Craxi: «Escludo cbe esponenti psi abbiano colpe in questa vicenda» di Giuseppe Fedi

Craxi: «Escludo cbe esponenti psi abbiano colpe in questa vicenda» Craxi: «Escludo cbe esponenti psi abbiano colpe in questa vicenda» «E' buona occasione per andare a fondo nel capitolo della corruzione» - Spadolini: «Occorre chiarezza, la magistratura non deve fermarsi di fronte a nessuna soglia» ROMA — «Escludo che il psi e suoi esponenti possano essere implicati in questa vicenda. Gli onorevoli Di Vagno e Magnani Noya sono assolutamente estranein ci dice Craxi. E aggiunge: «Dell'episodio die ha chiamato in causa i due sottosegretari socialisti si è subito occupata la Commissione Centrale di Controllo del partito e vi sono state da parte degli interessati nette dichiarazioni che chiariscono inequivocabilmente la loro posizione». Come gli altri segretari di partito, Craxi invita a fare luce sino in fondo per accertare le responsabilità dello scandalo dei petroli dopo la bomba esplosa sotto il tavolo del governo prima ancora del suo insediamento. «Mi sembra — spiega — sia una buona occasione per andare a fondo nel capitolo della corruzione grande e minuta che favorisce su larga scala, in questo caso come in altri, le evasioni, le frodi fiscali e il contrabbando. Quando, non molto tempo fa, in sede parlamentare fu sollevata questa questione da parte socialista, con un preciso riferimento a settori della Guardia di Finanza, scoppiò allora un putiferio di reazioni e di proteste che i fatti successivamente emersi dimostrano per lo meno ingiustificate e infondate». «Mi auguro — conclude Craxi — che da un lato il ministro delle Finanze nella sua azione di controllo e di regolamentazione e dall'altro la magistratura continuino energicamente a lottare contro fenomeni di questa natura che sono purtroppo diffusi Per tornare al caso specifico esploso in queste settimane, sono certo che le indagini verranno condotte con rigore e con una chiara definizione e accertamento delle responsabilità». • Tocca alla magistratura accertare le responsabilità, senza fermarsi di fronte a nessuna soglia — sottolinea il segretario del pri Spadolini —. Prendiamo atto delle chiare parole di smentita pronunciate dal ministro Bisaglia nell'aula del Senato, non meno che delle smentite di altri deputati chiamati in causa. Siamo contro i polveroni indiscriminati non meno che contro le generiche assoluzioni. Come repubblicani denunciammo da tempo i rischi di un finanziamento surrettizio e incon frollato dei partiti, ponemmo la questione durante il caso Caltagirone; l'opinione pub¬ blica si ripropone adesso gli stessi interrogativi». Secondo il segretario del pdup Magri •questo è il più grosso e il più significativo caso di tutto il dopoguerra, non perché si tratta di duemila miliardi di frode ma perché per frodare duemila miliardi occorre una rete enorme di complicità. Non si può più parlare di qualche burocrate o politico corrotto. E' un intero apparato industriale, statale e politico che si scopre come normalmente marcio. Lo scandalo vero allora sta nel fatto che tanta gente continui ad accettare il potere di questa classe dirigente; che la stampa continui a parlare del malessere delle istituzioni e non delle responsabilità di chi le ha monopolizzate e ancora le lottizza; che Von. Bisaglia chieda riforme elettorali o Von. Craxi proponga modificazioni del regolamento della Camera per rendere più stabile e sicuro il potere di queste oligarchie corrotte e corruttrici». Per il vicesegretario del psdi Puletti lo scandalo dei petroli «è di tale estrema gravità che non consente di essere qualificato come il frutto d'una tendenza allo scandalismo. Emergono responsabilità che dovrebbero essere rapidamente e severamente valutate. Il potere politico è chiamato a favorire l'accertamento delle responsabilità e la punizione sollecita ed esemplare dei colpevoli. Questo — aggiunge Puletti — anche per evitare che siano messe in circolazione, secondo dettami faziosi e di parte, voci che chiamano in causa questo o quell'uomo politico, questo o quell'alto ufficiale della Guardia di Finanza. Ipartiti si trovano davanti alla possibilità di dimostrare finalmente che il controllo democratico, al di sopra dell'esecranda logica della difesa comunque e sempre dei propri militanti, riesce a debellare il malcostume così da consentire alla classe politica di recuperare pienamente la propria credibilità». Infine i liberali: in una lettera a Forlani 11 presidente e il segretario del pli. Bozzi e Zanone, chiedono che «i deputati membri del governo dei quali si fa il nome come beneficiari di somme non giustificate» in relazione allo scandalo del petrolio, si presentino In Parlamento a chiarire la loro posizione. Giuseppe Fedi

Luoghi citati: Caltagirone, Roma