Craxi decide di rendere pubbliche notizie «esplosive» sul caso Moro di Sandra Bonsanti

Craxi decide di rendere pubbliche notizie «esplosive» sul caso Moro Consegnerà ai giornali, prima di farla, la sua deposizione Craxi decide di rendere pubbliche notizie «esplosive» sul caso Moro L'iniziativa per rispondere alle accuse di Berlinguer - La vedova dello statista scrive al presidente della Commissione invitandolo a bloccare le fughe di notizie «Le mie risposte sono state rese alla stampa in modo difforme dal loro tenore» ROMA — Eleonora Moro scrive al presidente della Commissione d'inchiesta sull'assassinio del marito chiedendo «un più attento controllo perché le fughe di notieie non distorcano il senso delle deposizioni rese dai testimoni*. Il segretario del psi, Bettino Craxi, ha preparato un memoriale, definito «esplosivo», su ciò che intende riferire ai commissari: lo divulgherà ai giornali prima della sua deposizione, per assicurarsi che questa non venga stravolta o strumentalizzata. La Commissione Moro sta passando il momento più critico dall'inizio dei lavori. Oggi, in apertura di seduta, prima che venga ascoltato l'ex parroco di Santa Lucia, don Mennini (il sacerdote che tenne contatti telefonici con le Br durante i 55 giorni), qualcuno solleverà il problema del segreto e chiederà che siano presi provvedimenti. « Lavoriamo ormai in un clima di assoluta scorrettezza», dice il deputato della sinistra indipendente Stefano Rodotà. «E la lettera scritta dalla signora Moro e pubblicata dal Giorno sarà lo spunto più opportuno per accelerare la discussione del problema». Negli ultimi tempi, arrivato il momento delle deposizioni più calde e più attese, e cioè di quelle dei segretari dei partiti della maggioranza che governava all'epoca del sequestro, è accaduto ciò che forse era inevitabile. Le indiscrezioni si sono moltiplicate, i commissari che hanno «rivelato» qualcosa spesso lo hanno fatto obbedendo più al loro istinto di uomini di partito che non a quello di membri di una commissione d'inchiesta, legata al silenzio da una apposita legge. «C'è stato anche chi ha cercato di bloccare tutto Il lavoro della Commissione e l'audizione del testi su un unico punto: bisognava trattare o non trattare con le Br? E dietro questo tentativo c'era forse la volontà di riaprire vecchie polemiche», aggiunge Rodotà. La lettera della signora Moro al presidente Schietroma è datata 10 ottobre. «Ho dovuto rilevare » scrive la vedova dello statista 'attraverso la stampa che dalla Commissione parlamentare d'Inchiesta... sono filtrate notizie relative a contenuti delle deposizioni rese da me e da altri Innanzi alla Commissione stessa... Un componente della Commissione ha riferito alla stampa risposte da me rese in modo difforme dal loro esatto tenore». Da qui la ^meraviglia» e la ^preoccupazione» per la violazione «dell'obbligo della riservatezza sulla Istruttoria In corso a cut lo stessa mi sono rigorosamente conformata». La vedova di Moro spiega che non avrebbe nulla in contrario a sedute «pubbliche», ma che, se è stato deciso diversamente, allora la regola va rispettata. 'Dovrebbe essere evitato che, tollerando il diffondersi di notizie false e gravemente lesive della figura morale di mio marito, venisse ad avvalorarsi ti sospetto che, davanti alla Commissione d'Inchiesta si sviluppi un vero e proprio processo all'onorevole Moro e non la ricerca della verità sulla sua fine»: questa ultima preoccupazione probabilmente si basa sulle domande rivolte dal missino Franchi a Sereno Freato a proposito della consistenza finanziaria del gruppo politico facente capo a Moro. Domande e risposte riferite ampiamente dai giornali. Diverso il caso di Craxi, che deve ancora deporre davanti alla Commissione. Il segretario del psi sarebbe rimasto infastidito dalle dichiarazione di Berlinguer che ha addossato al psi la colpa di aver rotto il fronte dell'intransigenza, consentendo alle Br di inse¬ rirsi con le loro richieste di scambi inaccettabili. Secondo un settimanale, alcuni collaboratori di Craxi avrebbero detto del «memoriale»: 'Sarà una bomba che costringerà tutti a riesaminare da capo Unterò caso Jtforo». Tra le rivelazioni ci sarebbe anche quella che, fin dai primi giorni del rapimento, Craxi sapeva che le Br avrebbero chiesto in cambio di Moro una contropartita. B segretario socialista era stato informato da Renato Curcio, tramite l'avvocato Giannino Guiso. Curcio aveva fatto sapere quattro cose: la vicenda Moro non si concluderà come quella Sossi; le Br non vogliono però uccidere Moro a qualsiasi costo: vogliono trattare attraverso persona accessibile e fidata; per il momento costui non può che essere Aldo Mora 'La decisione di Craxi di anticipare alla stampa II contenuto della sua deposizione» commenta il senatore Vitalone, membro della Commissione, «é una scelta politica discutibile, ma non censurabile dal punto di vista della procedura. Non si tratta Infatti di rivelazione di un atto già compiuto e coperto dal segreto». Quanto alla lettera della signora Moro, l'ex magistrato della procura di Roma, ricordato che la Commissione ha demandato a uno dei suoi componenti «1/ compito di partecipare alla stampa ciò che è compatibile con la riservatezza Istruttoria», sostiene che 'Il superamento di tali limiti legittima la protesta di chi, come la signora Moro, non solo ha ragione di reclamare ti più rigoroso rispetto della legge, ma ha anche uno specifico e diretto Interesse ad Impedire ogni distorsione della verità». Anche per Rodotà è comprensibile che 'Craxi cerchi di cautelarsi». Il problema del segreto resta però «un punto chiave per la Commissione» dice Rodotà, 'anche se non si può più fare ti discorso sul giornalisti e denunciarli per quanto scrivono: questa sarebbe pura ipocrisia. Bisogna invece porsi ti problema della fonte. Bisogna evitare che chi viene a deporre, come farà Craxi, venga con lo spirito di chi deve guardarsi le spalle». In questo clima di forti polemiche, preoccupazioni crescenti, oggi la Commissione si prepara ad ascoltare da don Antonio Mennini il racconto dei suol colloqui con i telefonisti delle Brigate rosse. Sandra Bonsanti

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