Aborto: sentiamo le altre Chiese

Aborto: sentiamo le altre Chiese DOTTRINA E «POLITICA» DELLE DIVERSE RELIGIONI NEL MONDO Aborto: sentiamo le altre Chiese ROMA — Quali posizioni dottrinarie e «politiche» sull'aborto hanno le principali Chiese cristiane non cattoli-. che e le religioni non cristiane più diffuse nel mondo? Il problema dell'interruzione volontaria della gravidanza è tornato d'attualità specialmente in Italia per l'avvenuto deposito in Cassazione degli oltre due milioni e centomila firme raccolte dal «Movimento per la vita» per ottenere due referendum abrogativi. Inoltre, al Sinodo mondiale dei vescovi, in corso in Vaticano, la condanna totale della Chiesa cattolica contro l'aborto volontario è cosi ovvia che della grave questione si parla soltanto per denunciarne i «deleteri effetti» sul concetto cristiano di famiglia. Le ragioni fondamentali del rifiuto assoluto dell'aborto procurato, nella Chiesa cattolica ma anche più nelle Chiese cristiane, riguardano: da un lato, il «disegno creatore di Dio» al quale gli sposi sono chiamati a collaborare sia pure con una «paternità o fecondità responsabile»; dall'altro lato, l'ammissione, da parte cattolica, che l'anima razionale è presente fin dal primo momento della fecondazione e, quindi, del concepimento. Vi sono due distinte ipotesi in materia di «animazione»: una scuola, che fa capo ad alcuni Padri della Chiesa, sostiene l'«animazione ritardata», concezione accettata da S. Tommaso che, sulla base della filosofia di Aristotele, riteneva che l'anima verrebbe infusa da Dio dopo l'iniziale sviluppo dell'embrione. Aristotele fissava la «forma umana » al 40" giorno per i maschi e all'80" per le femmine La seconda ipotesi, cioè l'« animazione immediata» all'istante del concepimento è affermata da altri Padri della Chiesa, fra i quali Tertulliano, ed è oggi prevalente nella teologia cattolica, costituendo così la base delle regole morali in questo delicatissimo campo. Vi sono, comunque, discussioni fra i teologi, in quanto alcuni — per esempio francesi — rinviano la formazione dell'essere umano al momento della «ominizzazione». ossia quando, dopo la nascita, esso è riconosciuto per umano dagli altri. Gli anglicani Senza addentrarci in questo dibattito, né trarre conclusioni che non ci spettano, vediamo di esporre in sintesi l'atteggiamento di importanti Chiese cristiane non cattoliche e. poi, di alcune religioni non cristiane. Gli anglicani, che nel mondo contano almeno cento milioni di fedeli, pur con distinzioni secondo le nazioni, condannano l'aborto procurato, tranne casi di necessità per salvare la vita o la salute della madre o per accertate tare irreversibili del feto. Tuttavia, in generale, ammettono l'interruzione della gravidanza non oltre i tre mesi dal concepimento. Le Chiese valdese e metodista, che in Italia sono praticamente unite (oltre quarantamila fedeli nel nostro Paese) hanno una posizione più complessa. La Tavola valdo-metodista non ha dichiarato una dottrina ufficiale, ma si richiama alle quattro tesi sull'aborto volontario espresse dal «Centro protestante di studi, della Chiesa Riformata di Ginevra, che s'ispira al calvinismo. Prima tesi: «L'aborto è atto serio che. però, non può mai essere dissociato dalla responsabilità ancor più seria di mettere al mondo un figlio». Seconda tesi: «La vita non è un destino da subire, ma un dono che ci è fatto sotto forma di un ambiente biologico, affettivo e sociale delle cui qualità siamo personalmente e collettivamente responsabili. Dal punto di vista teologico la vita non deve essere sacralizzata: secondo la tradizione biblica— prosegue la seconda tesi — Dio non è la vita umana, ma colui che benedice la vita». Terza tesi: «Dato che la richiesta di aborto è una realtà sociologica, la soluzione legale detta "del rinvio" è quella che più favorisce una consulenza efficace e il processo di decolpevolizzazione delle donne o delle coppie che chiedono l'aborto». Nella coppia Il «rinvio», nel Cantone di Ginevra, consiste nel rinviare la coppia a incontri con esperti che l'assistono durante un periodo di riflessione, prima della decisione che spetta alla donna o alla coppia. Quarta tesi: «Lo Stato deve compiere ogni sforzo a favore della contraccezione. Ma non ci si può aspettare che la contraccezione risolva immediatamente tutte le situazioni che portano alla richiesta di aborto». Domandiamo al pastore valdese Franco Sormani. di Roma, una conclusione: «Noi siamo contrari all'aborto sul piano di principio teorico — risponde — ma non possiamo ignorare un dramma sociale e personale che non può essere risolto con un'affermazione teologica. Quindi, riteniamo necessaria un'adeguata legislazione dello Stato in vista di superare tutto il problema». Anche la Chiesa battista italiana (oltre cinquemila fedeli) rifiuta per i propri credenti l'aborto volontario perché è contrario all'Evangelo, ma è favorevole a una legge civile che lo depenalizzi allo scopo di sconfiggere la clandestinità. Nella varietà di posizioni fra i protestanti, la Chiesa evangelica tedesca (luterana) stabili il 14 gennaio 1971 in un «Memoriale»: «Sulla base delle attuali acquisizioni scientifiche l'inizio della vita si instaura con la fecondazione. Ogni intervento che distrugga la vita iniziata è uccisione di una vita in divenire». L'ortodossia è contraria all'aborto procurato. Dice l'arciprete Victor Ilienko. della Chiesa ortodossa russa all'estero (avversaria del patriarcato di Mosca): «Siamo contrari all'aborto perché non corrisponde al disegno di Dio che vuole la prolificità del genere umano. Però non c'è regola senza eccezione. Possiamo ammettere l'abor-to se è minacciata la vita o la salute anche psichica della gestante. Se, invece, sono accertate menomazioni non modificabili del feto, la nostra Chiesa non consente l'aborto». Il giudaismo è estremamente rigoroso contro l'aborto che, per gli osservanti ebrei è sempre un crimine, per altri lo diventa dopo il 40" giorno dalla fecondazione. Nell'Islam (oltre 700 milioni di fedeli) non è ammesso l'aborto dopo il 120° giorno dal concepimento perché il feto, dopo di allora, è ritenuto essere umano. Tuttavia molte università islamiche, di recente, hanno confermato la condanna dell'aborto senza termini di tempo. L'induismo (quattrocento milioni di seguaci) è totalmente sfavorevole all'aborto. Il Mahatma Ghandi sosteneva che esso «è uccisione della vita» e non risolse il problema se fosse lecito, e in quali «rarissimi casi», per salvare la vita della madre. Non si hanno, invece, divieti contro l'aborto nello shintoismo e nel buddismo, religione quest'ultima che si va diffondendo nel mondo. Lamberto Fumo

Persone citate: Franco Sormani, Lamberto Fumo, Mahatma Ghandi, Quarta

Luoghi citati: Ginevra, Italia, Mosca, Roma