New York arrivano i mostri di Lietta Tornabuoni

New York arrivano i mostri Persone di Lietta Tornabuoni New York arrivano i mostri Su un grattacielo in costruzione, a Manhattan, continua a venir quotidiana-, mente aggiornato il gran cartello-monito che da mesi ricorda gli americani tenuti in ostaggio nell'Iran: «356 (357, 358, 359, eccetera) giorni di prigionia». Nei tassì un cartellino avverte: «Per ragioni di sicurezza, l'autista ha con sé soliamo il cambio di cinque dollari». Nei negozi un avviso informa: «A causa delle molte banconote false circolanti, assolutamente non si cambiano biglietti da cinquanta né da cento dollari». A vanti è la marca d'un sigaro profumato all'anisetta «che innamora le donne»; «Può un repubblicano bere Sambuca Romana con un democratico?», è un esempio del gusto pubblicitario italiano all'estero. E, come per una seducente irresistibile regressione, New York sembra invasa dai Mostri dell'infanzia. Scheletri di cartone, streghe e gatti neri, grosse teste di plastica degli incubi del cinema (Dracula, la creatura di Frankenstein) o della realtà (Carter): pronti per la festa novembrina di Halloween, e va bene. Ma poi, alla tv, le avventure d'un enorme granchio verde dalle molte zampe e dalla imbarazzante galanteria umana. Tra i personaggi delle voghe culturali: Maurice Sendak, bravissimo disegnatore di mostri sdentati, cornuti, beccuti e selvaggiamente preistorici, illustratore visionario degli affascinanti spaventevoli deliri onirici puerili, sulla cui arte viene pubblicato un gran volume di saggi, di cui il Chelsea Theater Center (panche laccate di rosso, spettatori avant-garde, biglietto 15 mila lire) mette in scena la saga d'una brutta bambina sognatrice che somiglia a Joan Crawford, Really Roste. Tra i piccoli regali del prossimo Natale: un calendario che presenta Piggy, ben nota maiala seduttrice dei Muppets, gli orrendi pupazzi protagonisti in Italia dello spettacolo televisivo infantile Apriti Sesamo, in vesti di ragazza da copertina:' maiala scollata d'argenteo lamé; maiala seminuda nel bagno di schiuma, maiala dal bel sedere sagomato nei pantaloni di raso bianco... Tra i nuovi giocattoli di stagione: riprodotto in plastica, il minaccioso Alien, serpente dalla vorace dentatura ferrea che nel film nasceva straziando il ventre d'un uomo a simboleggiare i mostri che sono dentro di noi e ci uccidono; i Prehistoric Pets, dinosauri, plessosauri, rinoceronti tricorni, tirannosauri di peluche morbida, invece dei soliti orsetti o coniglietti o pulcini; l'Horror Make-Up, scatola-gioco corredata di «Exclusive Flex-Flesh», una ripugnante pasta gelatinosa che fìnge la carne viva e consente ai piccini di modellarsi in faccia occhi esorbitati, atroci ferite, deturpanti cicatrici. « rasformatevi in centinaia di orribili creature», è infatti lo slogan, che invita all'acquisto in occasione della Giornata nazionale dell'Unicef. Hopper Al Whitney Museum non si circola: folla, signore, gruppi studenteschi, turisti culturali si spintonano fìtti alla bellissima mostra retrospettiva di Edward Hopper, 1882-1967, gran pittore reali¬ sta d'America adottato dall'Iperrealismo. Successo, entusiasmo, calore, però l'ammirazione è ineguale, a chiazze, a pelle di leopardo. Davanti ai quadri di paesaggi francesi, di campagna americana, di mare e barche, non c'è quasi nessuno. Grappoli umani si addensano invece davanti ai più bei quadri che cristallizzano la solitudine, l'alienazione, la desolazione urbana d'America. Donne sole contemplano donne sole dipinte, uomini tristi contemplano uomini tristi dipinti, newyorchesi contemplano newyorchesi dipinti, e non nello specchio dell'identificazione, piuttosto nell'esorcismo dello scongiuro: per potersi credere diversi. Stelle Polvere di stelle alla Tv americana. Frank Sinatra fa telepubblicità all'automobile Imperiai: tanto ingrassato o gonfio da non avere quasi più rughe, ma resta seducente e bellissima la voce che canta It's lime for you, canuone-slogan della macchina. Sophia Loren, in passato molto snob verso la pubblicità e disposta a prestare la propria immagine soltanto a benemerite campagne anticancro o proinfanzia, fa telepubblicità a un profumo che Coty ha battezzato col suo nome. Burgess Meredith, rinseccolito come una caldarrosta, presenta un programma domenicale di animali. Joe Di Maggio, con tutti i capelli bianchi, fa telepubblicità a un modello di furgone blindato per il sicuro trasporto di valori. E Martha Raye, l'attrice buffa cosi straordinaria nel Monsieur Verdoux di Chaplin, appare sul video (ricci grigi bene accomodali, abito da sera e smeraldi della vecchiaia femminile ricca) per raccontare bravamente agli spettatori che porta la dentiera e che non si trova affatto male: fa telepubblicità a un liquido per tener puliti i denti finti. HHra

Luoghi citati: America, Iran, Italia, Manhattan, New York