Forte ascesa di dollaro e sterlina il marco in caduta, lo Sme in crisi di Emilio Pucci

Forte ascesa di dollaro e sterlina il marco in caduta, lo Sme in crisi Una mini-tempesta valutaria in attesa delle elezioni in Usa Forte ascesa di dollaro e sterlina il marco in caduta, lo Sme in crisi ROMA — La formidabile ascesa del dollaro e della sterlina sta mettendo in crisi lo Sme, il nuovo «serpentone» monetario europeo istituito due anni fa a Bruxelles. Il marco ha ormai superato la soglia di divergenza consentita nonostante i massicci interventi della Bundesbank e la sua rovinosa caduta coinvolge le altre monete europee. La divisa statunitense e quella inglese, seduta dietro seduta, continuano a segnare nuovi record, anche a danno dell'oro che in soli due giorni ha perso oltre 14 dollari per oncia. Al fixing italiano di ieri il dollaro è balzato a quota 883,50 lire, guadagnando altri sette punti rispetto alla seduta di lunedi (876,75 lire). Si tratta del livello più alto raggiunto nei confronti della nostra moneta dall'aprile scorso, quando la valuta statunitense toccò le 912 lire, il massimo storico. La sterlina, da parte sua, ha consolidato il record assoluto con un ulteriore balzo del 2% (oltre 43 lire): la sua quotazione è salita a 2165,50 lire. In rialzo anche il franco svizzero che ha fatto un altro passo avanti ed ha quotato ieri 530,96 lire, un livello che non toccava da quasi due anni. Per contro, il marco è ulteriormente sceso a 472,915, con una flessione di 1,08 lire rispetto a ieri. Nel complesso, però, la giornata sul mercato interno è stata abbastanza tranquilla e la Banca d'Italia si è limitata a controllare i movimenti senza necessità di intervenire. D'altra parte, l'attesa è la migliore tattica in un momento come questo che vede la speculazione scatenarsi su tutti i mercati europei, al punto da rendere completamente anomalo il quadro valutario. Basta un dato a confermare questa «ventata di follia» : al momento, la moneta più debole all'interno dello Sme è proprio quella di un Paese, la Germania, che vanta il tasso più basso di inflazione (5 per cento). La sterlina, per contro, fuori dai vincoli Sme è particolarmente appetita dagli speculatori, ma il suo apprezzamento è puramente nominale. A detta di autorevoli osservatori, il «terremoto» valutario andrà avanti fino alle elezioni americane. Poi, lentamente si tornerà ad un periodo di assestamento e soltanto allora si potrà aprire il discorso su un eventuale riallineamento delle monete del sistema europeo. Due quotidiani svizzeri riferivano ieri da Bonn voci di una possibile svalutazione del marco a seguito dello scivolone della moneta tedesca. «La Suisse» e il prestigioso «Journal de Genève* sostengono che la cosa troverebbe giustificazione nel pesante passivo accumulato dalla bilancia dei pagamenti tedesca negli ultimi mesi. Ma la notizia è stata accolta con notevole scetticismo negli ambienti valutari di Zurigo, dove si sostiene con una certa sicurezza che quan¬ to è accaduto negli ultimi tempi non è motivo sufficientemente valido per poter già parlare di svalutazione del marco. Per quanto riguarda i conti in rosso della bilancia dei pagamenti, a Zurigo si sostiene che la Germania può permettersi il lusso di trascinarsi appresso un passivo di forti dimensioni per un paio d'anni o forse più senza per questo trovarsi nella necessità di svalutare. L'appuntamento per una prima importante verifica è comunque fissato per la prima decade del mese entrante, subito dopo il voto Usa del 4 novembre. Lunedi 10, infatti, i governatori delle Banche centrali si troveranno a Basilea per la consueta riunione mensile. Sarà quella l'occasione di un gran consulto sullo stato di salute delle monete dello Sme e sulla urgenza o meno di un loro riallineamento. Fino a quel giorno, però, i Paesi a valuta più debole (e fra questi è senza ombra di dubbio l'Italia) dovranno accentuare i controlli sull'inflazione, al fine di evitare scivoloni ancor più pesanti di quelli attuali e dalle conseguenze imprevedibili. Il varo del nuovo governo dovrebbe favorire la difesa della nostra moneta, difesa agevolata anche dalla consistenza delle riserve (oltre 52 miliardi di dollari) e dalla tempestività delle autorità monetarie nel prendere provvedimenti in caso di evoluzione negativa delle aspettative. Emilio Pucci