Tace l'ufficiale che conosce i segreti degli assegni elargiti ai politici

Tace l'ufficiale che conosce i segreti degli assegni elargiti ai politici Il colonnello Vitali presentò un rapporto informativo nel '76 Tace l'ufficiale che conosce i segreti degli assegni elargiti ai politici DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE VENEZIA — Il flusso di petrolio di contrabbando ha lasciato dietro di sé una scia di assegni. Beneficiari anche alcuni parlamentari e collaboratori stretti di uomini politici di primo piano. Il munifico dispensatore di regalie Bruno Musselli, ricercato dalla magistratura e latitante, non ha fatto a tempo a far scomparire prima della fuga le tracce dei suoi rapporti con alcuni uomini politici. Ieri si è parlato di assegni intestati a collaboratori dell'ex presidente democristiano Aldo Moro (Sereno Freato, Liliana Fantasia) e a due parlamentari socialisti (gli attuali sottosegretari Giuseppe Di Vagno e Maria Magnani Noya). Ma esistono altri assegni e libretti bancari sequestrati dai giudici perché intestati ad altri personaggi politici. Certo, Muselli poteva benissimo dispensare regalie e favori, non è un reato. Era suo dovere pagare le prestazioni legali di consulenti e avvocati, ma l'interrogativo che molti si pongono è se alcuni di questi assegni non siano stati elargì ti per altri motivi, contemplati dal Codice penale. In questa storia è scoppiato anche il caso Bisaglia, attuale ministro dell'Industria. Bisaglia ha smentito tutto con sdegno, ha già querelato il senatore Pisano e due giornali che hanno avvicinato il suo nome ai protagonisti dello scandalo. La ricerca ad ogni costo di un ministro da coinvolgere rischia però di servire al tentativo, in corso da alcune parti, di mandare l'intera inchiesta alla Commissione parlamentare inquirente con la conseguente paralisi delle indagini. Tentativi di bloccarle sono già in atto: il difensore del generale Loprete, già indiziato di reato dalla magistratura trevigiana, ha presentato una denuncia contro il giudice Napolitano. Lo stesso magistrato ora non può continuare l'istruttoria. Chi potrebbe sapere molte cose sul «noto uomo politico del Veneto» è quel colonnello Aldo Vitali che nel '76 preparò un rapporto informativo ai suoi superiori per smascherare l'illecito traffico di prodotti petroliferi. La nota, anziché bloccare il contrabbando, provocò il trasferimento dell'ufficiale da Venezia a Roma. Ora è a Palermo. Della vicenda però il colonnello Vitali preferisce non parlare per rispetto del segreto istruttorio. •Quello che avevo da dire — si è limitato ad aggiungere — l'ho scritto nel mio rapporto». La strategia degli inquirenti punta ad assicurare alla giustizia innanzitutto tutti i personaggi «laici» dello scandalo. Poi se risulterà, si potrà pensare anche ai politici, ministri ed ex ministri compresi. E' certo comunque che la posizione del segretario di Moro, Sereno Freato, si fa delicata dopo quanto hanno scoperto i giudici. Nella sentenza di trasferimento degli atti dalla magistratura di Treviso a quella di Milano si legge: •Dall'esame dei documenti sequestrati relativi a due conti correnti di Bruno Musselli si rilevarono ingenti pagamenti a Sereno Freato, direttamente o tramite società a cui è interessatoli. Si tratterebbe di almeno mezzo miliardo. A Venezia il sostituto procuratore generale Ennio Fortuna sta ultimando di interrogare le persone arrestate la settimana scorsa. Oggi ascolterà Mario Milani, titolare dei depositi costieri Alto Adriatico che è stato trasferito ieri sera dal Piemonte alla città lagunare per essere interrogato. Ieri, sempre a Venezia, c'è stato un summit di alti ufficiale della Guardia di Finanza presente il comandante generale delle Fiamme Gialle Orazio Giannini, giunto da Roma. Un vertice normale e programmato da tempo oppure organizzato dopo gli ultimi sviluppi,' Il «top secret» impedisce di saperne di più. Nessuna novità di rilievo anche da Torino, dove i giudici Vaudano e Vitari si concedono una pausa di riflessione dopo il clamoroso arresto dell'ex comandante generale della Guardia di Finanza, Raffaele Giudice, e l'interrogatorio dell'ex presidente della Montedison, Eugenio Cefis. I magistrati si sono limitati a smentire il coinvolgimento nella loro inchiesta di uomini politici. g.J-P-