Vallanzasca aggredisce un compagno al processo
Vallanzasca aggredisce un compagno al processo ll dibattimento per la tentata evasione da San Vittore Vallanzasca aggredisce un compagno al processo DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MILANO — Sembrava destinato a uno svolgimento sonnolento il processo per l'evasione tentata da San Vittore il 28 aprile scorso da un gruppo misto di terroristi e delinquenti comuni, ma bisognava fare i conti con Renato Vallanzasca e i suoi uomini. Mentre i giudici erano in camera di consiglio per decidere su una richiesta di perizia psichiatrica per l'imputato Antonio Rossi, nel gabbione è scoppiato il putiferio. L'ex re della banda della Comasina e il suo luogotenente Antonio Colia si sono scagliati contro Alfeo Zanetti. Il bel René ha stretto le mani attorno alla gola dell'avversario mentre sei carabinieri si aggrappavano a Colia cercando inutilmente di trattenere la sua furia. Gli altri militari trascinavano subito fuori dalla gabbia Emanuele Attimonelli e solo dopo qual¬ che istante riuscivano a portare via anche il malconcio Zanetti. Corrado Alunni e Paolo Klun si sono ben guardati dall'intervenire ritirandosi durante il pestaggio nell'angolo più lontano della gabbia. Perché la rissa? .Sono fatti nostri» ha spiegato ai carabinieri Vallanzasca che ha poi aggiunto al magistrato: «Afi ha pestato un piede proprio dove ho un callo». Subito dopo Attimonelli ha spiegato di essere estraneo alla disputa ed è stato rimesso insieme agli altri che, prima di lasciare l'aula al termine dell'udienza, ha voluto baciare uno ad uno. Prima di questo episodio, non molto da segnalare. Zanetti, Alunni, Klun e Attimonelli hanno revocato i loro legali e ne hanno avuti altri d'ufficio, poi non hanno voluto essere interrogati. I «comuni» hanno invece ricostruito le fasi dell'evasione ad eccezione di Colia che ha preferito limitarsi a confermare le dichiarazioni istruttorie. Vallanzasca, sentito per ultimo, si è assunto tutte le responsabilità organizzative e ha ammesso di avere dato il via al tentativo di fuga. •Da chi ha avuto le armi?», gli ha chiesto il presidente. «Scusi, so, ma non glielo posso dire — ha risposto l'ex pericolo pubblico — altrimenti la prossima volta non me le fanno avere più». Quindi ha protestato per le perquisizioni cui vengono sottoposti i suoi familiari quando vanno a trovarlo in carcere. «Ho altri canali per avere la roba, non me la faccio portare da mia moglie» ha spiegato ricordando che la signora era stata completamente spogliata all'ingresso della prigione di Nuoro perché a lui erano stati trovati in cella venti grammi di stricnina. m. f.
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