«L'assassinio di Calabresi avvenne dopo 8 primi successi centro le Br» di Marzio Fabbri

«L'assassinio di Calabresi avvenne dopo 8 primi successi centro le Br» A otto anni dal delitto parlano i personaggi di quei giorni «L'assassinio di Calabresi avvenne dopo 8 primi successi centro le Br» Così ricorda il capo dell'ufficio politico deila questura di Milano - Riccardelli, il sostituto che allora condusse le indagini, aggiunge: «Pareva una follia che gente di sinistra uccidesse per l'interesse delle masse popolari» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MILANO — La sensazione fisica di quanto tempo sia passato da quella mattinata alle otto e mezzo quando in via Cherubini un uomo rimasto sinora sconosciuto sparò alla nuca del commissario Luigi Calabresi, l'ha data l'altra sera il telegiornale. Sfilavano sul teleschermo immagini di repertorio di tanti delitti avvenuti negli otto anni seguenti a quello e l'inquadratura sul cadavere di William Waccher (ucciso perché «traditore» degli assassini), coperto da un materassino da mare variopinto è sfumata nel bianco e nero. E' sfilato nelle nostre menti, in un attimo, un pensiero. Poi subito la risposta •ah, già, ancora non c'era la tv a colori...» e quante altre cose non c'erano. Sta proprio qui una delle chiavi per comprendere l'effetto che quell'omicidio di funzionario di polizia ebbe, le reazioni che provocò, la difficolta di tutti a capire, meno quelli che la verità, l'hanno sempre In tasca. Per 1 protagonisti di quei giorni non una, ma molte vite sono passate. Gemma Calabresi, la giovane vedova, era incinta di un bambino che ha ora otto anni e porta 11 nome del padre. La signora è sempre rimasta nascosta; neppure in questura, raccontano, si è mai fatta vedere. Con i ragazzi, oltre a Luigi anche Mario di 10 anni e Paolo di nove, è riuscita a ricostruire una esistenza. Non ha parlato allora, non vuole tornare personaggio pubblico oggi. A Como, a dirigere la polizia di frontiera delle tre province del Nord della Lombardia c'è Antonino Allegra, superiore di Calabresi all'ufficio politico sia ai tempi della strage di piazza Fontana e del tragico volo di Pinelli giù dalla finestra, sia quando il commissario fu assassinato. Molti coetanei di Allegra sono questo¬ ri in città anche importanti, ma lui non sembra crucciato. Non è molto disposto a parlare anche perché spiega: «io mi occupo di ben altre cose e quel che so lo ho appreso dai giornali. E' prematuro fare qualsiasi commento. Posso solo tentare una inquadratura storica: erano i giorni in cui stavamo ottenendo i primi successi sulle Brigate rosse, scoprivamo qualche covo, anche se ci si è dimenticati di ciò. Ecco, a quel punto è arrivato il delitto». Otto anni fa Libero Riccardelli era sostituto alla Procura di Milano. Oggi è senatore della sinistra indipendente e accetta di parlare di quei momenti, di quelle indagini che fu lui a condurre per anni. « Tentammo tutto — ricorda — attivammo anche i servii segreti che ci risposero di non avere niente "che meritasse sviluppi"; chiedemmo di essere noi a decidere se quel poco che c'era fosse interessante, ma non abbiamo avuto risposta: Un po' ingriglto," forse un po' appesantito nel fisico Riccardelli è parecchio diverso dal giovane sostituto sempre elegantissimo; ricorda come apprese del delitto mentre si trovava nell'ufficio di un collega. Entrò un sottufficiale di polizia con gli occhi fuori dalla testa. •Sbalordimento, fu la prima sensazione. Ora — rievoca — diciamo omicidio Calabresi e ci sembra una cosa di questo mondo, ma allora era una cosa assurda. Era inconcepìbile un attacco diretto contro un funzionario dello Stato, neppure la mafia, quella tradizionale se lo poteva permettere». Il senatore se pensa a quel giorni ha la sensazione di un grande tentativo di capire e di una grande difficoltà a farlo, se non l'impossibilità. .L'ipotesi prima fu quella di una violenza proveniente da frange impazzite della sinistra extraparlamentare. Qualcuno più sul piano intuitivo che su quello delle indagini sosteneva che non si doveva sottovalutare il fenomeno. D'altra parte c'erano fatti obiettivi. Quel che sempre ci ha lasciato dubbiosi è che proprio in quei tempi si scopriva come piazza Fontana era una menzogna (con gente inserita negli apparati dello Stato coinvolta) e che si era fatto di tutto per inserire la strage nel terrorismo rosso. A sinistra c'era Feltrinelli, ma non pensavamo fosse una cosa seria. Eppoi in base ad una analisi politica che pareva folle che gente di sinistra potesse pensare ad una uccisione come un fatto nelVinterese delle masse popolari. Eppure malgrado ciò abbiamo scavato soprattutto a sinistra». L'ex magistrato ricorda i funerali del commissario con un grande silenzio e le invocazioni di ordine che giungevano al presidente del Consiglio. .Fu evidente che quel delitto sarebbe stato sfruttato dalle forze reazionarie: solo a quelle poteva giovare. E questo aumentava le difficoltà a capire». n capo ufficio di Calabresi, Allegra, era convinto che si trattasse delle Brigate rosse, rammenta il parlamentare, •ma anche lui per ragionamento e per buon senso, non certo per altro, mi aveva convinto». L'effetto di quell'omicidio fu devastante. Gli uomini che erano stati vicini a Calabresi per molto tempo rimasero annichiliti. Cercavano di reagire con il lavoro, ma avevano paurosi sbandamenti. •Però — prosegue Riccardelli —fu la prima volta che carabinieri e polizia si misero a collaborare sul serio». L'unico ad avere capito in pieno la gravità del fenomeno, secondo Riccardelli, era il capo dell'ufficio politico Allegra. .Continuava a ripetere che era un fenomeno politico e aggiungeva: "non illudiamoci di batterlo con sistemi giudiziari".. Marzio Fabbri

Persone citate: Antonino Allegra, Calabresi, Gemma Calabresi, Luigi Calabresi, Pinelli, William Waccher

Luoghi citati: Como, Lombardia, Milano