Formosa: ci sentiamo traditi

Formosa: ci sentiamo traditi I NOVE PAESI SONO PIÙ' ATTRATTI DA PECHINO Formosa: ci sentiamo traditi Il viceministro dell'Economia di Formosa, Yi-Ting Wong, non fa mistero della sua irritazione nei confronti della Comunità economica europea. 'Siamo discriminati» dice, e cita l'esempio dei funghi. Formosa è stata finora il fornitore principale della Germania: in pratica non c'era scaffale di supermercato o di negozio, nella Repubblica federale, che non avesse contenitóri di gustosi prataioli contrassegnati dalla scritta: Roc (Republic of China). «Oro, dato che per la Cee l'interscambio con Pechino è diventato più importante — sostiene il ministro — l'importazione da parte dalla Comunità è stata ripartita tra i due Paesi in modo tale che a Formosa vada solo la minima percentuale del cinque per cento dell'intero fabbisogno di funghi tedesco». 'Molto presto — continua Wong — Bruxelles dovrà però rendersi conto che il suo nuovo socio commerciale di terraferma non è in grado di fornire la stessa merce che finora è stata in grado di dare la piccola provincia di Formosa. La Comunità si troverà quindi nella condizione di bussare nuovamente alla porta di Taipeh perché continui a dare quel che i comunisti non sono in grado di fornire». E' indubbio che per ovvie ragioni politiche Bruxelles mostra adesso una grande considerazione per Pechino e per la sua immensa area commerciale. La nuova politica comporta, ad esempio, che le delegazioni provenienti dall'isola hanno difficoltà a trovare interlocutori con cui avviare un dialogo, ma questo non significa affatto che le relazioni economiche tra l'isola e la Comunità debbano giungere sino all'asfissia. Nel 1978 il volume degli scambi commerciali tra l'Europa e la Roc è ammontato a 2 miliardi 900 milioni di dollari: l'attivo di tale interscambio è stato per Formosa di circa 400 milioni di dollari. L'ammontare deìi'importexport tra il Paese asiatico e la Comunità costituisce a sua volta il 12,3 per cento dell'intero volume d'affari esistente tra Formosa e gli altri Paesi. Con l'Asia, gli scambi hanno raggiunto il 35,8 per cento; con gli Stati Uniti, che pur hanno molto a cuore i loro rapporti con Pechino, la percentuale dell'interscambio raggiunge il 32,87 per cento. Il commercio con la Cee è in netta ascesa. Esso è aumentato continuamente dal 1968 (162 milioni di dollari) con una sola interruzione dell'anno 1976. Un segno, malgrado la quota percentuale delle esportazioni verso la Comunità sia diminuita rispetto all'intero volume, che il Paese riesce egualmente ad adattarsi al mutato orientamento politico. Come dunque gli europei si spartiscono la «torto» Formosa? Il maggior contraente del Paese asiatico è sempre la Repubblica federale di Germania con il 34 per cento, anche se le esportazioni sono in calo. Nel 1971 infatti erano al 42 per cento. Del tutto diverso è il caso dei francesi. Dal loro modesto quattro per cento di quota nel 1971 hanno raggiunto il 7,7 per cento e la tendenza all'ascesa si mantiene costante. Mentre Courvoisier, Renault, Christian Dior e altre grosse aziende francesi trarranno ulteriori vantaggi dai loro scambi con Formosa, molte società della Germania occidentale si chiederanno quando il tanto promesso incaricato d'affari tedesco inizierà a Formosa la propria attività. Economicamente, il nuovo riguardo mostrato dai partners della Comunità europea per la Cina comunista non conviene ancora. A fronte del miliardo e 200 milioni di importazioni dalla Repubblica popolare nel 1979, stanno infatti il miliardo e seicento milioni di dollari di import da Formosa, soprattutto conserve alimentari e apparecchiature elettriche. D'altro canto la Cina costituisce un mercato di vendita assai più conveniente per l'Europa comunitaria che ha realizzato 1 miliardo e 900 milioni di dollari contro gli 850 realizzati a Formosa. Le cifre dunque parlano chiaro ma la loro interpretazione è spesso in chiave politica. Ed è cosi, per esempio, che la Lufthansa farà scalo a Taipeh a partire dall'anno prossimo dal momento che, nonostante le promesse, la linea che fa capo a Pechino non ha provocato finora che un forte passivo. Hans-Herbert Holzamer

Persone citate: Christian Dior, Courvoisier, Ting, Wong