Ogni anno gettiamo fra i rifiuti pane per oltre cinquecento miliardi
Ogni anno gettiamo fra i rifiuti pane per oltre cinquecento miliardi Secondo i dati forniti dal presidente Federpanificatori Ogni anno gettiamo fra i rifiuti pane per oltre cinquecento miliardi MELANO — Tutti i giorni, nel nostro Paese, vengono gettati nei rifiuti quattordicimila quintali di pane, pari ad un valore di circa 510 miliardi l'anno. E' quanto ha dichiarato il presidente della Federpanificatori, Antonio Marinoni, durante una riunione dell'«Union internationale des boulangers» (Uib). La quantità nazionale di pane buttato è stata ricavata con il metodo delle «proiezioni», basandosi sui rilevamenti di quanto succede a Milano e a Bari. Nel capoluogo lombardo, 450 quintali di pane verrebbero quotidianamenti trovati nei rifiuti; in quello pugliese, duecento. Da quest'analisi, deriva che almeno a Milano e provincia — aree in cui comprendendo coloro che vi abitano senza risultare residenti, la popolazione arriva complessivamente a quattro milioni — ogni persona butta via, in media, più della metà del consumo di pane pro-capite, indicato, dall'Istat, in 206 grammi giornalieri. 'Occorrerebbe — dicono alla Federpanificatori —, cominciare subito una campagna pubblicitaria, estendendola anche alle scuole, per persuadere la gente che il pane non è "una cosa da buttare solo perché costa poco". Il basso prezzo infatti è probabilmente una delle cause della disinvoltura di tanti consumatori. Ma, parallela alla nostra società, c'è una metà di mondo che soffre la fame e ne muore Non è giusto che sprechiamo tutta questa roba. Intere popolazioni potrebbero essere salvate da sicura morte per fame, se la nostra enorme quantità di pane in eccesso fosse inviata verso i Paesi sottosviluppati: Prescindendo dalle difficoltà pratiche di organizzare spedizioni simili, rimane la constatazione del diverso comportamento che —a parità di condizioni economiche —il consumatore medio di ieri e di oggi mostra nei riguardi del pane. Fino a non molto tempo fa, specialmente nelle zone legate alla terra, buttarlo via era considerato quasi bestemmia. 'Oggi — raccontano alla Federpanificatori —, soprattutto in città, chiunque, disponendo di un minimo sufficiente di danaro, rifiuta, per la prima colazione, la michetta del giorno precedente e scende a prendere la brioche appena sfornata». C'è però da tenere presente — e su questo i consumatori sono, in passato, intervenuti più di una volta — che il pane, soprattutto in città, è sovente cosi cattivo, pur se fresco, che proprio non è il caso di mangiarlo anche raffermo. L'indagine presentata in Fiera dai panificatori riferisce dati che — secondo quanto loro stessi hanno affermato — per Milano risalgono a otto anni or sono; a Bari, invece, i rilevamenti furono compilati nel '78-79. Il direttore generale dell'Azienda municipalizzata della nettezza urbana (Amnu) di Milano, dottor Giovanni Pezzetti, ri¬ corda che fino al '64 vigeva un sistema di selezione manuale dei rifiuti. In seguito, questi furono portati in discariche controllate; il primo inceneritore entrò in funzione nel marzo del 1968; il secondo, nel giugno del '75. Attualmente, viene distrutta la metà dei 18.000 quintali di rifiuti quotidianamente prodotti in Milano. L'indagine è stata fatta per campione: per un certo periodo cioè si è rilevato quanto pane c'era in un dato numero di sacchi d'immondizia provenienti da diversi caseggiati dei vari quartieri; poi, con medie e proporzioni, si è arrivati alla somma complessiva. 'Non conosco questo specifico studio sul pane — afferma il dirigente —, ma i risultati mi sembrano più che verosimili». Semmai — fa ancora notare qualcuno dei panificatori — tali cifre peccano per difetto, in quanto, attraverso gli anni, la popolazione è aumentata, e, mediamente, anche i consumi. Ornella Rota
Persone citate: Antonio Marinoni, Giovanni Pezzetti, Ornella Rota
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