Burocrazia sconfitta dagli ex prigionieri di guerra di Mario Ciriello

Burocrazia sconfitta dagli ex prigionieri di guerra Dopo 35 anni il governo britannico sarà forse costretto a risarcire i suoi ufficiali Burocrazia sconfitta dagli ex prigionieri di guerra DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — A trentacinque anni dalla fine della guerra, migliaia di ex prigionieri britannici in Germania e in Italia hanno finalmente costretto la burocrazia di Londra a esaminare una loro dimenticata rivendicazione. E' una triste e amara vicenda, tanto più singolare in quanto lo Stato inglese non è una macchina arcigna né torpida. Questi ex prigionieri, molti dei quali ancora soffrono le conseguenze fisiche o psicologiche della lontana cattività, chiedono somme a loro dovute e misteriosamente scomparse nelle contabilità ministeriali postbelliche. Per comprendere la protesta bisogna ricordare la convenzione di Ginevra del 1929, in base alla quale gli ufficiali dal momento della cattura, dovevano subire una riduzione di un terzo nello stipendio versato in patria e ricevere l'equivalente dal nemico, nel campo di prigionia. La convenzione stabiliva altresì che, alla fine del conflitto, vincitori e vinti si sarebbero rimborsati a vicenda, in un generale conguaglio, in cui ciascuno Stato avrebbe ricevuto quanto aveva dato. Le cose andarono in modo diverso. Anzitutto, soltanto un certo numero di ufficiali, e soltanto nella prima fase della guerra, ricevette Lagergeld (moneta del campo) pari a circa un terzo dello stipendio: ma anche nei lager meglio organizzati non c'era quasi nulla da comprare, per cui il valore di quei buoni era puramente simbolico. In vari campi gli inglesi usavano Lagergeld per procurarsi gli strumenti con cui tentare la fuga. I soldi erano spesso confiscati per punizione: e nella fase finale della guerra la disciplina nei campi divenne ferrea. Lo Stato britannico appli- cava invece con zelo le norme prescritte. Un alto ufficiale di marina, Mike Moran, ha narrato: «Non appena la mia nave fu affondata nell'Atlantico, mia moglie cominciò a ricevere soltanto i due-terzi dello stipendio. Il fisco continuò però a tassarla sul totale dell'importo, quindi anche sul terzo che io in teoria ricevevo in Germania». Cosi ripetono migliaia di altri ex prigionieri, i quali ricordano che, a differenza della Francia, del Belgio, degli Stati Uniti e persino della Germania, l'Inghilterra negò loro dopo il '45 quel terzo «non goduto». Non ci fu mai un rifiuto vero e proprio, ma le lettere e le proteste degli ex prigionieri caddero nel silenzio. Adesso, dopo 35 anni la tenacia di un piccolo gruppo, capeggiato da LordKìmberley, sembra avere abbattuto le barriere burocratiche e il ministero della Difesa ha riaperto la pratica. C'è un ostacolo. Né l'aviazione né l'esercito hanno più i documenti dell'epoca: soltanto la marina ha conservato i 'fogli paga». Non basta. Non si esclude che l'Inghilterra abbia rimborsato la Germania, ma non se ne trova traccia. Ammesso che accetti finalmente la sua responsabilità, terrà conto lo Stato di 35 anni di inflazione? Si calcola che un lustro di prigionia sia costato a un capitano di marina sulle 300-350 sterline di allora. Quanto gli si darà adesso? Alcuni rimborsi potrebbero arrivare a 10-11 mila sterline. Mario Ciriello

Persone citate: Mike Moran