La crisi economica aggrava l'emarginazione della donna
La crisi economica aggrava l'emarginazione della donna La «questione femminile» al Parlamento europeo La crisi economica aggrava l'emarginazione della donna MILANO — Il prossimo dicembre, al più tardi in gennaio, il Parlamento europeo sarà chiamato a occuparsi della questione femminile. Lo farà votando sul rapporto che la commissione per i diritti della donna avrà nel frattempo preparato. A sua volta l'approvazione del rapporto impegnerà il Parlamento della piccola Europa ad affrontare in concreto i temi della questione femminile. Ieri, seconda giornata dell'indagine conoscitiva che la commissione per i diritti della donna ha svolto a Milano, la presidente della commissione, che è la deputata socialista francese Yvette Roudy, ha illustrato le caratteristiche del rapporto. Ci sarà una premessa sulle orìgini storiche del fenomeno, un'analisi politica su quanto le istituzioni comunitarie hanno fatto fin qui, le proposte per i prossimi anni. Riguarderanno soprattutto lo statuto giurìdico della donna in materie che vanno dalla tutela previdenziale al sistema dell'istruzione professionale. Altri temi riguardano la promozione del ruolo della donna in quei Paesi del Terzo mondo che sono in vario modo associati con l'Europa, e la stessa politica del personale nelle istituzioni comunitarie, che a quanto pare è fortemente squilibrata a danno della potenziale componente femminile. Lo strumento at¬ traverso il quale l'Europa farà la sua politica femminile è quello ormai collaudato della direttiva: non c'è infatti competenza specifica, in materia, prevista dai trattati di Roma. Cosi partiranno da Strasburgo-Bruxelles le direttive, o indicazioni-cornice, che i singoli Parlamenti nazionali dovranno poi realizzare con un'attività normativa in senso stretto. A questo proposito la presidente Roudy ha lamentato una certa carenza d'informazione in alcuni Paesi. In Francia, per esempio, quando una legge del '72 stabili finalmente la parità di trattamento uomo-donna in materia di rapporti di lavoro, l'iniziativa fu presentata all'opinione pubblica come una legge nazionale, ciò che di fatto era, ma in rapporto alla esecuzione di una direttiva comunitaria di cui quasi non si parlò. La seconda giornata dell'incontro milanese fra commissione europea ed esperti dei nove Paesi ha fatto emergere qualche dubbio sull'opportunità d'avviare una politica di promozione femminile in tempi come questi, di grave crisi economica. Ma per i membri della commissione non ci sono dubbi: è proprio la crisi a rendere evidente lo stato di emarginazione della donna. Altra contraddizione, fra le buone parole dei legislatori e la realtà non soltanto economica ma culturale. E' il caso caratteristico dell'Italia, con le sue magnifiche leggi egualitarie e la sua concreta realtà, che dall'eguaglianza effettiva è davvero lontana. Cosi è venuta da molte parti alla commissione del Parlamento europeo la richiesta di occuparsi un po' meno dei principi, un po' più della prassi, e d'inviduare i mezzi, necessariamente non soltanto legislativi, con cui la donna europea potrà proporre al mondo il superamento effettivo di una soggezione atavica. a.v.
Persone citate: Yvette Roudy
Luoghi citati: Bruxelles, Europa, Francia, Italia, Milano, Roma, Strasburgo
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