la mancanza di medicine e di igiene. Il rapporto con i medici e con il personale paramedico è giudicato negativo nella maggioranza dei casi. Infine il 16 per cento riguarda complicazioni sopravvenute in ospedale. A fare le spese di tutto ciò sono principalamente i bambini come il protagonista della lettera scritta da un'infermiera: «Afi trovavo al centro psicoterapeutico per bambini. Una signora mi raccontava perché suo figlio doveva fare quelle sedute: a un anno era stato ricoverato in ospedale, alla madre era stato proibito di assistere il figlio, salvo che durante le visite parenti Morale: il bimbo a tre anni e messo, causa il trauma del ricovero e l'allontanamento dalla madre, non riusciva a pronunciare che poche parole».

Luoghi citati: Milano, Roma