Tifoso confessa al processo di aver picchiato un agente

Tifoso confessa al processo di aver picchiato un agente Il dibattimento per gli slogan antisemiti a Varese Tifoso confessa al processo di aver picchiato un agente DALLA REDAZIONE MILANESE MILANO — Gli interventi della parte civile, del pubblico ministero e della Difesa dovrebbero esaurirsi domani, alla corte d'assise di Milano, dove si svolge il processo contro gli undici presunti responsabili della manifestazione antisemita organizzata nel palazzetto dello sport di Varese la sera del 7 marzo 1979, in occasione della partita di basket disputata dalla squadra locale Emerson contro Ù Maccabi di Tel Aviv, gara valevole per la Coppa dei campioni. L'imputazione è di «apologia di genocidio», reato per cui sono previsti da 3 a 10 anni di reclusione. La parte civile è rappresentata dagli avvocati Zito, padre e figlio, che parlano a nome delle comunità israelitiche e della comunità di Milano. Gli avvocati difensori, presumibilmente, riprenderanno la tesi già sostenuta da alcuni imputati, cioè che l'ostentazione delle croci romane era stata fatta «per significare agli ospiti una si- cura sconfitta», che di slogan tipo 'Adolfo Hitler ce l'ha insegnato — uccidere gli ebrei non è reato» e 'ebrei al forno» nessuno ne sapeva nulla e chissà da dove uscirono, e cosi avanti per ogni altro particolare dello squallido episodio. Tutti gli imputati sono — o, almeno erano al tempo dei fatti — simpatizzanti del msi o della destra nazionale; uno degli interrogativi del processo riguarda proprio la partecipazione, alla manifestazione, di esponenti del fronte della gioventù. Di quest'ultima organizzazione era dirigente provinciale Paolo Cossu, accusato anche di aver preso a calci un agente il quale, vedendolo brandire croci romane e sbraitare, lo invitava a calmarsi. Ieri, il brigadiere colpito ha confermato che fu proprio Cossu a picchiarlo. A questo punto è intervenuto un altro imputato, Giovanni Fare, che all'epoca dei fatti era minorenne; ha affermato che a prendere a calci il poliziotto fu lui. 'Perché 10 confessa solo adesso?» ha chiesto il presidente, dottor Saverio Borrelli. 'Perché' in istruttoria temevo di essere arrestato; ha spiegato Fare. 11 brigadiere ha risposto confermando però di avere visto Cossu; il p.m. è intervenuto per dire che si riserva di procedere anche verso Giovanni Fare per il reato di violenza a pubblico ufficiale. La sentenza è prevista per fine settimana.

Persone citate: Adolfo Hitler, Cossu, Giovanni Fare, Paolo Cossu, Saverio Borrelli, Zito

Luoghi citati: Milano, Tel Aviv, Varese