Polemiche e sospetti per un confronto tra giudice e neofascista del caso Amato

Polemiche e sospetti per un confronto tra giudice e neofascista del caso Amato Vessichelli ha incontrato in carcere 0 professor Semerari Polemiche e sospetti per un confronto tra giudice e neofascista del caso Amato I magistrati hanno voluto chiarire le discordanze tra le deposizioni dei due - Voci, accuse e prime querele - Il memoriale del sostituto procuratore assassinato al centro del colloquio? ROMA — Il caso Vessichelli: un altro episodio non proprio esemplare covato, maturato ed esploso alla Procura della Repubblica di Roma. Un caso ancora poco chiaro che si regge su mezze verità, su indiscrezioni, su notizie più o meno pilotate. Di certo c'è solo un interrogatorio ed un confronto avvenuto in carcere fra Raffaele Vessichelli, numero due della Procura romana, ed il professor Aldo Semerari, accusato di essere il mandante dell'omicidio del giudice Mario Amato ed indiziato per la strage alla stazione di Bologna: tutto il resto poggia su mezze parole e su particolari sussurrati. Diventa impossibile, dunque, distinguere il vero dal falso; sapere cioè fino a che punto l'episodio si può inquadrare in una delle tante faide che di tanto in tanto coinvolgono i magistrati romani o se nella vicenda relativa alle gravi accuse rivolte a Semerari possa in qualche modo venir coinvolto anche l'alto magistrato romano. Questi i fatti. Dopo un primo interrogatorio, in qualità di testimone, Vessichelli viene invitato dai colleghi bolognesi, che indagano sulla morte di Amato, e dal sostituto perugino Arioti, che conduce l'inchiesta sulla mancata protezione del giudice assassinato dai Nar, a sottoporsi ad un confronto con il professor Semerari. U confronto si svolge martedì scorso nel carcere di Forlì. Alla base di tutto, evidentemente, vi è un disaccordo fra le deposizioni dei due. Ma perché scomodare un alto magistrato per metterlo faccia faccia con un imputato di atti gravissimi? Cominciano a circolare le prime illazioni e qualcuno si incarica di suggerire le prime indiscrezioni. Partono le prime querele da parte del procuratore capo aggiunto: altre vengono preannunciate. Vessichelli, infatti, smentisce dicendo che durante il confronto non si è parlato del memoriale Amato. n memoriale è, in effetti, un rapporto segreto della Digos consegnato ad Amato nell'aprile scorso. Nel documento è raccolta la confessione di un detenuto, Mario Massimi, che indica in Semerari e Signorelli (l'altro professore indiziato per Bologna) i mandanti dell'omicidio Leandri, l'impiegato ucciso per errore al posto dell'avvocato Arcangeli ritenuto il responsabile della cattura di Concutelli, killer del giudice Occorsio. Massimi racconta anche che Amato è nel mirino dei Nar. Il rapporto viene consegnato al procuratore capo De Matteo (il quale dirà in seguito di averne messo al corrente anche il suo vice Vessichelli). Interrogato dopo il suo arresto, Semerari dice agli inquirenti di essere al corrente di quel rapporto. Chi ha avertito il professore? La risposta non è semplice. Semerari, do¬ cente di criminologia, è sempre stato di casa a palazzo di Giustizia. Amico di magistrati e alti ufficiali dei carabinieri e della polizia, spesse volte ci si è rivolti a lui in qualità di perito. Diversi personaggi, fra i quali lo stesso Vessichelli, sono stati anche ospiti di Semerari nella sua villa in prò- ' vincia di Rieti. Chi di loro ha avvertito, dunque, Semerari? Chi sapeva dell'esistenza del rapporto? Filtrano altre indiscrezioni. Vessichelli sapeva: una volta mentre ne parlava con Amato era presente al colloquio un altro sostituto, Ernesto Mineo. Ancora: subito dopo la strage di Bologna Vessichelli si recò dal giudice Guardata (il magistrato che ha ereditato da Amato le inchieste sui Nar) suggerendogli di avvalersi della «consulenza» di Semerari per proseguire l'inchiesta. C'è, infine, un'ultima testimonianza. I sottufficiali che prestano servizio nell'anticamera dell'ufficio di Vessichel¬ li raccontano che pochi giorni prima dell'omicidio di Amato, Semerari si recò più volte nella stanza del procuratore capo aggiunto. Fin qui le indiscrezioni. Ufficialmente, sul confronto, è stato mantenuto invece il riserbo più assoluto, sia a Bologna che a Roma. Il magistrato, ancora oggi, non parla. Conferma di aver saputo del rapporto Amato ma di non averlo mal avuto fra le mani. «D'altro canto — aggiunge — era il segreto di Pulcinella. In Procura erano per lo meno in venti a conoscere il contenuto del memoriale. Né io ero l'unico "amico" di Semerari*. Sulla vicenda, intanto si sta muovendo 11 Consiglio Superiore della Magistratura. A Palazzo dei Marescialli vogliono vederci chiaro prima di promuovere un'azione di qualsiasi tipo nei confronti del magistrato. Vessichelli, invece, fa sapere che sarà lui a chiedere l'intervento del Csm per fugare qualsiasi sospetto. r.c.

Luoghi citati: Bologna, Forlì, Rieti, Roma