Totocalcio: decine di milioni «dimenticati» dai vincitori

Totocalcio: decine di milioni «dimenticati» dai vincitori A volte la distrazione gioca brutti scherzi Totocalcio: decine di milioni «dimenticati» dai vincitori E dopo 120 giorni, i premi non richiesti vengono versati all'Istituto per il credito sportivo - Le schede sistemiste rappresentano il 50 per cento delle giocate ROMA — Questa volta è 11 Totocalcio ad essere sfortunato. Di solito le grandi vincite suonano la sveglia all'opinione pubblica e nella settimana successiva spingono alle ricevitorie anche i distratti e gli indifferenti, facendo innalzare considerevolmente il numero delle giocate. Ma questa settimana, nonostante il clamore dei tre 13 da oltre un miliardo l'uno, ci sarà un'eccezione. «Quando il sabato è una giornata festiva o c'è di messo un "ponte" si gioca di meno — dicono alla direzione del Totocalcio —. E poi c'è la serie B, con elementi di scheda che non sono di grande richiamo. Quando la serie A è assente, il numero delle giocate cala dal 20 al 25 per cento». Le vincite della settimana scorsa non hanno superato il record assoluto (la vincita più alta è infatti quella di un •anonimo» milanese: un miliardo e 185 milioni 174 mila lire nel concorso n. 19 della stagione '77-78). Ma ne sono al di sotto di poco. I due 13 di Bologna e di Verona si sono trascinati dietro anche sette 12, con una vincita totale (per ciascuno) di un miliardo 178 milioni 970.300 lire, mentre quello di Messina (un 13 e cinque 12) ha vinto un miliardo 114 milioni e 73 mila lire. Tutte e tre le schede vincitrici sono sistemiste, convalidate da bollini da 32 colonne (5600 lire di giocata complessiva). mDa un insieme di valutasioni si dovrebbe dedurre che i vincitori non sono giocatori occasionali e non appartengono alle fasce a reddito più basso — aggiungono al Totocalcio —. Con ogni probabilità si tratta di gruppi di sistemisti, secondo una consuetudine che sta prendendo piede». Nel Toto le schede variano da un minimo di 8 colonne, con tre varianti doppie, ad un massimo di 216 colonne. La scheda più frequente è quella da 32 colonne, che costa 5600 lire. E' stata una di queste schede a superare per la prima volta il miliardo di vincite (1.079.498.660 lire nel concorso n. 35 della stagione '78-'79). Prima di quel momento, il record spettava ad un altro si¬ stemista anonimo di Pescara (poco meno di 870 milioni nel concorso n. 30 della stagione '74-'75). «Le schede sistemiste rappresentano ormai più del 50 per cento delle giocate — spiegano ancora —. Si veda l'ultimo concorso, quello della settimana miliardaria: su 91 milioni 639 mila 548 colonne giocate nelle 10.500 ricevitorie, con un introito di quasi 15 miliardi e 29 milioni ben 47.127.148 colonne appartenevano a schede sistemiste, 31.542.816 a schede ottuple e il resto (circa 13 milioni di colonne) a schede doppie da 350 lire». C'è una strategia particolare per le schede a sistema? Alla direzione del Tovoiialcio sostengono di no, anche se i sistemisti si piccano di giocare «scientificamente». La palla è rotonda, si dice, e gli stadi con 22 uomini in campo fungono da palcoscenico all'imprevedibilità più assoluta. Del resto la matematica è contro gli sprovveduti. Per fare un 13 sicuro bisognerebbe infatti giocare 1.594.323 colonne, spendendo 279.006.525 lire; per azzeccare un 12 bisognerebbe invece compilare 531.441 colonne, con una spesa di 93.002.175 lire. E il gioco non vale sempre la candela. Nel concorso con il più alto numero di 13, il n. 2 della stagione '54-'55, i 136.708 massimi vincitori hanno raggranellato soltanto 1.317 lire, mentre i 670.139 dodici ne hanno vinto soltanto 268. •La sona in cui si gioca di meno, nonostante il 13 miliardario dell'ultimo concorso, è quella di Verona — dicono ancora al Toto —,. Nell'anno si spende soltanto 176,5 lire a persona. Quella in cui si gioca di più è Roma, sulla quale convergono però Lazio e Umbria. A Torino e in tutto il Piemonte si spendono invece 241,2 lire.. Superfluo aggiungere che il 98 per cento delle schedine sono anonime. La paura del fisco e degli scocciatori paralizza molte mani. Ma non senza rischio, n numero di coloro che si dimenticano di riscuotere il premio è infatti molto più elevato di quanto si creda e i premi non incassati sono anche quelli di parecchie decine di milioni l'uno. Come vuole il regolamento, dopo 120 giorni i premi non richiesti vengono versati all'Istituto per il Credito Sportivo. E ai distratti che se ne accorgono dopo, non resta che mangiarsi le unghie. b. g.