Breznev ringrazia Kossighin ma il commiato pare gelido di Livio Zanotti

Breznev ringrazia Kossighin ma il commiato pare gelido Ha voluto mitigare l'impressione d'un contrasto? Breznev ringrazia Kossighin ma il commiato pare gelido A ventiquattr'ore dall'annuncio delle dimissioni, e prima che si sapesse della visita del segretario del pcus, la sensazione diffusa a Mosca era che l'ex premier fosse già stato dimenticato DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA—Il grazie del partito, del Soviet Supremo e del governo sovietici ad Aleksej Kossighin è venuto soltanto ieri sera. A portarglielo di persona è andato Leonia Breznev, rompendo un silenzio che già alimentava cento congetture, tutte che accentuavano il senso politico dell'uscita del premier dal governo. Nel riferirlo, l'agenzia Tass è stata tuttavia di una concisione laconica: «A nome dell'ufficio politico del pcus, del Presidium del Soviet Supremo e del Consiglio dei ministri dell'Unione Sovietica, il presidente Breznev ha sinceramente ringraziato Aleksej Kossighin per il suo lavoro fruttuoso, svolto durante lunghi anni». Se questo tributo di riconoscenza è giunto solo ventiquattr'ore dopo l'annuncio della rinuncia di Kossighin alla presidenza del governo, non è certo per distrazione. Anche perché a stupirsi del gelido commiato riservato a quello che fino a un momento prima era il numero due del regime non erano soltanto gli stranieri di Mosca. La spiegazione più ragionevole è che ieri il Politbjuro si sia riunito ed abbia formalizzato l'accet tazione della rinuncia del vecchio premier a farne parte. Aspettando nondimeno ut* piò che prossima convocazione straordinaria del plenum del Comitato centrale per ratificarla e renderla di pubblico dominio. L'omaggio di Breznev al compagno con il quale ha diviso tre lustri di potere e pesanti responsabilità ha mitigato quella che appariva sempre più una rottura politica tra i due. La diversità di opinioni su questioni fondamentali dello sviluppo economico e sociale del Paese, accentuata dalle diverse funzioni dei due, rimane a testimoniare di vicende politiche diverse. Ma ad oltre ventiquattr'ore dalla lettura della lettera di Kossighin al Soviet e poco prima che si apprendesse della visita del segretario generale al leader infermo, l'impressione generale era che quest'ultimo fosse già precipitato nell'anonimato del cittadino qualsiasi. Kossighin rimane comunque, almeno ufficialmente, nell'ufficio politico, il vero centro decisionale del Paese. Nessuno ha finora comunicato che la sua richiesta di rinunciare a farne parte è stata accettata. Rivolgendosi ai millecinquecento deputati del Soviet Supremo, il segretario generale del pcus ha detto ieri l'altro: «... Aleksej Kossighin ha chiesto di essere sollevato dalle funzioni di membro dell'ufficio politico e di presidente del Consiglio dei ministri», aggiungendo subito dopo: «L'ufficio politico del pcus ha esaminato la questione e, tenendo conto dello stato di salute del compagno Kossighin, il Comitato Centrale sottopone all'esame del Soviet Supremo la proposta di soddisfare la richiesta di dimissioni da presidente del Consiglio». Permane una circostanza singolare: che cosa ha impedito che fosse il plenum di martedì scorso a risolvere la questione dell'abbandono da parte di Kossighin anche dell'ufficio politico? Osservata a posteriori, attraverso l'ottica messa a fuoco dalle dimissioni di Kossighin, il discorso di Breznev sull'economia appare quasi preparatorio dell'evento: sorprendentemente, rispetto alle risoluzioni tradizionaliste e accentratrici del novembre 1979, la sua insistenza sulla necessità di un maggiore benessere, la sua ri¬ chiesta di più beni di consumo e meno acciaio, sfuma, quasi a cancellarli, i caratteri che hanno sempre distinto Breznev da Kossighin. Ma tutto ciò vale solo se ci si. limita a confrontare le dichiarazioni; dall'esame dei fatti la differenza tra un Breznev che rappresenta più direttamente il partito, la sua potentissima burocrazia, e al più può proporsi come mediatore alle sue tendenze più conservatrici, da una parte, e dall'altre un modemizzatore come Kossighin che puntava soprattutto sui quadri del sistema produttivo e sul loro peso politico nel paese, la differenza rimane. Anche perché il 'neo-umanismo consumatore» auspicato da Breznev all'ultimo Comitato centrale non è accompagnato da alcuna misura concreta, capace di confortare l'intenzione espressa. Al congresso e non prima sarà possibile capire quanto abbia pesato lo stato di salute e quanto la volontà politica nella decisione di Kossighin di andarsene, dopo 40 anni. Livio Zanotti

Luoghi citati: Mosca, Unione Sovietica